Anno | 2010 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Paola Randi |
Attori | Gianfelice Imparato, Saman Anthony, Peppe Servillo, Eloma Ran Janz, Gianni Ferreri Shatzi Mosca, Rocco Capraro. |
Uscita | venerdì 11 febbraio 2011 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,08 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 17 aprile 2013
La convivenza forzata tra Alfonso e Gayan, da cui nascerà un sodalizio che darà loro il coraggio di affrontare il proprio destino. Il film ha ottenuto 4 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Into Paradiso ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 115 mila euro e 45,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
|
Alfonso è un ricercatore universitario: timido, impacciato e drammaticamente precario. Alla notizia del suo licenziamento, decide di rivolgersi ad un vecchio amico d'infanzia, un politico in ascesa, nella speranza di ricevere una raccomandazione. Ottenuto il favore, viene coinvolto in una resa dei conti tra camorristi e, costretto a scappare, si rifugia nel piccolo appartamento sul tetto di Gayan, un ex campione di cricket srilankese. La convivenza forzata tra i due permetterà la nascita di una solidarietà umana che cambierà le loro vite.
Napoli è una città vitale, dove la multiculturalità - secondo la regista Paola Randi - detta legge, anche quando camorra e malavita seminano terrore. Il suo esordio al lungometraggio è un gioiello che brilla della luce vigorosa degli abitanti napoletani. Classicismo e sperimentazione si alternano come pesi di una bilancia che carica una storia complessa e ricca di riferimenti all'attualità. La rappresentazione della politica, infatti, è in linea con l'immagine dei governatori italiani; come dice Alfonso nel film, i "politici mangiano tutto", dimostrando con un'espressione breve e incisiva l'arraffamento smanioso della classe dirigente italiana. La dignità osannata ma mancata del politicante sta in mezzo ai due estremi, Alfonso e Gayan. Il luogo dell'incontro tra quest'ultimi, chiamato realmente "Paradiso" dalla comunità singalese che ci abita, è un mondo a sè, distaccato da Napoli per tradizioni popolari ma vicino alla città per esuberanza di colori. Lo spaesamento di Alfonso è indice di un'ingenuità atavica che tende a perdonare tutto, a livellare su uno stesso piano ciò che è buono e cosa non lo è affatto, la gente per bene e i camorristi.
L'ironia con la quale la regista si diverte a raccontare queste contraddizioni passa attraverso scenette esilaranti che prendono in giro le abitudini private dei cittadini: l'ossessione per le telenovelas e l'incontentabile signora borghese che sfrutta Gayan come badante. La leggerezza che ne consegue smorza i toni tragici dell'intreccio, senza però appiattire i temi trattati. La denuncia di una malavita distruttiva rimane in primo piano. Ma allo stesso tempo la possibilità di una conciliazione tra due mondi diversi come quelli di Alfonso e Gayan mette il punto sulla speranza.
L'estrosità dello stile registico e la forza dei contenuti dimostrano come sia possibile contribuire alla resistenza del cinema italiano con coraggio e sfrontatezza. Malgrado qualche lieve caduta di sceneggiatura, un debutto del genere va difeso senza tentennamenti.
“Into Paradiso” può diventare un neologismo, una nuova parola. Indica il felice connubio tra popoli diversi, presentato attraverso il racconto di “storie migranti”. Un po’ come il termine serendipità, che sta ad indicare lo stato emozionale che si prova nel vivere una situazione totalmente nuova, imprevista.
Un film veramente delizioso. Ironico e qui e là surreale, con uno sguardo lucido ma poetico allo stesso tempo sul mondo sbrindellato che abbiamo intorno, che gioca amabilmente sullo sgomento di chi conserva ancora l'incanto. Gli attori tutti nella parte. Napoli poteva essere qualsiasi altra città del mondo, nei cui territori suburbani le storie si somigliano tutte. [...] Vai alla recensione »
Era da tanto tempo che non mi capitava di uscire dal cinema con un grande senso di soddisfazione! Into Paradiso è un bel film italiano, capace di intrattenere e divertire, mai banale, montato egregiamente, con un bravissimo Gianfelice Imparato (nella parte del professore precario tontolone), un altrettanto bravo Peppe Servillo e una serie di ottimi comprimari.
“Io sono un ex campione sfortunato” dice lo srilankese Gayan emigrato a Napoli in cerca di una vita migliore; “Io sono un ex ricercatore precario licenziato” gli risponde il già anziano Alfonso D’Onofrio (Gianfelice Imparato). In questo breve dialogo c’è molto di tutto il film: sono gli stranieri – che si adattano a molti lavori, Gayan per esempio farà il badante e sua cugina Giacinta, che diventerà [...] Vai alla recensione »
Un'ottima interpretazione da parte di tutti gli attori. Bella fotografia per una storia abbstanza realistica in questi tempi. Giganteggiano Servillo e Imparato con momenti di teatro allo stato puro. Musiche origilnali e coinvolgenti. Notevole la scena finale con la similitudine tra Cancro e Camorra. Sicuramente da visionare.
regia originale e brillante, storia un po' surreale, spirito multietnico, ottima fotografia, ottima musica. molto bravo Gianfelice Imparato, attore attonito con stile. bravi anche gli attori srilanka, e Peppe Servillo. bello anche il messaggio di speranza. ottima opera prima di Paola Randi. mi è piaciuto molto. grazie anche a mymovies per l'anteprima web.
Cara Paola, in questo tuo primo lungometraggio, hai proprio fatto centro. Nel bel mezzo di una Napoli multiculturale si incontrano due personaggi agli antipodi tra di loro: Vincenzo, politico in ascesa, che per raggiungere l'apice della propria carriera è disposto a scendere a patti con la mafia e Alfonso, un ingenuo disoccupato, che decide sotto consiglio di rivolgersi al vecchio amico [...] Vai alla recensione »
INTO PARADISO Gradevilissima commedia dark (forse non è l’aggettivo più appropriato, ma non me ne viene in mente uno migliore) a tinte rosa, dove ironia e dramma si fondono magnificamente in un tutto ben equilibrato, dove si ride ma senza dimenticare il quadro di violenza che fa da sfondo; violenza che è abilmente stemperata dalla connotazione caricaturale dei [...] Vai alla recensione »
Napoli, tempo di elezioni amministrative. Alfonso D’Onofrio (Gianfelice Imparato) si definisce “uno scienziato precario disoccupato”. Ha appena perduto il posto di lavoro e, mal consigliato, crede bene di rivolgersi al consigliere comunale Vincenzo Cacace (un ottimo Peppe Servillo) per una raccomandazione. Ma quest’ultimo è in mano a un boss malavitoso che gli impone un favore: fare il postino per [...] Vai alla recensione »
Alfonso D'Onofrio è un timido, impacciato e ancora mammone (benché la madre sia morta) ricercatore precario ormai cinquantenne. Un giorno riceve una lettera di licenziamento e un amico, il quale gestisce un cinema a luci rosse, gli consiglia di recarsi da un amico in comune, politico in ascesa, già consigliere comunale e in campagna elettorale: Vincenzo Cacace.
Napoli ci regala di nuovo un bel film. Si tratta di una favola urbana nella quale Il protagonista viene licenziato e, affidandosi al consiglio di un amico, cerca una raccomandazione, così facendo si ritrova invischiato in un affare di camorra. Fuggendo ad un agguato finesce "into paradiso" un angolo di Napoli abitato da immigrti dallo Sri Lanka.
Napoli come crocevia delle diversità: onesta e delinquenza, disoccupazione e raccomandazioni, italianità e multiculturalità. La regista vuole realizzare una commedia dura e umana al tempo stesso, nella quale un italiano e un cingalese condividono il destino: con una certa delicatezza evidente e un buonismo smisurato vorrebbe mettere assieme luoghi comuni nostrani e tipicità [...] Vai alla recensione »
Into Paradiso è un ormai raro esempio di originale, nuova, autentica e fresca arte del cinema italiano.Può nascere una stella, Paola Randi, che esordisce al cinema con un film veramente meritevole per soggetto, sceneggiatura e regia. Speriamo che la Randi continui così. Imparato e Servillo mostrano una recitazione di altissimo livello e in alcuni tratti [...] Vai alla recensione »
Abbiamo trovato anche noi una regista che racconta favole per immagini come lo Jean Pierre Jeunet di Amelie e dell'Esplosivo piano di Bazil. Ma abbiamo anche la prova che l'unico modo di comprendere una realtà è farlo fare a chi non è nel sistema, la milanese che non è coinvolta nella realtà napoletana e riesce perciò a sbatterci in faccia [...] Vai alla recensione »
Alfonso (Imparato) è uno scienziato napoletano impacciato e da poco disoccupato, un amico che si è visto bruciare il cinema di sua proprietà (dalla malavita) per ben quattro volte, gli consiglia la via più sicura della raccomandazione. Un suo vecchio amico Vincenzo Cacace (Servillo), politico in cerca d'ascesa (con supporti camorristici) vede in Alfonso l'ingenuo [...] Vai alla recensione »
Nonostante le critiche positive, il film scorre malamente, cerca di usare un registro surreale, ma non riesce nell'intento: infine, molto pretenzioso!!!
INTO PARADISO è UNO DI QUEI FILM CHE TI FA USCIRE DAL CINEMA CON IL SORRISO SULLE LABBRA!
....gradevole sceneggiata napoletana recitata ottimamente.......
L'idea è bella, accattivante e condivisibile ma per arrivare a fare un film sostenuto dalla metafora finale nell'equiparazione camorra uguale a cancro ci vuole ben altra maestria registica. La narrzazione è sconnessa, manca di ritmo e fluidità. I bozzetti vanno saputi costruire con un grande mestiere che qui non vedo.
Un film,se cosi' si puo' nominare,stupido,insignificante,mal recitato con una trama futile insomma un film da evitare.Voto 5-
Milanese. Ma anche palermitana. Un tocco di Venezia. E una famiglia in giro per l’Italia. Dice di avere “il viaggio e l’emigrazione nel dna” Paola Randi, regista al debutto cinematografico con Into paradiso, surreale commedia con Gianfelice Imparato e Peppe Servillo, presentata fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. E il tema che la Randi ha voluto portare sul grande schermo è proprio quello dell’emigrazione, cercando, però, di affrontarlo in modo inedito e nuovo.
Nella finzione, uno è un timido ricercatore precario disoccupato, l’altro un imprenditore politicante senza molti scrupoli. Nella realtà, il primo alterna il teatro al cinema, il secondo la musica al teatro e ormai anche al cinema. Gianfelice Imparato e Peppe Servillo sono i protagonisti di Into Paradiso, commedia dai toni dolceamari sul delicato tema dell’immigrazione, girata a Napoli dalla regista milanese Paola Randi, al suo debutto sul grande schermo.
I film toccati dalla grazia sono rari. “Into Paradiso”, lungometraggio d’esordio della videomaker Paola Randi (nei cinema dall’11 febbraio) fa parte della categoria. Il tam tam partito dalla Mostra di Venezia dov’è stato presentato nella sezione Controcampo italiano. Poi, come capita quando certi piccoli film riescono a intercettare l’intelligenza emotiva dello spettatore, questa commedia multietnica [...] Vai alla recensione »
Paradiso è il nome di un degradato condominio abitato da immigrati dello Sri Lanka che l'hanno abbellito di teli colorati e reso vivo della loro capacità di reagire con dignità e allegria a una vita grama. Tanto da essere di lezione esistenziale a Gianfelice Imparato: ricercatore precario che, finito nel mirino della camorra per colpa del politico corrotto Peppe Servillo, ha trovato riparo in quella [...] Vai alla recensione »
In una Napoli multietnica e orgiastica, nel quartiere-mondo che ospita la comunità srilankese, tre uomini di diversa estrazione sociale e origine si trovano a condividere giocoforza un rifugio addossato sopra il tetto di un palazzo malconcio. Il primo è un attempato ricercatore universitario (Gianfelice Imparato), scienziato a contratto che si trova senza lavoro da un giorno all’altro per l’ennesimo [...] Vai alla recensione »
Una città, NapoIi, e tre uomini: lo scienziato licenziato e stralunato Gianfelice Imparato, il politico colluso con la camorra Peppe Servillo e un ex campione di cricket srilankese (il deb Saman Anthony), costretti a convivere in un attico fatiscente del Cavone per sottrarsi ai sicari. Diretto dall’esordiente milanese Paola Randi, è Into Paradiso, commedia low budget surreale e scanzonata che fotografa [...] Vai alla recensione »
Biologo ospedaliero, con la faccia scettica, rassegnata, dell'eccellente Imparato, quando viene licenziato è indotto ad approfittare del sistema di favori della camorra e accetta di aiutare un ex compagno di scuola. Finisce bloccato in un abbaino, braccato da sicari, costretto a praticare il sequestro di persona, ma accudito da una dolce indiana che lo ammalia.
In Italia vivono più di cinque milioni di immigrati, quasi tutti provenienti dai cosiddetti "paesi a forte pressione migratoria". Ma il cinema italiano sembra condividere la schizofrenia della società rispetto al fenomeno. A parte qualche virtuosa eccezione (Il resto della notte e Saimir di Francesco Munzi), gli immigrati sono guardati con superficialità.
Che cosa ci fanno insieme uno scienziato che ha appena perso il lavoro, un ex-campione di cricket venuto dallo Sri Lanka a Napoli per fare il badante, un politico colluso e corrotto, più un imprecisato numero di killer della camorra in cerca di una pistola che scotta? Semplice: danno vita alla commedia più insolita, strampalata e sofisticata vista da molto tempo in qua nel nostro cinema: Into Paradiso [...] Vai alla recensione »
Ognuno può trovare un suo «Paradiso», anche se ha contorni davvero poco affascinanti. Quello che l’esordiente Paola Randi - milanese trapiantata a Roma ma innamorata, del sud - va a scovare lì dove proprio non si pensa, sui tetti malridotti dei quartieri derelitti e di cadente nobiltà dove nasce una amicizia transculturale tra lo spaesato scienziato italiano Alfonso (vittima dei tagli Gelmini), che [...] Vai alla recensione »
Giusto per sapere cosa dicono di noi, là dove il cinema è stato inventato, e dove ancora i talenti si celebrano appassionatamente. Poi arriveranno come dappertutto i bastoni tra le ruote, le invidie, gli ostacoli. Ma l’entusiasmo con cui gli americani sanno celebrare un bravo sconosciuto è paragonabile solo all’entusiasmo con cui il direttore di Cannes Thierry Frémaux presenta sul palco ogni film da [...] Vai alla recensione »
Spiritosa favola anticamorra e pro integrazione multiculturale, somiglia più a Hollywood Party (o a una farsa con Totò) che a un film di impegno sociale. È il primo lungometraggio di Paola Randì. Plot forzatamente e qua e là incongruamente ingarbugliato dove l’ottimo Gianfelice Imparato è un ricercatore che studia le cellule impazzite, conoscitore di telenovelas che vedeva con mammà.
Esule in patria. Capita a un maturo ricercatore universitario napoletano (Gianfelice Imparato), icenziato dal lavoro per merito, anziché per demerito, mentre la camorra vuole ucciderlo. E lui si rifugia in una comunità singalese trovando asilo tra altri reietti… Ecco Into Paradiso , presentato a Venezia e premiato al Festival di MonteCarlo per l'interpretazione di Imparato.