Titolo originale | Tsumetai nettaigyo |
Anno | 2010 |
Genere | Thriller |
Produzione | Giappone |
Durata | 144 minuti |
Regia di | Sion Sono |
Attori | Asuka Kurosawa, Mitsuru Fukikoshi, Tetsu Watanabe, Megumi Kagurazaka, Denden Hikari Kajiwara. |
Tag | Da vedere 2010 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 giugno 2013
Da nullità a criminale efferato solo grazie alla frequentazione coatta di un piccolo mafioso violento di quartiere che non disdegna lo sfruttamento di minori e l'adulterio spinto.
CONSIGLIATO SÌ
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Partendo da un fatto di cronaca che ha del sorprendente, Cold fish racconta di un nucleo familiare composto da un uomo, una donna più giovane sposata dopo la morte della precedente compagna e una figlia di primo letto che mal tollera la nuova presenza. I tre, cominciano a frequentare il tenutario di un grande negozio di pesci amazzonici, poichè egli non ha denunciato la figlia, presa a rubare in un supermercato. Con il procedere dell'invadenza dell'uomo sempre di più emerge uno scenario paradossale: morti, cadaveri fatti a pezzi e ascesa sociale folle diventano la regola della loro vita volenti o nolenti, fino ad un finale impensabile anche date le premesse.
Quando si dice di un film che è implausibile poichè esagerato rispetto a ciò che accade nella realtà non si tiene conto di storie come quella da cui è partito Sion Sono, intricate, malate, nere e disperate più di qualsiasi finzione. Su questo strato il regista innesta le proprie considerazioni sul Giappone odierno e la forte spinta al successo di cui è vittima, lo fa esasperando il tono grottesco, premendo l'acceleratore sul comico nei momenti che sembrerebbero meno opportuni e mescolando i toni in maniere che un cineasta occidentale non farebbe mai.
Il risultato è un film che conquista a fasi alterne ma che nel rocambolesco finale riprende per i capelli il senso del racconto, regalando alcune sequenze tra le più spietate, splatter e imprevedibili che un film tratto da un fatto reale abbia probabilmente mai mostrato.
Se l'horror è il genere più morale di tutti Cold fish, che con la paura ha poco a che vedere ma che abbonda di sangue, dimostra di saper tenere la schiena dritta allo stesso modo, senza parteggiare per il proprio protagonista (il classico pesce freddo dato in pasto ai coccodrilli) ma anzi condannando la sua ignavia e passività tanto quanto l'arroganza dei più potenti.
Remissivo e introverso venditore di pesci tropicali, conosce, a causa di un furto perpretato dalla figlia, venditore di pesci ricco, esuberante e col bernoccolo degli affari (almeno in apparenza). La situazione familiare per il piccolo venditore è piuttosto disastrata: la figlia ruba e odia la routine familiare soprattutto a causa della new entry rappresentata dalla donna che ha sostituito [...] Vai alla recensione »
Ancora un regista giapponese eccessivo e delirante, dopo i molti maestri (più o meno controversi) che il cinema del Sol Levante ci ha fatto incontrare in questi ultimi anni (un pensiero a certi film di Shinya Tsukamoto o di Takashi Miike è inevitabile). Il signor Shamoto, un mite proprietario di un negozio di pesci tropicali, con moglie dimessa e figlia ribelle, fa la conoscenza dell’esuberante [...] Vai alla recensione »
Prima che film thriller, horror, splatter, grandguignolesco, grottesco e divertente, tutte cose che gli corrispondono, "cold fish" è un film autenticamente giapponese. Mai un calo di tensione in due ore e mezza di dialoghi violenti, sanguigni, involontariamente comici e caratterizzati dal più autentico linguaggio e comportamento atavico nipponico.
È ignobile che un film del genere sia stato presentato nella sezione orizzonti alla mostra del cinema di Venezia . In questo film in cui si va dal drammatico allo splatter all erotico e al grottesco tutto e ridicolo a partire dalla stupidità dei dialoghi all insopportabile recitazione sopra le righe degli attori che danno la sensazione di essere porno star sovreccitate.