Quebranto

Film 2013 | Documentario 90 min.

Regia di Roberto Fiesco. Un film Da vedere 2013 con Fernando García Ortega, Lilia Ortega, Jorge Fons, Patricio Pereda, Joaquín Rodríguez. Cast completo Genere Documentario - Messico, 2013, durata 90 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 27 aprile 2015

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
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La vitalissima storia di un "camaleonte" messicano.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Fernando García è un travestito che si esibisce nei locali messicani con il nome di Coral Bonelli. Una storia che appartiene al mondo dello spettacolo la sua, fin da quando, bambino, venne alla ribalta prima come imitatore, poi come attore con il nome di Pinolito e più tardi ancora come ballerino e drag queen. Strettamente legata alla sua vicenda è quella della madre Doña Lilia Ortega che, nonostante l'età, continua a calcare le scene come attrice e cantante.
Quebranto sta per disfacimento. Ma il termine non venga letto nella sua accezione negativa perché il percorso gender di Fernando García è quanto di più vitale si possa immaginare. La vicenda di questo camaleonte messicano che intende l'espressione artistica legata a doppio filo al desiderio di assecondare la propria sessualità colpisce per una serie di ragioni. Come prima cosa a balzare all'attenzione è la qualità cinematografica - montaggio, movimenti di macchina, musiche e fotografia - di un'operazione che Roberto Fiesco porta avanti in seguito ad un serio lavoro di ricerca, dove è inoltre possibile scorgere un coefficiente di cuore davvero notevole, un afflato particolarissimo che non non scade mai nel ritratto pietistico. L'idea vincente del film, probabilmente, sta proprio nel tenersi in bilico tra queste sue due identità (documentazione/introspezione), ancora, nel non essere per forza incentrato su un sofferto coming out, ma nel voler seguire le evoluzioni, anche storico-sociali, che ad esso hanno portato.
Nella parte finale, quando ci si focalizza sul racconto delle preoccupazioni della madre riguardo all'accettazione da parte del mondo di fuori della nuova identità del figlio, la macchina da presa di Fiesco si concentra sul volto dell'anziana donna per poi allargare il campo fino ad includere il volto e il corpo di Fernando, mostrato come una sua parte complementare, quasi un doppio di Lilia. Del resto, Quebranto rivela la storia di due sensibilità simbiotiche incapaci di essere scisse, un rapporto di amore filiale che supera qualsiasi tipo di "imprevisto" e di paura del sociale: «Mi ero sempre detta: i miei figli, qualsiasi cosa facciano, sono sempre i miei figli. Io ho sofferto per loro. Sono la loro madre e li accetterò qualsiasi cosa succeda».
La fame di palcoscenico delle due protagoniste, le mura foderate di videocassette, i momenti in cui Fernando si guarda bambino sullo schermo della televisione (tra i film interpretati come Pinolito c'è anche I figli di Sanchez con Anthony Quinn) sembrano rimandare ad un Almodóvar rasserenato dalla voglia di ricominciare a vivere. Sempre e comunque.

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