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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson.
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Titolo originale The Best Offer.
Drammatico,
durata 124 min.
- Italia 2012.
- Warner Bros Italia
uscita martedì 1 gennaio 2013.
MYMONETRO
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Distrutto dal finale
di ndkcflFeedback: 712 | altri commenti e recensioni di ndkcfl |
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martedì 6 agosto 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Avevo sentito tantissimi commenti positivi su questo film, gente che ne decantava le lodi a destra e a manca, perciò quando sono arrivata alla fine, non potevo essere più delusa. Sicuramente l’idea di fondo è molto originale, ma originale non è sinonimo di bello. Il protagonista è decisamente singolare: vecchio, fissato con l’arte e l’antiquariato, germofobico all’ennesima potenza e imbroglione. Il principale personaggio femminile non è da meno: affetto da una rarissima malattia che lo costringe a rimanere sempre barricato in casa e a non incontrare mai nessuno. La situazione dei due malati è a dir poco bizzarra -per tutto il film fanno a gara a chi è più matto- ed i sentimenti che provano l’uno per l’altra –considerando che si tratta di un vecchio ed una ventenne- fa ribrezzo. Per non parlare poi, delle innumerevoli incongruenze e stranezze tipiche dei lungometraggi, come ad esempio, quando la ragazza si prova i vestiti che l’uomo le porta in dono: un attimo prima ha i capelli in uno stato pietoso, un secondo dopo si è cambiata abito ed ha pure avuto il tempo di aggiustarsi la chioma in un perfetto chignon. Ma passi tutto questo, passino 100 minuti di film nel quale si susseguono stranezze d’ogni tipo, furti, bagni nudi e baci tra il vecchio e la ragazza, passino perché, volendo, il modo in cui i due malati si guariscono a vicenda è bello e romantico, perché in fondo il lungometraggio intriga, ma il finale… quello no, distrugge tutto. Dopo che per quasi due ore il regista ci ha rotto le scatole con questi stravaganti –e a tratti, inquietanti- personaggi, decide che il tutto deve rivelarsi solo un’enorme macchinazione. Proprio così, una truffa. Un raggiro ideato da quelli che l’anziano credeva essere i suoi due unici amici: un giovane dal talento eccezionale, che per tutto il lungometraggio gli aveva dato consigli per conquistare la donna, ed un amico di vecchia data che per tutta la vita lo aveva aiutato a collezionare quadri preziosissimi. Al tutto, ovviamente, aveva partecipato anche la ragazza per cui, per la prima volta in tutta la sua vita, il protagonista aveva provato sentimenti d’affetto. Un bel giorno il vecchio, tornato da quella che, per amore di lei, aveva deciso sarebbe stata l’ultima asta della sua vita, ha ritrovato l’enorme stanza segreta, stracolma di dipinti preziosissimi, vuota, eccetto per un androide al quale aveva lavorato per tutto il tempo insieme all’ “amico”. Non nascondo di essere rimasta enormemente delusa da questo finale assolutamente inaspettato: nemmeno per un istante; infatti, mi ha sfiorato il sospetto che si potesse trattare di una imbroglio, poiché ritenevo sarebbe stato troppo contorto e perverso perfino per il regista e invece… Evidentemente, un lieto fine si sarebbe rivelato troppo comune e scontato per Tornatore, che in questo lungometraggio sembra aver inseguito, più che altro, lo strampalato. Non lo consiglio assolutamente –soprattutto se vi sentite depressi- ma se proprio volete guardarlo, vi suggerisco di saltare il finale.
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