great steven
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giovedì 17 dicembre 2015
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ripercorsa su due ruote una leggendaria rivalità.
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RUSH (USA, 2013) diretto da RON HOWARD. Interpretato da CHRIS HEMSWORTH, DANIEL BRUHL, OLIVIA WILDE, ALEXANDRA MARIA LARA, PIERFRANCESCO FAVINO, DAVID CALDER, NATALIE DORMER, STEPHEN MANGAN, CHRISTIAN MCKAY, ALISTAR PETRIE, JULIAN RHIND-TUTT, VINCENT RIOTTA
Leggendaria fu la rivalità che imperversò nelle vite professionali del britannico James Hunt (1947-1993) e dell’austriaco Niki Lauda (1949), piloti dapprima in Formula Tre e poi abbordati rocambolescamente alla Formula Uno, e così diversi l’uno dall’altro per stile di vita e prestanza sul campo. Hunt, donnaiolo, vivace, grande bevitore e dai principi morali tutt’altro che ferrei, si approccia al campionato più importante dell’automobilismo agonistico con l’intenzione di vincere soltanto un torneo e poi ritirarsi.
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RUSH (USA, 2013) diretto da RON HOWARD. Interpretato da CHRIS HEMSWORTH, DANIEL BRUHL, OLIVIA WILDE, ALEXANDRA MARIA LARA, PIERFRANCESCO FAVINO, DAVID CALDER, NATALIE DORMER, STEPHEN MANGAN, CHRISTIAN MCKAY, ALISTAR PETRIE, JULIAN RHIND-TUTT, VINCENT RIOTTA
Leggendaria fu la rivalità che imperversò nelle vite professionali del britannico James Hunt (1947-1993) e dell’austriaco Niki Lauda (1949), piloti dapprima in Formula Tre e poi abbordati rocambolescamente alla Formula Uno, e così diversi l’uno dall’altro per stile di vita e prestanza sul campo. Hunt, donnaiolo, vivace, grande bevitore e dai principi morali tutt’altro che ferrei, si approccia al campionato più importante dell’automobilismo agonistico con l’intenzione di vincere soltanto un torneo e poi ritirarsi. Al contrario il metodico, rigoroso, geniale e paziente Lauda punta a trionfare in più competizioni e ad intascare uno dopo l’altro un mucchio di titoli internazionali, riuscendo nel suo intento. In mezzo c’è posto anche per le sofferenze private che flagellarono l’esistenza dei due atleti, entrambi determinati e testardi ma conservanti comunque un rispetto reciproco nel quale faceva capolino anche una certa fiducia e un’ammirazione al limite dell’invidia: James è piantato in asso dalla compagna, sciacquetta presuntuosa e inconsistente, per un compagno più abbiente e con meno grilli per la testa, mentre Lauda, dopo il terribile incidente occorsogli nel 1976 sul circuito di Nürburgring, deve in ogni caso farsi accettare non tanto dalla moglie fedele quanto piuttosto dal suo team che non lo riconosce più col volto sfigurato e con la tremenda sfortuna che gli ha fatto rischiare la vita in un inferno di fuoco, fra l’altro in una giornata piovosa nella quale lo stesso pilota d’oltralpe aveva consigliato ai suoi sfidanti e agli organizzatori della gara di rinunciare a scendere in pista per le condizioni disagevoli e inadeguate dell’asfalto. R. Howard approda per la seconda volta nella sua carriera al mondo dello sport professionistico (la prima era stata con la storia del pugile James Braddock di Cinderella Man – Una ragione per lottare, con uno straordinario Russell Crowe nei panni del protagonista), e l’esperimento riesce anche questa volta, consentendo all’autore una guida accorta e prudente ma anche estremamente vincente su un formidabile bolide a due ruote che, cinematograficamente parlando, si traduce in un’opera sensibile, malleabile e plurisfaccettata che sa analizzare in profondità due uomini così differenti e totalmente agli antipodi per modo di intendere lo sport e la vita stessa, ma in un certo senso complementari e, in fondo, anche due facce della stessa medaglia: l’esuberanza sessuale e il libertinismo autocompiacente di Hunt si incastra alla perfezione col rigore moralistico e la precisione maniacale di Lauda, e quello che manca all’uno è presente in abbondanza nell’altro, così come avviene anche quando i due rivali, che col tempo imparano a rispettarsi e soprattutto a conoscere meglio le rispettive debolezze e punti di forza, si spartiscono in maniera equa le corse più importanti disputate ai quattro angoli del mondo. Il merito dell’ottima riuscita di questo apologo avventuroso e avvincente sul bisogno di fraternità nell’ambiente sportivo, nonché sulla leva da utilizzare per avere sempre accanto un avversario valido per apprendere i propri limiti ed esercitarsi a superarli con una costanza incrollabile, va anche ai due attori protagonisti, i quali fisicamente assomigliano pure molto da vicino agli originali: Hemsworth dà il meglio nell’interpretare un ruolo costruito su misura per il suo viso e il suo fisico statuario da macho che gli permette di esprimere un ampio corredo di battute scoppiettanti ma anche di scendere negli anfratti più deludenti e inquietanti di una personalità tutto sommato sofferente e colpita, mentre Brühl si cala nella parte di un campione puntiglioso al limite dell’ossessività prediligendo le parti più dolorose e accese di un carattere ugualmente complesso e variegato nel quale predominano una ricerca opprimente dell’esattezza e una doviziosa attenzione per quei piccoli dettagli che rendono vincente sia un’autovettura che una persona. Accanto a loro, un cast di prim’ordine si muove fuori e dentro dalla scuderia con l’agilità, la spigliatezza e la bravura che ci si aspetterebbe tanto da un consumato veterano delle quattro ruote quanto da un teatrante che conosce il palcoscenico e la macchina da presa come le sue tasche. Soprattutto il nostro Favino si distingue gagliardamente nella parte del pilota italoamericano Clay Regazzoni, punto di riferimento fondamentale per Lauda che approda nell’universo della Formula Uno pagando la retta di tasca propria e convincendo il proprio team che è possibile migliorare le vetture adottando accorgimenti a prima vista insignificanti ma che in verità possono fare la differenza, in pista. Howard conosce benissimo la maniera da lui trattata, e ne parla senza applicare alla sua stratosferica storia nessun tipo di agiografia o di panegirico incondizionato, preferendo invece uno stile secco e intelligente che getta luce su una diatriba sportiva decennale assurta a leggenda nel corso del tempo, ma che merita piuttosto un epiteto più pragmatico e adatto se osservata dalla prospettiva che esamina i motivi che condussero la coppia Hunt-Lauda a fare vicendevole conoscenza e a comprendere come funziona realmente la vita di un pilota di Formula Uno che, come sostiene Hunt in una delle prime sequenze, è perennemente di fronte alla morte, perché la sperimenta con frequenza quotidiana e non sa mai se uscirà vivo dall’abitacolo del suo bolide. In conclusione, un bersaglio preso proprio al centro, senza incespicare da nessuna parte né forzare la trama indirizzandola verso la scelta di realizzare un bio-pic troppo elementare atto solamente a celebrare due vecchie glorie che non verranno mai dimenticate. La questione, anche per quanto riguarda questa pellicola, rimane aperta anche per chi non è solito masticare di automobilismo.
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nick simon
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venerdì 4 ottobre 2013
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morgan/howard: buona anche la seconda
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Il sodalizio artistico tra Peter Morgan e Ron Howard prosegue brillantemente: Rush è un film di pregevole fattura. Lo sceneggiatore e drammaturgo inglese aveva infatti firmato, oltre a The Queen (2006), Hereafter (2010) e altri, quello che è considerato il film più riuscito di Howard: Frost/Nixon (2008). Come allora, il 59enne regista statunitense si mostra abilissimo nel raccontare, con suspense impeccabile, vicende già note al pubblico. Anche qui gli avversari sono distanti anni luce, e anche qui sono la fluidità di scrittura, la regia attenta ai dettagli e l'acutezza psicologica a fare la differenza. La fedeltà plastico-figurativa nel disegno dei personaggi è unita ad una altrettanto precisa ricostruzione dell'aspetto prettamente tecnico-sportivo.
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Il sodalizio artistico tra Peter Morgan e Ron Howard prosegue brillantemente: Rush è un film di pregevole fattura. Lo sceneggiatore e drammaturgo inglese aveva infatti firmato, oltre a The Queen (2006), Hereafter (2010) e altri, quello che è considerato il film più riuscito di Howard: Frost/Nixon (2008). Come allora, il 59enne regista statunitense si mostra abilissimo nel raccontare, con suspense impeccabile, vicende già note al pubblico. Anche qui gli avversari sono distanti anni luce, e anche qui sono la fluidità di scrittura, la regia attenta ai dettagli e l'acutezza psicologica a fare la differenza. La fedeltà plastico-figurativa nel disegno dei personaggi è unita ad una altrettanto precisa ricostruzione dell'aspetto prettamente tecnico-sportivo. I contributi dei costumi, delle scenografie e delle musiche di H. Zimmer sono notevoli, ma l'essenza del film è il conflitto di idee, caratteri, stili di guida e di vita tra James Hunt e Niki Lauda. Gli ottimi C. Hemsworth e D. Brühl recitano con grinta e brio; particolarmente bravo il secondo. Vengono (più o meno brevemente) accennati il passato prossimo e le vicende sentimentali dei protagonisti: Suzy e Marlene, rispettive compagne di Hunt e Lauda, sono interpretate da O. Wilde e A.M. Lara. La spettacolarità è un mezzo, non un fine: nelle vertiginose sequenze in pista gli effetti speciali sono utilizzati con sagacia, uniti ad un montaggio convulso ma sempre efficace. Ma i meriti maggiori del film sono la sua umanità e la sua capacità di andare oltre la rivalità sportiva, mostrando la crescita interiore dei protagonisti: l'emozionante finale svela la loro stima reciproca, derivata da una mutua dipendenza, ovvero dalla definizione di un individuo in funzione dell'altro.
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alex41
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domenica 6 ottobre 2013
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ron howard all'ennesima potenza
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Una autentica lezione di vita, una storia vera ricca di colpi di scena. Ron Howard dirige un film maestoso, dai ritmi eccellenti, adrenalinico e intenso come solo lui è in grado di fare. Bravissimi gli attori (soprattutto Bruhl), ottimo trucco, colonna sonora di Zimmer come sempre meravigliosa, e sceneggiatura di ottimo contorno, come fra l'altro lo spiazzante sonoro. Rush è un film indimenticabile di un regista che, dopo alcuni flop, sembrava essere caduto in basso, ma finalmente con questa pellicola è ritornato alla ribalta. Alla faccia di tutti quelli che si gasano con pellicole tipo Fast & Furious e dicono che sono diretti in modo egregio....con Ron Howard e il suo Rush non c'è storia (guardare per credere!).
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loski
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giovedì 24 ottobre 2013
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il cinema diventa adrenalina
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Che cinema, che film, che storia!
Tutto funziona in Rush, la recitazione e il ritmo sono travolgenti,che tu sia appassionato di formula uno o che tu non lo sia cambia poco, perchè dietro le incredibili e talentuose corse di Niki Lauda e James Hunt, c'è la storia di due vite in tutto diverse ma legate dalla ed alla stessa passione.
Che cos'è la formula uno? Non lo so, ma ho capito come inizia e cosa diventa per i due protagonisti.Per Niki la possibilità di riscattarsi da una vita, che per lui non potrebbe funzionare, dedicata all'azienda di famiglia (egli non è un imprenditore come il padre) e di fare fortuna in altro modo. E grazie al suo genio strategico nel potenziare le capacità della prima macchina concessagli, ed alla sua a volte arrogante determinazione entra in formula uno.
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Che cinema, che film, che storia!
Tutto funziona in Rush, la recitazione e il ritmo sono travolgenti,che tu sia appassionato di formula uno o che tu non lo sia cambia poco, perchè dietro le incredibili e talentuose corse di Niki Lauda e James Hunt, c'è la storia di due vite in tutto diverse ma legate dalla ed alla stessa passione.
Che cos'è la formula uno? Non lo so, ma ho capito come inizia e cosa diventa per i due protagonisti.Per Niki la possibilità di riscattarsi da una vita, che per lui non potrebbe funzionare, dedicata all'azienda di famiglia (egli non è un imprenditore come il padre) e di fare fortuna in altro modo. E grazie al suo genio strategico nel potenziare le capacità della prima macchina concessagli, ed alla sua a volte arrogante determinazione entra in formula uno. Per James Hunt passione infantile che ben si addice alla sua fisiologica tendenza a godersi al massimo la vita e le gioie ed eccessi che essa offre. Per entrambi diventerà ragione di vita, sfida reciproca fino all'ultimo sangue, fino quasi alla morte per Niki.
Due uomini che amano la vita e rischiano la morte,che si sfidano sul campo alimentando vicendevolmente la propria determinazione a vincere e che, passando attraverso l'odio e l'antipatia reciproca, in fondo si stimano ed ammirano da due veri campioni.
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carlo andreatta
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mercoledì 13 novembre 2013
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magnifico
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Rush è un film sportivo a sfondo drammatico, o forse sarebbe meglio dire un film drammatico costruito su avvenimenti (veri) legati allo sport della Formula 1. Già, perchè in questo film, più del rombo delle varie Ferrari e McLaren (che pur fanno sentire la loro parte) contano i personaggi. È la storia del giovane pilota austriaco Niki Lauda e dell'affascinante pilota inglese James Hunt. Entrambi ripudiati dalle rispettive famiglie per la loro scelta di correre con le auto, i due si troveranno in circostanze tali che per tutta la vita saranno rivali, si odieranno, ma, come viene detto nell'epilogo, si rispetteranno anche, perchè "impara più un saggio da un nemico che uno stupido da un amico".
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Rush è un film sportivo a sfondo drammatico, o forse sarebbe meglio dire un film drammatico costruito su avvenimenti (veri) legati allo sport della Formula 1. Già, perchè in questo film, più del rombo delle varie Ferrari e McLaren (che pur fanno sentire la loro parte) contano i personaggi. È la storia del giovane pilota austriaco Niki Lauda e dell'affascinante pilota inglese James Hunt. Entrambi ripudiati dalle rispettive famiglie per la loro scelta di correre con le auto, i due si troveranno in circostanze tali che per tutta la vita saranno rivali, si odieranno, ma, come viene detto nell'epilogo, si rispetteranno anche, perchè "impara più un saggio da un nemico che uno stupido da un amico". Lauda, rigido e rispettoso delle regole, sempre serio e concentrato sull'obiettivo da raggiungere, imparerà da Hunt a godersi la vittoria e i piaceri della vita, che bisogna saper vivere, e Hunt, disprezzante di fatica e lavoro, imparerà da Lauda ad essere più ligio e a impegnarsi più costantemente al fine di raggiungere un obiettivo che ha a cuore. Film quindi su due parti completamente diverse che prima si scontrano, non riuscendo a capirsi, ma poi si aiutano e completano a vicenda. Estremamente affascinante poi la parte automobilistica: questo è un film che riuscirà a far gustare il pericoloso e adrenalinico mondo della Formula 1 anche agli spettatori che-come me-non la apprezzano molto. Il montaggio frenetico che mescola primissimi piani su motori e pistoni e brevi piano-sequenza sui volti dei piloti garantisce, assieme alla stavolta davvero geniale regia di Ron Howard, un'immedesimazione tale che, una volta usciti dalla sala, ci si stupirà di non essere fuori dal circuito di Nurbürgring o sotto la pioggia a Fuji. Emozionanti e coinvolgenti anche le musiche di Hans Zimmer, che si riconferma come il miglior compositore sulla piazza. Rush è una vera e propria esperienza cinematografica, il miglior film della stagione e, assieme a Django Unchained e Cloud Atlas, del 2013. Un entusiasmante capolavoro.
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cizeta
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martedì 18 febbraio 2014
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fedele...
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Un film assolutamente fedele al celebre duello tra Lauda e Hunt nelle piste da corsa.
Non è facile scrivere e girare un film su un tema come quello dei motori, rimanendo fedele alla storia madre... Howard e la sceneggiatura di Peter Morgan ci sono riusciti in maniera ottimale.
Il film risulta essere quasi un documentario, in alcuni momenti sembra non stiano neanche recitando... la trama è ben nota agli appassionati della F1: due stili di vita, due personaggi, due culture diametralmente opposte si battagliano nei circuiti di Formula3 e, successivamente, di F1 dando vita ad un duello storico con annesso il triste incidente di Lauda che ogni ferrarista conosce a memoria.
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Un film assolutamente fedele al celebre duello tra Lauda e Hunt nelle piste da corsa.
Non è facile scrivere e girare un film su un tema come quello dei motori, rimanendo fedele alla storia madre... Howard e la sceneggiatura di Peter Morgan ci sono riusciti in maniera ottimale.
Il film risulta essere quasi un documentario, in alcuni momenti sembra non stiano neanche recitando... la trama è ben nota agli appassionati della F1: due stili di vita, due personaggi, due culture diametralmente opposte si battagliano nei circuiti di Formula3 e, successivamente, di F1 dando vita ad un duello storico con annesso il triste incidente di Lauda che ogni ferrarista conosce a memoria. Interessante è stato anche lo spazio dato, durante il film, ai fattori economici determinanti in una competizione di tale caratura. I due protagonisti, così agli intipodi nelle loro caratteristiche personali e professionali, si riscoprono complementi del loro successo e delle loro vittorie.
Voto Personale: 8,5
La pellicola è strutturata bene, cattura visivamente grazie all'eccelso montaggio (ottimo uso delle ottiche e delle tonalità quasi da Cross- Process) ed all'ottima regia. Bravissimi anche gli interpreti maschili (prima performance di "spessore" per Hemsworth) e femminili (vabbè facile con la Wilde)... film stra consigliato anche per non amanti dei motori.
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67user
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lunedì 14 aprile 2014
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veramente un bel film
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Di questi tempi i film fatti bene sono sempre più rari: questo è uno.
Racconta la storia di due grandi assi che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo della formula 1, e lo fa magistralmente. spaziando tra la competizione e la vita privata di questi due grandi campioni, con una sceneggiatura molto curata e un'interpretazione molto convincente di tutti i personaggi coinvolti.
Del resto Ron Howard è un regista che sa il fatto suo e sa ben coinvolgere gli spettatori, anche sul piano emotivo.
Ottimo sotto tutti gli aspetti è un film che merita di essere visto (su uno schermo di dimensioni adeguate e con un buon impianto audio per coglierne ogni sfumatura).
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gadman
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mercoledì 20 agosto 2014
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il cannibalismo in formula 1
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Quando il film piace anche a chi non è appassionato di formula 1, vuol dire che ha fatto centro! La storia filmata e' più vera di quella reale! La rivalità tra due piloti opposti nello spirito e nelle vite! Il razionale che non da' emozioni ma è un vincente antipatico (Lauda), il passionale simpatico che per vincere deve sperare solo nella fortuna (Hunt)! La sfida tra due cannibali egoisti ! Ed è bello che vinca Hunt, anche perché sarà la prima e l'ultima vittoria mondiale della sua breve vita! Lo spettatore vive l'emozione della sfida e del destino di due eroi moderni!
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deathproof97
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mercoledì 3 settembre 2014
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sopravvalutato
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Il film ha l'intento di raccontare la storia di due grandi campioni del mondo della formula 1 degli anni 70, cioè Niki Lauda e James Hunt e dell'eterna lotta, ma anche grande amicizia, che c'era tra i due. Purtroppo però questa bella storia viene qui strumentalizzata e banalizzata da Ron Howard che la rende una banalissima storia degna di alcuni teen movies americani. Il tutto inoltre viene coronato da una miriade di errori anacronistici dovuti ad una scarsa attenzione ai particolari. Come se tutto ciò non bastasse gli effetti speciali e le ricostruzioni delle gare sono a dir poco grossolani e ancora una volta poco curati: molte scene infatti risultano finte e lasciano l'amaro in bocca agli appassionati.
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Il film ha l'intento di raccontare la storia di due grandi campioni del mondo della formula 1 degli anni 70, cioè Niki Lauda e James Hunt e dell'eterna lotta, ma anche grande amicizia, che c'era tra i due. Purtroppo però questa bella storia viene qui strumentalizzata e banalizzata da Ron Howard che la rende una banalissima storia degna di alcuni teen movies americani. Il tutto inoltre viene coronato da una miriade di errori anacronistici dovuti ad una scarsa attenzione ai particolari. Come se tutto ciò non bastasse gli effetti speciali e le ricostruzioni delle gare sono a dir poco grossolani e ancora una volta poco curati: molte scene infatti risultano finte e lasciano l'amaro in bocca agli appassionati. In conclusione questo film "sulla formula 1" potrà essere un bel film per chi non si intende molto di corse, ma per chi c'era e per chi ama veramente questo mondo è ben lungi dall'essere un capolavoro. Forse se fossero stati spesi meno soldi nella promozione del film e più nel film stesso il risultato sarebbe stato mille volte migliore.
La scena più bella del film? Chris Hemsworth seminudo. ;)
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thesenderminator
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mercoledì 29 luglio 2020
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la speranza diventata un film...che storia.
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osservandone le caratteristiche un film spettacolare, all'inizio non
ci si aspettava che potesse essere una cosa del genere,
chi diceva ah lo so..., per poi magari ripresentarsi con nuove
fette di sperazna... e fantasia..., situazioni incredibili
e che in realtà hanno avuto delle soddisfazioni sportive
di encomiabile caratura da albo d'oro dello sport spettacolo,
sottoposti poi alle competizioni più evolute
e in cui nulla si poteva prevedere, specie
quando non si possiede ne macchina ne ingaggi ne mezzi economici per far
fronte al marchioingegno delle altre genti, un pò quà un pò là, però
lo spirito del grande pilota, nonostante le
incongruenze storiche, e che lasciano il tempo che trovano nel film,
ci fanno ricordare quasi, il mitico Schumi, storico champ
e forse anche il "The Hammer" della Formula 1,
lo spettacolo e lo sport sembrano così,
aspettando quel finale, di cui altra gente si
deve rendere disponibile per l'interpretazione, casomai, ovvio all'inizio di
una cosa si sono sprecati degli epiteti e poi è tutta un'altra cosa,
non dispiace per niente questo film.
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osservandone le caratteristiche un film spettacolare, all'inizio non
ci si aspettava che potesse essere una cosa del genere,
chi diceva ah lo so..., per poi magari ripresentarsi con nuove
fette di sperazna... e fantasia..., situazioni incredibili
e che in realtà hanno avuto delle soddisfazioni sportive
di encomiabile caratura da albo d'oro dello sport spettacolo,
sottoposti poi alle competizioni più evolute
e in cui nulla si poteva prevedere, specie
quando non si possiede ne macchina ne ingaggi ne mezzi economici per far
fronte al marchioingegno delle altre genti, un pò quà un pò là, però
lo spirito del grande pilota, nonostante le
incongruenze storiche, e che lasciano il tempo che trovano nel film,
ci fanno ricordare quasi, il mitico Schumi, storico champ
e forse anche il "The Hammer" della Formula 1,
lo spettacolo e lo sport sembrano così,
aspettando quel finale, di cui altra gente si
deve rendere disponibile per l'interpretazione, casomai, ovvio all'inizio di
una cosa si sono sprecati degli epiteti e poi è tutta un'altra cosa,
non dispiace per niente questo film..., proprio perchè è un film,
e per molte persone..., forse questo il senso e che ci fa piacere lo sport oltre al film.
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