massi1991
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venerdì 4 ottobre 2013
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in pole position per gli oscar
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Il 12 Febbraio del 2002 Ron Howard veniva insignito del premio oscar per la miglior regia.undici anni dopo quella consacrazione Howard potrebbe ripetersi grazie a Rush,biopic incentrato sulle vite di James Hunt e Niki Lauda. Il regista statunitense, coadiuvato dalla solida sceneggiatura di Peter Morgan (che si era già cimentato con i biopic sportivi,avendo sceneggiato "Il maledetto United"),confeziona un solido film che giostra sapientemente le vite dei due protagonisti riuscendo a far appassionare lo spettatore al loro lato umano,elemento suffragato dalle notevoli interpretazioni di Daniel Bruhl e Chris Hemsworth che riescono a far emergere tutte le debolezze dei propri protagonisti,questo grazie anche alla solida mano di Howard,che riprende il tutto con uno stile classico ed elegante,capace di trasportare lo spettatore nell'abitacolo del pilota.
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Il 12 Febbraio del 2002 Ron Howard veniva insignito del premio oscar per la miglior regia.undici anni dopo quella consacrazione Howard potrebbe ripetersi grazie a Rush,biopic incentrato sulle vite di James Hunt e Niki Lauda. Il regista statunitense, coadiuvato dalla solida sceneggiatura di Peter Morgan (che si era già cimentato con i biopic sportivi,avendo sceneggiato "Il maledetto United"),confeziona un solido film che giostra sapientemente le vite dei due protagonisti riuscendo a far appassionare lo spettatore al loro lato umano,elemento suffragato dalle notevoli interpretazioni di Daniel Bruhl e Chris Hemsworth che riescono a far emergere tutte le debolezze dei propri protagonisti,questo grazie anche alla solida mano di Howard,che riprende il tutto con uno stile classico ed elegante,capace di trasportare lo spettatore nell'abitacolo del pilota. A confezionare magnificamente il tutto,la colonna sonora di Hans Zimmer epica e adrenalinica asservita alla potenza delle immagini. Per concludere, tra i candidati agli oscar 2013 Rush si dimostra un valido pretendente ed ha già fatto registrare il giro più veloce.
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dadab.
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lunedì 7 ottobre 2013
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rush
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Un’antica rivalità radicata nella convinzione di poter battere l’altro. È questo lo slancio dal quale parte il film di Ron Howard, Rush. Rivalità, in questo caso, sportiva. Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth), piloti di macchine da corsa, sono opposti nelle scelte di vita ma non nel talento. Un talento che li ha resi leggenda. La trama è quasi uno stereotipo: due abili atleti che si contendono il primo posto nel podio, uno dedito all’alcool, donne e divertimento, l’altro meticoloso, serio e competitivo. Destinati a scontrarsi ma anche a confrontarsi. Non è assurdo pensare che questa sia una reale testimonianza? Vita vera? Una linea sottile che però delimita il confine tra verità e menzogna, tra realtà e finzione.
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Un’antica rivalità radicata nella convinzione di poter battere l’altro. È questo lo slancio dal quale parte il film di Ron Howard, Rush. Rivalità, in questo caso, sportiva. Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth), piloti di macchine da corsa, sono opposti nelle scelte di vita ma non nel talento. Un talento che li ha resi leggenda. La trama è quasi uno stereotipo: due abili atleti che si contendono il primo posto nel podio, uno dedito all’alcool, donne e divertimento, l’altro meticoloso, serio e competitivo. Destinati a scontrarsi ma anche a confrontarsi. Non è assurdo pensare che questa sia una reale testimonianza? Vita vera? Una linea sottile che però delimita il confine tra verità e menzogna, tra realtà e finzione. Allora gli eroi esistono, si pensa guardando il film, sotto molteplici aspetti. Non più con elmo, spada e scudo come ai tempi dei Greci, ma a bordo di una Ferrari nuova fiammante. Sono eroi perché guardano in faccia la morte, la sfiorano, la sbeffeggiano, per poi evitarla. "…E' per la nostra vicinanza alla morte, perchè più sei vicino alla morte e più ti senti vivo e più sei vivo. E loro questo lo vedono, lo sentono..." Dice Hunt ad un certo punto. Questo gioco pericoloso li rende quasi disumani ai nostri occhi. L’idea che qualcuno riesca a giocare con la propria vita inebriandosi del pericolo è eccitante. Perfino l’introverso Lauda accetta un 20% di probabilità di morte, ogni volta che infila il casco e accende il motore. Certo, oggi le leggi sono cambiate, non si può più sfrecciare a quella velocità su un suolo bagnato o circondati dal pericolo. Ma prima si poteva eccome. Appena il semaforo diventava verde partiva la carneficina, di uomini martiri coraggiosi e folli. Il film mette in tavola, oltre alle corse, alla velocità adrenalinica e agli abili attori, anche una certa dose di saggezza. Qualche frase buttata qua e là porta a riflettere: Un uomo astuto impara dal suo nemico più di quanto l’uomo stolto faccia dal suo migliore amico. Questo dice Lauda ad Hunt alla fine del film. Lo esorta a non sprecare il suo talento ormai decretato dalla vittoria mondiale. Ma a nulla valgono gli ammonimenti. Hunt ha voluto solo dimostrare, a se stesso e agli altri, di potercela fare. Mentre Lauda, instancabile, continuerà a correre, a sfidare la morte, ancora e ancora. Quindi sotto il velo di insulti e scaramucce, i due piloti si rispettano enormemente. I momenti migliori del film sono proprio gli attimi di umanità che emergono da due uomini così diversi, eppure così uguali; uno sguardo, un cenno di solidarietà, mostrano a tutti noi esempi di amicizia e lealtà, quasi commovente. Forse il regista poteva approfondire di più questo rapporto, o forse quei momenti di rispetto appena accennati, dicono già tutto. Anche l’amore emerge in un finale antieroico ma forse per questo, eccezionale. Il ritiro dalla gara per rispetto di sua moglie. Lauda si dimostra il vero punto forte della narrazione.
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luca capaccioli
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martedì 15 ottobre 2013
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un capolavoro emozionante e spettacolare!
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Ron Howard, regista del memorabile A Beautiful Mind, dirige un film che approfondisce la rivalità dei due storici piloti della Formula 1, quali James Hunt e Niki Lauda, interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e John Bruhl. Hunt è un arrogante e simpatico playboy di nazionalità inglese, mentre l'austriaco Lauda è un tipo serio e riservato. Ancora giovani, i due si incontrano per la prima volta nei circuiti della Formula 3, sviluppando già allora una rivalità che sarebbe diventata una leggenda in seguito. Arrivati nella Formula 1, i due piloti combatteranno per il titolo di campione del mondo, in un campionato composto da eventi drammatici, ma anche notevoli momenti di gloria.
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Ron Howard, regista del memorabile A Beautiful Mind, dirige un film che approfondisce la rivalità dei due storici piloti della Formula 1, quali James Hunt e Niki Lauda, interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e John Bruhl. Hunt è un arrogante e simpatico playboy di nazionalità inglese, mentre l'austriaco Lauda è un tipo serio e riservato. Ancora giovani, i due si incontrano per la prima volta nei circuiti della Formula 3, sviluppando già allora una rivalità che sarebbe diventata una leggenda in seguito. Arrivati nella Formula 1, i due piloti combatteranno per il titolo di campione del mondo, in un campionato composto da eventi drammatici, ma anche notevoli momenti di gloria. Tratto da una storia vera e caratterizzato da un'ottima sceneggiatura di Peter Morgan, un'ambientazione negli anni '70 straordinaria ed una regia spettacolare, il film Rush si rivela un vero capolavoro. Ron Howard riesce ad accentuare in maniera marcata la storica rivalità dei due piloti, entrambi aventi la stessa importanza nel ruolo di protagonisti. Il duo Hemsworth/Bruhl si rivela eccezionane in termini di interpretazione, a tal punto che entrambi meriterebbero il Premio Oscar, in quanto sono perfettamente nella parte e la loro performance è riuscita alla perfezione. Da ammirare, inoltre, alcuni autentici filmati legati alle vicende nella vita reale dei due piloti. Un film assolutamente consigliato e che intrattiene lo spettatore dall'inizio alla fine.
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(di luca capaccioli)
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alexander 1986
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lunedì 24 febbraio 2014
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l'eterno dualismo tra talento e dedizione.
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Nicki Lauda e James Hunt come Caino e Abele, Ettore e Achille, Salieri e Mozart e quant'altri volete? Per Ron Howard e la semplificazione hollywoodiana è proprio così: il duello tra il pilota austriaco (Levy-Bruhl) e l'inglese (Hemsworth) esploso durante gli anni '70 sarebbe stato uno dei tanti capitoli di un topo mitologico-letterario-cinematografico sempre fertile e duro a morire. Da un lato, il pilota brutto, musone, metodico e iper-razionale; dall'altro, il gioviale e scanzonato viveur amato dagli déi, a sua volta amante delle donne e dell'alcool. E poco importa se, come disse Lisa Simpson criticando il celebre 'Amadeus' di Forman (1984), nella realtà Salieri è stato un musicista talentuoso oltreché serio e Mozart un musicista serio oltreché talentuoso.
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Nicki Lauda e James Hunt come Caino e Abele, Ettore e Achille, Salieri e Mozart e quant'altri volete? Per Ron Howard e la semplificazione hollywoodiana è proprio così: il duello tra il pilota austriaco (Levy-Bruhl) e l'inglese (Hemsworth) esploso durante gli anni '70 sarebbe stato uno dei tanti capitoli di un topo mitologico-letterario-cinematografico sempre fertile e duro a morire. Da un lato, il pilota brutto, musone, metodico e iper-razionale; dall'altro, il gioviale e scanzonato viveur amato dagli déi, a sua volta amante delle donne e dell'alcool. E poco importa se, come disse Lisa Simpson criticando il celebre 'Amadeus' di Forman (1984), nella realtà Salieri è stato un musicista talentuoso oltreché serio e Mozart un musicista serio oltreché talentuoso. La differenza tra 'Rush' e gli esempi sopraccitati consiste nel fatto che non c'è, tra i due modelli umani ed eroici, chi sia destinato a perdere. Entrambi i campioni hanno vinto e hanno ottenuto la propria fetta di gloria; come a dire, che la vita è talmente munifica da premiare la volontà di vincere, non il metodo. Mirabile ingenuità.
Se avranno la pazienza di tollerare refusi storiografici e inesattezze più o meno grandi, gli amanti della Formula 1 si godranno una ricostruzione emozionante dell'epoca e dei suoi personaggi (da segnalare Clay Regazzoni interpretato da P. Favino). Le scene di corsa sono adrenaliniche e realistiche. In generale, si tratta di un film notevole che merita una visione anche da profano sull'argomento.
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sandy walsh
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domenica 6 ottobre 2013
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sportivo e epico
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Sono andata al cinema in quanto fan di Howard e curiosa di conoscere la famosa vicenda che nel lontano 1976 sconvolse il mondo dello sport e di cui avevo solo sentito parlare. Mi sono trovata di fronte un film talmente perfetto che non avrei mai pensato di potermi appassionare tanto all'automobilismo. Io che quando c'è la formula 1 in tv cambio canale, sono stata per due ore attaccata allo schermo seguendo le scene mozzafiato delle corse automobilistiche, vivendo in prima persona le vicende dei protagonisti come li conoscessi da sempre. Sì perché il vero talento del regista non è stato solo rappresentare bene il mondo dell'automobilismo in modo da coinvolgere anche chi ne è estraneo, grazie a riprese maestrali da bordopista e da ogni angolatura e punto di vista, anche facendo sostituire lo spettatore al pilota in corsa, ma mescolarci anche le vicende personali dei due piloti, dagli esordi in giovane età fino all'apice delle carriere, il rapporto con i familiari e gli amici, i sentimenti e il rapporto con le donne della loro vita che hanno in qualche modo condizionato le loro storie.
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Sono andata al cinema in quanto fan di Howard e curiosa di conoscere la famosa vicenda che nel lontano 1976 sconvolse il mondo dello sport e di cui avevo solo sentito parlare. Mi sono trovata di fronte un film talmente perfetto che non avrei mai pensato di potermi appassionare tanto all'automobilismo. Io che quando c'è la formula 1 in tv cambio canale, sono stata per due ore attaccata allo schermo seguendo le scene mozzafiato delle corse automobilistiche, vivendo in prima persona le vicende dei protagonisti come li conoscessi da sempre. Sì perché il vero talento del regista non è stato solo rappresentare bene il mondo dell'automobilismo in modo da coinvolgere anche chi ne è estraneo, grazie a riprese maestrali da bordopista e da ogni angolatura e punto di vista, anche facendo sostituire lo spettatore al pilota in corsa, ma mescolarci anche le vicende personali dei due piloti, dagli esordi in giovane età fino all'apice delle carriere, il rapporto con i familiari e gli amici, i sentimenti e il rapporto con le donne della loro vita che hanno in qualche modo condizionato le loro storie. Il tutto sapientemente raccontato come una storia epica, rappresentando i due protagonisti quasi come eroi leggendari, ma facendoci conoscere anche i loro risvolti più intimi e la loro umanità. La storia di questi due uomini così agli antipodi, sia nella vita che in carriera, viene raccontata sapientemente fino all'epilogo finale e ci fa capire che dietro la rivalità dei due piloti si nascondeva molto rispetto reciproco e forse un sentimento di amicizia che le esigenze di carriera non hanno mai potuto far maturare.
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ilaria pasqua
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martedì 22 ottobre 2013
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una sfida immortale
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“Un uomo astuto impara dal suo nemico più di quanto l’uomo stolto faccia dal suo migliore amico”
C’erano grandi aspettative per Rush di Ron Howard.
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“Un uomo astuto impara dal suo nemico più di quanto l’uomo stolto faccia dal suo migliore amico”
C’erano grandi aspettative per Rush di Ron Howard. Dopo mesi e mesi di pubblicità nei cinema, la curiosità era altissima. E posso dire che è stata soddisfatta nel migliore dei modi. Le aspettative immense ripagate.
Niki Lauda e James Hunt, si incontrano/scontrano per la prima volta nel campionato di Formula 3 e da quel momento non fanno altro che inseguirsi l’un l’altro per raggiungere il successo che entrambi sono sicuri di meritare.
Sono due personalità forti, ma i due uomini non potrebbero essere più diversi: Niki Lauda è un serio, metodico, preciso professionista che non si lascia mai andare, nemmeno fuori dalle corse.
James Hunt uno che ama divertirsi, forse più di quanto ama correre. È un continuo di feste, di donne, grazie anche al suo bell’aspetto: altissimo, biondo, occhi penetranti. Mentre Niki Lauda viene chiamato topo, un topo che però sa fare meraviglie oltre che come pilota anche come meccanico, infatti lui è in grado di apportare modifiche alla sua macchina come non sa fare nessun’altro. E per questo la sua macchina finisce per essere la migliore.
Uno spericolato, l’altro attento ai dettagli, alla macchina. Uno circondato da tante persone che lo amano e che lo desiderano, l’altro solo, o quasi.
Quando entrambi firmano finalmente un contratto, uno per la Ferrari, per cui guida anche un efficiente Pierfrancesco Favino (ormai ovunque), e l’altro, James Hunt, per la McLaren, la sfida si sposta sulle piste della Formula 1, e sarà senza esclusione di colpi.
La competizione tra questi due mostri sacri dell’automobilismo, divenuti grandi anche nella vita per le loro personalità ingombranti, è tremendamente appassionante, grazie alla bravura dell’ancora poco noto Daniel Brühl (che vedremo presto in The Fifth Estate, film su Assange e Wikileaks), e ad un convincente Chris Hemsworth, che non avrei immaginato potesse essere guardabile,e persino bravo, al di fuori di Thor. Entrambi gli attori hanno reso alla perfezione i personaggi, nelle loro sicurezze e nei loro dubbi più profondi. Ma il merito va anche alla regia di Ron Howard che azzecca il ritmo perfetto per questo tipo di film che va avanti concentrandosi esclusivamente sulla sfida tra i due, gara dopo gara, sfida che prosegue fuori dalla pista, dove i due uomini mettono in luce la loro totale inconciliabilità, nel modo di vivere e rapportarsi al lavoro e agli altri. Un punto a favore anche per la colonna sonora incalzante e epica, che si è rivelata perfetta, ma non ci si poteva aspettare altro da Hans Zimmer, già vincitore di un Oscar e pluricandidato.
Quando Niki Lauda ha l’incidente si arriva ai picchi massimi del film. Il suo eroico rientro in gara, per non lasciare terreno libero a chi (Hunt chiaramente) durante la sua sofferta convalescenza, molto breve in realtà, ha guadagnato tantissimi punti scalando la vetta, è avvincente e appassionante come poche cose viste al cinema ultimamente. E si sta con il fiato sospeso, mentre questi due grandi uomini si combattono sul filo del rasoio rischiando la vita per una competizione che è l’anima stessa dello sport. I due si invidiano forse, si odiano, ma si rispettano profondamente, sono nemici, ma forse persino amici, una strana amicizia. In realtà l’uno non esisterebbe senza l’altro. È stata la presenza dell’uno e dell’altro ad averli spinti a tanto. È l'essenza stessa dello sport, è pura competizione, desiderio di vincere sopra a qualsiasi altra cosa. Entrambi, se avessero avuto altre capacità, o diversi desideri, avrebbero fatto altro probabilmente (lo dice lo stesso Niki Lauda), ma quando hanno incrociato lo sguardo, da quel primo “stronzo” sussurrato, è nata una fiamma che non ha fatto che alimentarsi nel corso di quei lunghi anni. E l’altro, il rivale, quello vero, l'unico, è stato la base di qualsiasi decisione, di qualsiasi spinta a fare sempre meglio. Ed è così che sono diventati grandi.
Due rivali. Due uomini. Per una storia vera che lascia senza fiato.
Per ora uno dei più bei film di questo 2013.
"L’uomo ama le donne. Ma ancora più delle donne ama… le macchine!"
Recensione pubblicata su www.ilariapasqua.net
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gianleo67
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lunedì 3 marzo 2014
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donne e motori...gioie e dolori
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Storia romanzata della rivalità e delle vicende personali e sportive dei due campioni mondiali di F1 James Hunt e Niki Lauda, dal comune esordio in F3 all'exploit nel Gran Premio principale fino ai drammatici avvenimenti che il primo Agosto 1976 portarono al drammatico incidente nel circuito del Nürburgring Nordschleife in Germania, dove il pilota austriaco riportò gravi ustioni che comunque non gli impedirono di ritornare quello stesso anno sulle piste.
Se al cinema di Ron Howard possono essere facilmente rimproverati i difetti classici del cinema hollywoodiano mainstream (scrittura che punta alla convenzionalità ed alla riduzione psicologica dei caratteri, spettacolarizzazione degli elementi salienti della narrazione, inverosimiglianza storico-biografica, relativismo etico a buon mercato, etc.
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Storia romanzata della rivalità e delle vicende personali e sportive dei due campioni mondiali di F1 James Hunt e Niki Lauda, dal comune esordio in F3 all'exploit nel Gran Premio principale fino ai drammatici avvenimenti che il primo Agosto 1976 portarono al drammatico incidente nel circuito del Nürburgring Nordschleife in Germania, dove il pilota austriaco riportò gravi ustioni che comunque non gli impedirono di ritornare quello stesso anno sulle piste.
Se al cinema di Ron Howard possono essere facilmente rimproverati i difetti classici del cinema hollywoodiano mainstream (scrittura che punta alla convenzionalità ed alla riduzione psicologica dei caratteri, spettacolarizzazione degli elementi salienti della narrazione, inverosimiglianza storico-biografica, relativismo etico a buon mercato, etc.) questi ,per certi versi, possono apparirne anche come i punti di forza di una filmografia che ha saputo interpretare il gusto di una platea trasversale di spettatori ruminanti pop-corn che da sempre popolano i multisala in ogni angolo del globo, decretandone il successo commerciale di cui l'industria cinematografica tout-court (compresi gli apparati promozionali delle 'kermesse' convenzionate) non ha mai potuto evitare di confrontarsi. A questa logica produttiva di un cinema che fa dell'appeal spettacolare la sua arma vincente e che si autoalimenta come garanzia di successo al box office (per la verità presente fin dagli albori nella storia della settima arte) non può sfuggire nemmeno la facile riduzione di una storia biografica in cui alle vicende umane di personaggi straordinari (là erano i naufraghi orbitanti di Apollo13, qui la geniale sregolatezza di un matematico dissociato, adesso la spregiudicata incoscienza di acclamati protagonisti della F1) come Lauda e Hunt si unisce il fascino dinamico per il mondo dei motori che, sebbene nel cinema richieda un impegno prevalente in fase di post produzione, proietta le consuete dinamiche relazionali dell'amicizia virile nel quadro di una avvincente lotta per la sopravvivenza, di una sfida contro i propri limiti che da sempre lo sport si presta a rappresentare. Cinema artigianale che non ricerca nè l'attendibilità filologica nè tantomeno una ricercatezza formale estranea al pragmatismo tecnico cui il nostro ci ha abituato, pare inseguire le traiettorie invisibili di personalità divergenti e conflittuali (l'estroverso e libertino Hunt e il razionale e morigerato Lauda) pur utilizzandone gli elementi biografici come puro pretesto per la messa in scena di un rutilante baraccone di buoni sentimenti e conquiste amorose. A parte le lacune di scrittura di una storia che incede per avvenimenti salienti e scene madri (ripercorrendo a ritroso una precipua cronologia agonistica), il film inserisce bene i suoi protagonisti (sebbene gli attori non siano chiamati a prove eccezzionali) nel circuito accidentato di una storiella divertente che taglia con facilità il traguardo delle 2 ore. Tra le varie nomination ai Globe ed ai BAFTA, si aggiudica (solo) un meritato Oscar britannico per il montaggio a Dan Hanley e Mike Hill. Donne e motori...gioie e dolori.
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stefano bruzzone
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mercoledì 10 settembre 2014
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il miglior film sul genere
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Ron Howard è garanzia di spettacolarità, fotografia ai massimi e regia praticamente perfetta. Bravo, bravo come sempre, bravo come in Angeli e Demoni e tanti altri grandi films da lui diretti. La storia di due campioni di formula 1 degli anni 70, Niki Lauda e James Hunt e il loro rapporto di amore/odio, passando per gli esordi per finire nel tragico incidente che coinvolse Lauda. Il film si sofferma molto sul personaggio e meno sull'azione mescolando il tutto in maniera sapiente senza mai stancare. Riprese mozzafiato calano lo spettatore sugli spalti degli autodromi di tutto il mondo negli anni 70 facendo di Rush il miglior film in assoluto sul genere.
Voto: 8
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onufrio
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lunedì 6 ottobre 2014
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hunt vs lauda
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C'era una volta la vera Formula Uno, con i duelli che hanno scritto la storia di questa competizione; una di queste fu la famosa battaglia fra Lauda ed Hunt nel 1976, anno in cui avvenne il terribile incidente al pilota d'origine austriache. Cronistoria lunga 7 anni, dal 1970 al 1976 raccontata con immensa maestria da Ron Howard con scene spettacolari ed una narrativa impeccabile. La storia non scema mai d'interesse, ogni secondo di questo film suscita pathos, senza dubbio un capolavoro per quel che riguarda il genere Sportivo, un genere da prendere sempre con le molle per i registi, ma Howard ha superato l'esame a pieni voti.
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aristoteles
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giovedì 15 ottobre 2015
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brum brum brum
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Parto subito dicendo che mi è piaciuto e le due ore passano velocemente non solo perché di fatto si corre di brutto.
La regia è ottima come la veste grafica di indiscusso valore.
La storia descritta e' buona ma gli appassionati sanno molto bene che non tutto quello che viene raccontato corrisponde a verità.
In primis i due erano amici al punto di aver convissuto un periodo insieme e la riunione prima del fatidico GP non è mai avvenuta.
Hunt non aveva quel fisico scultoreo ma su questo possiamo passarci sopra.
Mi fa piacere comunque che abbiano girato questo discreto film sulla formula uno "vecchia maniera" e ricordato due grandissimi piloti di cui uno è venuto a mancare troppo presto.
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Parto subito dicendo che mi è piaciuto e le due ore passano velocemente non solo perché di fatto si corre di brutto.
La regia è ottima come la veste grafica di indiscusso valore.
La storia descritta e' buona ma gli appassionati sanno molto bene che non tutto quello che viene raccontato corrisponde a verità.
In primis i due erano amici al punto di aver convissuto un periodo insieme e la riunione prima del fatidico GP non è mai avvenuta.
Hunt non aveva quel fisico scultoreo ma su questo possiamo passarci sopra.
Mi fa piacere comunque che abbiano girato questo discreto film sulla formula uno "vecchia maniera" e ricordato due grandissimi piloti di cui uno è venuto a mancare troppo presto.
Gradevole e divertente,ne consiglio la visione a tutti.
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