Titolo originale | The Cremator |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Peng Tao |
Attori | Cheng Zhengwu, Yang Sijia . |
MYmonetro | 2,96 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 maggio 2013
Un uomo è deciso a imterrompere la sua attività per tornare nella città natale, quando una ragazza entra nella sua vita.
CONSIGLIATO SÌ
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Cao vive da tempo in un piccolo villaggio della Cina, lontano dal paesino in cui è nato, e lavora in un impianto di cremazione. Secondo le usanze locali, la cremazione è riservata solo ai corpi non riconosciuti, che non vengono reclamati da familiari o amici. Sempre secondo la tradizione, gli uomini che muoiono prima di sposarsi hanno diritto a una "sposa fantasma", una donna defunta, non sposata, che possa accompagnare l'uomo nel suo viaggio nell'aldilà. Per guadagnare denaro extra, in un contesto molto povero, Cao aiuta l'amico Xie a procurare spose fantasma a defunti facoltosi. Quando la polizia consegna all'obitorio il cadavere non identificato di una giovane e bellissima donna suicida, il solitario Cao, che non si è mai sposato, decide di prenderla in moglie. L'uomo è malato e desidera fare ritorno al suo paese natale. Ma l'arrivo di Xiuqiao, sorella minore della defunta, ribalta i suoi piani.
È un piccolo film toccante e delicato, quello diretto dal pechinese Peng Tao. Una storia lieve e straziante, raccontata in punta di piedi, con poche parole e molti sguardi pregnanti, in un leggero sussurro molto distante dai ritmi frenetici e dal montaggio convulso e adrenalinico di tanto cinema occidentale. Una storia di altri tempi, di una Cina ancora legata alla terra, lontana dall'immagine di potenza industriale emergente a cui è ormai associata. Una Cina in cui le antiche usanze e tradizioni hanno ancora un valore profondo, intramontabile, ma non a tutti è concesso osservarle. In un paese lacerato da contraddizioni e incolmabili diseguaglianze economiche e sociali, solo chi paga può permettersi le cure mediche che possono salvargli la vita o un degno funerale, con i colori e il rituale impianto scenico, quasi teatrale, che vediamo nel film.
Ma non c'è niente di opulento nella vita di Cao, uomo taciturno e solitario che ha l'amarezza di non aver mai avuto una moglie, perché «chi mai vorrebbe vivere con un becchino». Stare per anni in mezzo ai cadaveri non ha, però, indurito il suo cuore, capace di una tenerezza silenziosa ed empatica. La cura e l'amore con cui trucca il volto della sua giovane "sposa" non ha nulla di perverso o malato. È solo espressione di una solitudine da lenire poco prima della fine. Senza egoismi, come dimostrerà nell'incontro con la testarda e poverissima sorella della defunta. Il confronto tra Xiuqiao e Cao - interpretati con autenticità e sensibilità dai due attori protagonisti - stravolgerà i piani di entrambi, ma arricchirà le loro vite di quell'affetto che per troppo tempo è stato loro negato, mettendo l'altruismo al di sopra degli interessi personali e della propria condizione di bisogno.