paolina300
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lunedì 7 gennaio 2013
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ottimo
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tatiana micaela truffa
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lunedì 12 novembre 2012
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capolavoro
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Indescrivibile. Ossessionante.
Lo si può solo vedere (sarebbe stato meglio, come me, al cinema) assaporandolo scena dopo scena, ascoltandolo profondamente, nota dopo nota.
Tchaikovsky colonna sonora e filo conduttore di una storia che interseca passione, sentimenti, vita sotto la dittatura.
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Indescrivibile. Ossessionante.
Lo si può solo vedere (sarebbe stato meglio, come me, al cinema) assaporandolo scena dopo scena, ascoltandolo profondamente, nota dopo nota.
Tchaikovsky colonna sonora e filo conduttore di una storia che interseca passione, sentimenti, vita sotto la dittatura...e una grande sorpresa finale.
Il tutto diretto e registrato magistralmente; se dovessi attribuire a questo film un voto da uno a dieci, mi vedrei costretta a ricorrere all'undici.
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marameo
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lunedì 9 aprile 2012
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quando i registi si ripetono...
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Sarà che le aspettative erano tante, sarà che avevo inmentre Train de vie, ma Il concerto mi è sembrato fiacco, noioso, per niente scoppiettante, faticoso nell’incedere.
Si riscatta col finale emozionante, che alza il voto.
Finale da sette, film da 6,5.
Battute trite e ritrite, gli ebrei che mercanteggiano fino all’assurdo e gli zingari tanto bravi a suonare il violino e far casino
Morale: ci siamo un po’ rotti dei cliché del cinema dell’est
(tra l’altro mondo che forse non esiste più nemmeno all’est, se non nelle nostalgie dei registi)
Bello, carino, ma sopravvalutato da matti
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adelfococo
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lunedì 13 febbraio 2012
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il miracolo della musica.
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Musica da brividi! il film fa piangere , ridere e riflettere con molta leggerezza.
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rappel1967
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domenica 11 dicembre 2011
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emozionante
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Bellissimo ed estremamente emozionante.
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nino spadaro
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giovedì 3 novembre 2011
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perchè la cinematografia a volte è pura arte
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Ritengo il film emozionante,originale e splendido per il suo contenuto a volte complesso e che inneggia all'amicizia,all'amore e a tutti i sentimenti che fanno grande l'uomo,permeato da una splendida musica.Commovente ma non lagrimevole,drammatico ma anche comico,mai patetico,senza cadute di stile.Di classe,insomma,da vedere e rivedere
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pannone
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venerdì 14 ottobre 2011
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la musica come forma di redenzione
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Emozionante come solo i grandi talenti cinematografici sanno essere. Capace di emozionare sempre, nel sorriso amaro e nella riflessione acuta, impegnata eppur così leggera. Ancora una volta la creatività bizzarra di Radu Mihaileanu restituisce allo spettatore un cineasta capace di affrontare i temi scomodi della Storia attraverso racconti frutto di una fervida e squisitamente folle immaginazione. Il sogno visionario del matto del villaggio, nello Shtetl di un’Europa in disfacimento (Train de vie), assume nuove sembianze nella Russia contemporanea e nel corpo dell’ex direttore d’orchestra Andreï Filipov.
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Emozionante come solo i grandi talenti cinematografici sanno essere. Capace di emozionare sempre, nel sorriso amaro e nella riflessione acuta, impegnata eppur così leggera. Ancora una volta la creatività bizzarra di Radu Mihaileanu restituisce allo spettatore un cineasta capace di affrontare i temi scomodi della Storia attraverso racconti frutto di una fervida e squisitamente folle immaginazione. Il sogno visionario del matto del villaggio, nello Shtetl di un’Europa in disfacimento (Train de vie), assume nuove sembianze nella Russia contemporanea e nel corpo dell’ex direttore d’orchestra Andreï Filipov. La sua vita, ormai monotona, schiacciata dai ricordi e da sogni spezzati come una bacchetta che non può più indicare le battute, scorre tra i flashback di un concerto interrotto e la flebile speranza di una improbabile rinascita. Costretto a rinunciare alla sua arte, al successo, ad una vita da uomo libero, Andreï subisce la violenta repressione culturale del regime brezneviano per proteggere i tanti musicisti ebrei della sua orchestra, fino a quando, trent’anni dopo, gli si presenta una imperdibile opportunità di riscatto, un fax che darà luogo alla surreale e godibilissima trama del film. Come in uno spartito musicale l’avventura del Maestro sgangherato, e di ciò che resta della sua orchestra, si sviluppa toccando tonalità difformi, quelle del riso così come quelle del pianto, senza mai stonare nel banale revisionismo di una Storia onnipresente, così recente da far sentire ancora tutto il suo peso, devastante, sugli individui. Nel mezzo una musica meravigliosa che congiunge, idealmente, il baratro della repressione alla rinascita umana ed artistica del protagonista e dei suoi compagni di viaggio, non ultima la splendida violinista Mélanie Laurent (ancora una volta ebrea orfana, dopo la recente interpretazione della vendicativa Shosanna in Bastardi senza gloria), inaspettatamente coinvolta nella ricostruzione delle vite interrotte dei suoi genitori. Un concerto per liberarsi del passato, opprimente reprimenda ed interpunzione violenta nelle vite di personaggi rassegnati a vivere nel ricordo di un afflato interrotto.
Il “Concerto per Violino e Orchestra in Re magiore” di Tchaikovsky come metafora della vita, dove ciascun evento corrisponde ad una nota, dove lo spartito traccia un sentiero di rinascita e di redenzione anche per gli antichi nemici (il vecchio impresario comunista). Note perdute riaffiorano per ricongiungere ciò che la storia ha voluto dividere.
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marezio
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domenica 30 gennaio 2011
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doppiaggio con accento russo?
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Anche se la storia è piuttosto comune, il film è bello e girato bene.
L'unica cosa che mi ha disturbato è stato il doppiaggio con accento russo lungo tutto il film. Cosa che lo rende pesantissimo ed a volte poco intellegibile. Bisogna fare uno sforzo per capire certi passaggi, soprattutto dove la recitazione si fa più concitata.
Non vorrei passare per il criticone di turno, ma dove si è mai visto che i film americani vengono doppiati con accento americano, o quelli francesi con accento francese? A mio parere, credo che questa scelta di doppiaggio sia stata poco felice...
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notedo
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giovedì 27 gennaio 2011
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dal grottesco al melò
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E' noto che Mihaileanu è un regista molto determinato nel gestire gli attori ed un furbone straordinario nell'individuare ciò che la gente al cinema vuole vedere. Ed infatti il film deve buona parte del successo al passaparola. Dopo una prima parte grottesca ed anche paradossale successivamente cambia il registro narrativo scivolando sul melò. Ottimo il montaggio fatto con il concorso degli attori stessi la cui collaborazione è stata di grande aiuto per l'eliminazione di scene superflue fino all'ottenimento della ricetta vincente rappresentata dai dodici minuti conclusivi. Bravo il protagonista,grande attore russo di teatro.
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