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Vita di Pi, un successo mondiale

La pellicola di Ang Lee vicina ai 600 milioni di dollari.
di Robert Bernocchi

In foto una scena di La vita di Pi.
Suraj Sharma - Ariete. Interpreta Pi Patel nel film di Ang Lee Vita di Pi.

martedì 19 febbraio 2013 - BIZ

In attesa di conoscere il verdetto dell'Academy, c'è già un film che ha battuto nettamente tutti i rivali per l'Oscar, ma senza neanche fare tanto rumore. Forse perché il suo successo non è derivato (come avviene per tanto cinema moderno) da un primo weekend da record, ma da un'ottima tenitura. Si tratta di Vita di Pi, arrivato a 576 milioni di dollari nel mondo. Basti pensare che il maggiore successo internazionale della carriera di Quentin Tarantino, Django Unchained, sta lentamente raggiungendo i 400 milioni. Lincoln, che a sorpresa ha incassato benissimo negli Stati Uniti (e anche in Italia, dove è vicino ai 6 milioni di euro), si deve accontentare finora di 235 milioni. In un articolo firmato da Daniel Miller, il Los Angeles Times cerca di spiegare il trionfo della pellicola di Ang Lee.

Merito, come succede sempre più spesso, dei mercati extramericani. Infatti, negli Stati Uniti il film ha incassato 111 milioni di dollari, un bel risultato vista la concorrenza natalizia. Ma l'80% delle entrate è arrivato dal resto del mondo, dove la pellicola ha ottenuto ben 465 milioni. Determinanti i 90 milioni raccolti in Cina, i 44 nel Regno Unito, i 29 in Russia, i 26 in Germania, senza dimenticare gli 11 milioni di dollari conquistati in Italia, dove è stato l'unico film delle feste a non deludere le attese, ma anzi a superarle.

C'è da dire che, nonostante le premesse, ci sono diversi aspetti del film che hanno funzionato bene e che possono aiutare a spiegare il suo successo (anche se, come capita sempre in questi casi, sarebbero stati dimenticati in caso di fallimento). Il fatto di essere l'adattamento di un fortunato romanzo di Yann Martel, popolare in tutto il mondo, è stato sicuramente un aiuto. Va detto però che questo non può essere considerato un fattore determinante, visti i tanti casi di fallimenti di bestseller portati sullo schermo.

C'è chi ha anche fatto notare la grande tournée fatta da Ang Lee per promuovere il film e che lo ha portato in giro per il mondo. Fattore sicuramente positivo, ma anch'esso non sufficiente a spiegare il fenomeno. Più interessante notare come il film sia stato venduto dalla Fox in maniera diversa a seconda dei territori. Per esempio, in America latina si è utilizzato un trailer che poneva grande attenzione al pubblico delle famiglie, considerato molto importante in questi Paesi per avere successo. Nelle nazioni asiatiche, invece, si è puntato sull'immagine della tigre, mentre in India si è sfruttato anche il cast locale che ha partecipato alla pellicola. C'è anche chi sostiene che il finale abbia spinto molti spettatori a rivedere il film per capirlo meglio, soprattutto in Cina, ma forse è stato più importante il passaparola positivo, che ha continuato a portare buoni incassi anche dopo diverse settimane dall'inizio dello sfruttamento.

Un altro elemento da considerare è il fatto che, per una volta, il 3D non è sembrato un trucco per far pagare di più gli spettatori, ma aveva una rilevanza artistica notevole, grazie a una qualità visiva che dovrebbe permettere ai suoi creatori di vincere gli Oscar per gli effetti speciali e la fotografia. Sicuramente, il fatto che fosse una perfetta via di mezzo tra un intrattenimento superficiale (basti pensare al botteghino italiano, in cui le commedie non hanno funzionato come sperato, con la parziale eccezione di Colpi di fulmine) e i film troppo impegnati. Vita di Pi, in effetti, può essere visto come un'avventura eccitante da un pubblico più giovane, così come un prodotto impegnativo e filosofico, se osservato con occhi più adulti. Ma, in fin dei conti, la pellicola di Ang Lee ci dimostra che facendo un buon film si possono ottenere ottimi risultati. E che non bisogna mai sottovalutare il pubblico, ritenendo che non sia in grado di apprezzare film complicati, anche se mostrano il protagonista da solo con una tigre in una zattera per un'ora. Insomma, una lezione artistica, ma anche economica...

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