lordrest
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domenica 14 febbraio 2010
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il concerto della vita
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Il concerto di questo film non è un concerto a caso. E' un concerto per la libertà e per la verità, e si pone ad un unico obiettivo, che tra l'altro è più che giusto: Cambiare la vita dei protagonisti e di tutti i personaggi.
I protagonisti sono due: Andreï Filipov, magistralmente interpretato da Aleksei Guskov e Anne-Marie Jacquet, interpretata da Mèlanie Laurent, già nota per il ruolo di
Sosanna nel "Bastardi senza gloria" di Tarantino. I due sono rispettivamente: l'ex direttore dell'orchestra del Bol'soj, licenziato, umiliato e deluso, dal regime perché aveva ebrei nella sua orchestra, ora ridotto a lavare i pavimenti del suo amato teatro e una giovanissima violinista, con un grandissimo talento e dall'enorme successo commerciale.
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Il concerto di questo film non è un concerto a caso. E' un concerto per la libertà e per la verità, e si pone ad un unico obiettivo, che tra l'altro è più che giusto: Cambiare la vita dei protagonisti e di tutti i personaggi.
I protagonisti sono due: Andreï Filipov, magistralmente interpretato da Aleksei Guskov e Anne-Marie Jacquet, interpretata da Mèlanie Laurent, già nota per il ruolo di
Sosanna nel "Bastardi senza gloria" di Tarantino. I due sono rispettivamente: l'ex direttore dell'orchestra del Bol'soj, licenziato, umiliato e deluso, dal regime perché aveva ebrei nella sua orchestra, ora ridotto a lavare i pavimenti del suo amato teatro e una giovanissima violinista, con un grandissimo talento e dall'enorme successo commerciale. Andreï capisce che la sua vita può cambiare quando scopre che l'orchestra del Bol'soj è stata invitata allo Chatlet di Parigi per un concerto, fingendosi la vera orchestra vuole finire il concerto che il regime non gli ha mai lasciato concludere, per questo duro compito userà qualsiasi espediente, anche non propriamente legale e facendo una nitida fotografia della Russia di oggi.
La storia, che alterna momenti divertenti e ironici a profonde riflessioni sull'immoralità di qualsiasi regime e alla completa soppressione della cultura durante la dittatura Sovietica, riesce a tenere un ritmo splendido nelle due ore di pellicola. La storia scorre fluida davanti agli occhi dello spettatore accompagnata da delle musiche eccezionali, che si integrano in modo perfetto nella trama, quasi a non essere semplicemente un riempitivo, ma bensì un completamento di questo film. Sono proprio le musiche che trascinano l'animo dello spettatore dentro al film, lo fanno diventare parte di esso, ti coinvolgono.
Questo film dimostra davvero tanto, dalla sua schietta ironia, ai suoi splendidi attori, tutto sempre e comunque a ritmo di Cajkovskij. Apre una finestra nuova sulla vita, una finestra che si apre a ritmo di violino, una finestra che si apre sulla nostra vita. La nostra vita che è proprio come questo grande, grosso e a volte un po' goffo, concerto.
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bandy
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domenica 14 febbraio 2010
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dimenticavo le stelline
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Ho dimenticato di mettere le stelline,le metto ora...
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bandy
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domenica 14 febbraio 2010
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molto bello
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Un bel film divertente e ironico,con qualche breve scena triste.
Peccato che film così ne fanno pochi.Da vedere...
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asterione
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domenica 14 febbraio 2010
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il capolavoro di radu
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Ripercorrendo uno spunto che ricorda quello di “Thank You Mrs Thatcher” (dove un gruppo di minatori trova il proprio riscatto in un concorso per bande musicali di paese), questo film bellissimo, un po’ Kusturica e un po’ Ken Loach, dall’intreccio narrativo semplice e avvincente, fa molto di più che portare alla luce un dramma mai sufficientemente divulgato (la deportazione degli ebrei nei gulag siberiani e la pulizia etnica del regime sovietico): è, infatti, uno dei più riusciti tentativi di un regista del vecchio blocco dell’est di fare i conti con la Russia di ieri e, soprattutto, di oggi. Lasciata dietro le spalle un’ideologia che non sapeva niente della libertà, questa stessa rimane sempre una nitida illusione, in un paese dove i soprusi e le differenze sociali sono diventate un muro più alto da oltrepassare della dittatura stessa; non dalle ideologie, ma dagli uomini può arrivare la sola risposta alla ricerca continua e incessante della vera libertà; l’arte (la musica in questo caso) diventa in questa splendida esaltazione lo strumento per eccellenza tramite il quale un gruppo di individui calpestati dalla storia può ritrovare davvero l’armonia con la vita ed il mondo, la stessa armonia incastonata nel volto duro e levigato, spigoloso ed estatico di Melanie Laurant.
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Ripercorrendo uno spunto che ricorda quello di “Thank You Mrs Thatcher” (dove un gruppo di minatori trova il proprio riscatto in un concorso per bande musicali di paese), questo film bellissimo, un po’ Kusturica e un po’ Ken Loach, dall’intreccio narrativo semplice e avvincente, fa molto di più che portare alla luce un dramma mai sufficientemente divulgato (la deportazione degli ebrei nei gulag siberiani e la pulizia etnica del regime sovietico): è, infatti, uno dei più riusciti tentativi di un regista del vecchio blocco dell’est di fare i conti con la Russia di ieri e, soprattutto, di oggi. Lasciata dietro le spalle un’ideologia che non sapeva niente della libertà, questa stessa rimane sempre una nitida illusione, in un paese dove i soprusi e le differenze sociali sono diventate un muro più alto da oltrepassare della dittatura stessa; non dalle ideologie, ma dagli uomini può arrivare la sola risposta alla ricerca continua e incessante della vera libertà; l’arte (la musica in questo caso) diventa in questa splendida esaltazione lo strumento per eccellenza tramite il quale un gruppo di individui calpestati dalla storia può ritrovare davvero l’armonia con la vita ed il mondo, la stessa armonia incastonata nel volto duro e levigato, spigoloso ed estatico di Melanie Laurant. Bellissimo, commmovente, impedibile. Il film più bello dell’anno..
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maxcaramella
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domenica 14 febbraio 2010
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bellissimo
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Ero un pò titubante visto l'argomento ma mi sono dovuto ricredere: il film è veramente bello. Una sapiente miscela di umor, dramma, emozioni ed intelligenza ben ammalgamate e di una scorrevolezza difficilmente riscontrabile di questi tempi. Attori bravissimi, totalmente immersi nella loro parte al punto da rasentare la spontaneità. Montaggio e ritmi da applauso. Lacrime liberatorie!
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francesca meneghetti
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domenica 14 febbraio 2010
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a salvare il mondo sarà la musica o il meticciato?
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“Il concerto” è un film speculare rispetto a “Train de vie”: entrambi si possono idealmente collocare sui piatti opposti di una bilancia per soppesare i danni dei totalitarismi del ‘900, senza l’obbligo di dichiarare se ci sia equilibrio o asimmetria. Il regista glissa sul giudizio storico, così come sulla rappresentazione degli orrori derivanti da nazismo e stalinismo: le sequenze sui lager e sui gulag sono brevi e trasfigurate poeticamente. La sua è una grande e folle utopia: che al Male generato dal secolo più tecnologico e raziocinante della storia si possa contrapporre l’umanità, l’immaginazione, l’arte, la creatività. Del resto i due film presentano una grande continuità stilistica, oltre che tematica: basti pensare al registro comico, ricco di colpi di scena, che non copre il tragico; all’inserimento, nel cast, di alcuni degli stessi attori del “Train de vie”: all’ironia sui tic ebraici; alla passione per la musica e i colori del mondo gitano; al gusto per atmosfere picaresche.
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“Il concerto” è un film speculare rispetto a “Train de vie”: entrambi si possono idealmente collocare sui piatti opposti di una bilancia per soppesare i danni dei totalitarismi del ‘900, senza l’obbligo di dichiarare se ci sia equilibrio o asimmetria. Il regista glissa sul giudizio storico, così come sulla rappresentazione degli orrori derivanti da nazismo e stalinismo: le sequenze sui lager e sui gulag sono brevi e trasfigurate poeticamente. La sua è una grande e folle utopia: che al Male generato dal secolo più tecnologico e raziocinante della storia si possa contrapporre l’umanità, l’immaginazione, l’arte, la creatività. Del resto i due film presentano una grande continuità stilistica, oltre che tematica: basti pensare al registro comico, ricco di colpi di scena, che non copre il tragico; all’inserimento, nel cast, di alcuni degli stessi attori del “Train de vie”: all’ironia sui tic ebraici; alla passione per la musica e i colori del mondo gitano; al gusto per atmosfere picaresche. Sarebbe però sbagliato intendere quello di Radu Milhaileanu come uno sguardo retrospettivo: un presente, carico di intolleranze ed insofferenze per la diversità culturale e religiosa, si affaccia costantemente nel film. L’utopia del regista è sottesa all’idea, volutamente ambigua e sfumata, del “concerto”: sarà la musica, come alta espressione della bellezza, come veicolo di emozioni oltre che di algoritmi, a salvare il mondo? O la cooperazione che è sottesa ad un concerto, che viene presentato come la versione aggiornata del “proletari di tutto il mondo unitevi”? O il meticciato culturale dell’orchestra, i cui membri, prima dello spettacolo, apparivano una sgangherata accolita di individui poco affidabili? Il film non è perfetto: presenta dei manierismi, alcuni tempi sono un po’ dilatati, la fine prevedibile. Ma la nobile follia propria dei poeti e sognatori, così come la musica stregano e commuovono fino alle lacrime lo spettatore.
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catinka
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sabato 13 febbraio 2010
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peccato
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Peccato. La storia c'era, l'originalità anche, gli spunti comici non ne parliamo... e poi la potenza della musica, bellissima, travolgente, emozionante. Da sola vale il prezzo del biglietto.
Peccato però per alcune cadute di sceneggiatura. I personaggi secondari sono tutti uguali (e tutti imbecilli, se mi è concesso. Se non mi è concesso diciamo eccessivamente macchiettistici). Tutti caciaroni, bambacioni, irresponsabili, pressapochisti, una folla di festaioli menefreghisti che da quando mettono piede a Parigi dimenticano tutto quanto raccontato nella prima parte del film per fare baldoria eccessiva, e che improvvisamente, quando il manuale di sceneggiatura lo richiede, ossia prima del gran finale, si redimono e con un cenno tornano subito a fare quello che dovevano fare.
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Peccato. La storia c'era, l'originalità anche, gli spunti comici non ne parliamo... e poi la potenza della musica, bellissima, travolgente, emozionante. Da sola vale il prezzo del biglietto.
Peccato però per alcune cadute di sceneggiatura. I personaggi secondari sono tutti uguali (e tutti imbecilli, se mi è concesso. Se non mi è concesso diciamo eccessivamente macchiettistici). Tutti caciaroni, bambacioni, irresponsabili, pressapochisti, una folla di festaioli menefreghisti che da quando mettono piede a Parigi dimenticano tutto quanto raccontato nella prima parte del film per fare baldoria eccessiva, e che improvvisamente, quando il manuale di sceneggiatura lo richiede, ossia prima del gran finale, si redimono e con un cenno tornano subito a fare quello che dovevano fare.
Perdono l'inverosimiglianza della trama (anzi, confesso di apprezzarla: questo film ha un finale da favola, e chi non è conquistato dalle favole?), ma l'incoerenza nei personaggi no, è sempre un difetto.
Per chi ha visto il film doppiato: ma perchè tutti i personaggi parlano con l'accento russo? parlano tra di loro, a che serve dargli l'accento straniero? per me è una paraculata per rendere i personaggi più "simpatici", appunto macchiette, folkloristici. Ma non vi ha dato fastidio questa cosa? A me sono sembrati un po' imbecilli (sempre se mi è concesso).
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[+] un capolavoro assoluto
(di padly)
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[+] un voto un po' misero mi pare
(di conte di bismantova)
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filippomazz
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sabato 13 febbraio 2010
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fantastico film
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'Magico' penso sia l'aggettivo che meglio si addice a descrivere quest'ottimo film di Radu Mihaileanu (Train de vie). Un'orchestra dimenticata torna alla ribalta imbucandosi ad un concerto in un grande teatro parigino. Un meraviglioso concerto di Tchaikovsky che la vecchia orchestra non riusci' un tempo a suonare per intero deve questa volta essere portato a termine. Emozionante.
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everyone
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sabato 13 febbraio 2010
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l'anima russa non si nasconde.
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L'anima russa si mostra in questo film in tutti i suoi eccessi,le sue dolorose verità ed il risultato è un film struggente per ogni spettatore anche perchè la musica parla all'anima di ognuno qualunque sia la sua lingua!
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pgakapg
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sabato 13 febbraio 2010
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una piccola perla
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Con le buone idee si fanno buoni film. Il film è una piccola perla, divertente, struggente e contiene anche una riflessione da fare mentre si torna a casa.
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