makixo11
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domenica 7 febbraio 2010
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armonia
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Il concerto è un film eccezionale. Semplicemente divertente, profondamente toccante. Tra gli interpreti spicca la Laurent. Il finale è un capolavoro
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laulilla
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domenica 7 febbraio 2010
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la rivoluzione è nella musica
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La caduta rovinosa della Russia sovietica lascia molte macerie e molte ferite: dalle pacchianate kistch dei nuovi ricchi mafiosi, ai sogni infranti di chi ci aveva creduto, alle vite spezzate di chi si era opposto. Alle nequizie del regime non è subentrata un'organizzazione più giusta della società, anzi, per molti la situazione si è cristallizzata: i ruoli sono rimasti quelli di allora perché non è facile risalire in una società di furbi e violenti, e anche perché spesso non si è disposti a lottare per emergere nuovamente, quando mancano ormai le persone che avrebbero motivato quella lotta.
In questa Russia degradata e cinica si svolge la vicenda raccontata dal film, che ha per protagonista il grande maestro Filipov, direttore della prestigiosa orchestra del Bolshoj, ebreo e per questa ragione cacciato dagli uomini di Breznev, insieme agli orchestrali ebrei che suonavano con lui.
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La caduta rovinosa della Russia sovietica lascia molte macerie e molte ferite: dalle pacchianate kistch dei nuovi ricchi mafiosi, ai sogni infranti di chi ci aveva creduto, alle vite spezzate di chi si era opposto. Alle nequizie del regime non è subentrata un'organizzazione più giusta della società, anzi, per molti la situazione si è cristallizzata: i ruoli sono rimasti quelli di allora perché non è facile risalire in una società di furbi e violenti, e anche perché spesso non si è disposti a lottare per emergere nuovamente, quando mancano ormai le persone che avrebbero motivato quella lotta.
In questa Russia degradata e cinica si svolge la vicenda raccontata dal film, che ha per protagonista il grande maestro Filipov, direttore della prestigiosa orchestra del Bolshoj, ebreo e per questa ragione cacciato dagli uomini di Breznev, insieme agli orchestrali ebrei che suonavano con lui. La storia è quella di un’avventurosa e rocambolesca risalita di Filipov, dei suoi amici di un tempo e di altri nuovi, soprattutto zingari, con agnizioni finali e trionfi parigini. Parrebbe una bella fiaba, ma il film è invece molto di più, intanto perché vi sono contenuti i ritratti affettuosi e teneri di questi artisti dimenticati da tutti, ormai abbandonati al loro destino di “ultimi”, che, nonostante tutto, non solo hanno conservato il loro amore per la musica, ma che, grazie proprio a questo, sono in grado di offrire anche un modello di società.
L’orchestra, come già ci aveva spiegato Fellini, può essere considerata quasi la metafora della società, che in questo caso dovrebbe abbandonare le pretese di diventare per sempre perfetta, per accontentarsi di piccoli progetti per la cui riuscita, di volta in volta, sono decisivi tutti, uomini e donne di ogni condizione e provenienza, che allo scopo devono essere organizzati. Questa specie di “armata brancaleone”, sulla quale nessuno è pronto a scommettere, è molto simile a quella che attraverso un viaggio avventuroso raggiungerà i confini russi in Train de vie, l’altro bellissimo film dello stesso regista. Mihaileanu si conferma davvero geniale nell’inventare storie in cui si fondono perfettamente storia e immaginazione, in cui l’arte del racconto retrospettivo (altra citazione felliniana?) assume il carattere della struggente rievocazione di un passato irripetibile, senza che ciò, però, comporti un eccessivo patetismo. Il sorriso, che nasce dall’indulgenza simpatetica verso i difetti umani, è dietro l’angolo e la cultura cosiddetta minore dei popoli dimenticati è lì a manifestare tutta la vitalità e l’energia che la contraddistinguono. Grande regia, dunque, e ottima interpretazione di tutti gli attori, in modo particolare di Aleksei Guskov, grande e sensibile direttore d'orchestra. Segnalerei, ancora, un'ultima citazione, parodistica in questo caso: la strage di San Valentino dal film A qualcuno piace caldo, testimonianza della cultura cinematografica "sincretica" del regista rumeno.
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[+] filipov non è ebreo
(di lllo-olll)
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padly
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domenica 7 febbraio 2010
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concerto di emozioni
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Film capolavoro di Radu Mihaileanu. Ironico, intenso, piacevolmente grottesco e commovente. Si piange, si ride, si riflette sulla storia e sul senso del "comunismo", e sulla Russia di ieri e di oggi. E che cosa è l'utopia del comunismo se non un concerto in cui ciascuno mette in campo il proprio talento, la propria "capacità" per le "necessità" dell'orchestra? Raggiungere la massima "armonia" musicale nel bellissimo concerto per violino in re magg. op. 35 di CIAIKOVSKI è l'utopia musicale, la follia estrema, la "figura" di un ideale storico e sociale. E l'utopia vince sul comunismo reale, sulla dittatura e sui lager, così come la musica vince sui "discorsi/comizi di merda" che non possono o non riescono più a trasmettere la forza di un'ideologia sconfitta dalla storia.
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Film capolavoro di Radu Mihaileanu. Ironico, intenso, piacevolmente grottesco e commovente. Si piange, si ride, si riflette sulla storia e sul senso del "comunismo", e sulla Russia di ieri e di oggi. E che cosa è l'utopia del comunismo se non un concerto in cui ciascuno mette in campo il proprio talento, la propria "capacità" per le "necessità" dell'orchestra? Raggiungere la massima "armonia" musicale nel bellissimo concerto per violino in re magg. op. 35 di CIAIKOVSKI è l'utopia musicale, la follia estrema, la "figura" di un ideale storico e sociale. E l'utopia vince sul comunismo reale, sulla dittatura e sui lager, così come la musica vince sui "discorsi/comizi di merda" che non possono o non riescono più a trasmettere la forza di un'ideologia sconfitta dalla storia. Perfetta anche la colonna sonora.
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gianna gianna
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domenica 7 febbraio 2010
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il concerto
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la regia è ottima,la scelta del cast è ottima se non mi sbaglio a parte alcuni il grosso degli attori non è famoso e questo sottolinea la bravura della regia per l'amalgama ottenuta.ottimo il protagonista perfetto. un film che sa condurre lo spettatore,anche il più ritroso, nella profondità della poesia della creazione artistica. profondo senza essere pesante.Ottimo
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milli49
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sabato 6 febbraio 2010
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dolcissimo e ironico
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mi è molto piaciuto come train de vie. sono d'accordo con Mihaileanu che benigni lo abbia copiato. se non fosse stato per veltroni e i soldi pubblici per il battage pubblicitario mai sarebbe arrivato in america(benigni).
Il concerto è delizioso, la forza del singolo col gruppo raggiunge il massimo.
potete dirmi qual'è il concerto di mozart che apre il film?grazie
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(di padly)
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[+] mozart n 21 andante in do maggiore k467
(di luigi.blu)
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annelise
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sabato 6 febbraio 2010
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suonare a parigi
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Dal sogno della libertà e di fuga di Train de vie gli ebrei e gli altri "esclusi " dei regimi questa volta sognano Parigi. Si prepara il riscatto del gruppo dei musicisti licenziati dal regime sovietico e del loro direttore d'orchestra.Si organizza un concerto nell'incertezza più totale e nell'improvvisazione e si arriva ad uno splendido risultato corale.Il contributo all'impresa è di tutti, anche dei più umili e dei meno abili che si muovono,a volte goffamente,spesso con poca disciplina, verso la meta ambiziosa.La Russia comunista e post comunista viene raccontata con un sorriso a volte amaro, a volte ironico e accanto a personaggi prima pieni di ideologia e attualmente pieni di soldi e presunzione si muovono operai che vivono di stenti e piccoli commercianti.
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Dal sogno della libertà e di fuga di Train de vie gli ebrei e gli altri "esclusi " dei regimi questa volta sognano Parigi. Si prepara il riscatto del gruppo dei musicisti licenziati dal regime sovietico e del loro direttore d'orchestra.Si organizza un concerto nell'incertezza più totale e nell'improvvisazione e si arriva ad uno splendido risultato corale.Il contributo all'impresa è di tutti, anche dei più umili e dei meno abili che si muovono,a volte goffamente,spesso con poca disciplina, verso la meta ambiziosa.La Russia comunista e post comunista viene raccontata con un sorriso a volte amaro, a volte ironico e accanto a personaggi prima pieni di ideologia e attualmente pieni di soldi e presunzione si muovono operai che vivono di stenti e piccoli commercianti.
Il gruppo ,con stratagemmi , sotterfugi ed intelligenza, si compatta e risulta vincente ridicolizzando il "potere" ottuso.
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marezia
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sabato 6 febbraio 2010
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lodi, lodi, lodi perpetue
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Valerio De Paolis insieme a Procacci e a Occhipinti su un piedistallo come moderni pilastri del Cinema. Senza di loro e qualche azzeccata scelta della O1 in sala non si potrebbe metter piede...
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anthares
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sabato 6 febbraio 2010
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coinvolge e vivifica
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Un gran bel film ottima la fotografia, eccezionali gli interpreti bella e coinvolgente la trama, si ride si piange,mentre la musica incalza fino all apice conclusivo di una egregia esecuzione, un insieme di belle impressioni. ottimo per il team building. questo è un film che lascia il segno. Da vedere !
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menego90
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venerdì 5 febbraio 2010
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per chi ama la musica, per ridere e per piangere
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Il nuovo film di Radu Mihaileanu è una piccola perla di cinema contemporaneo. A Padova, al cinema MultiAstra è stata organizzata un'anteprima in lingua originale (francese e russo). Chi scrive ha visto "Il Concerto" proprio lì. La vera protagonista del film è la musica, che ha il potere di unire le diverse etnie e superare le divisioni sociali e politiche. Mihailenau ci mostra anche un piccolo spaccato di che cos'è la Russia oggi, di quello che è stata in passato. L'orchestra che suonerà a Parigi è composta da ebrei e zingari, che durante i quarant'anni di dittatura comunista furono emarginati, allontanati dalla vita russa e talvolta imprigionati nei gulag.
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Il nuovo film di Radu Mihaileanu è una piccola perla di cinema contemporaneo. A Padova, al cinema MultiAstra è stata organizzata un'anteprima in lingua originale (francese e russo). Chi scrive ha visto "Il Concerto" proprio lì. La vera protagonista del film è la musica, che ha il potere di unire le diverse etnie e superare le divisioni sociali e politiche. Mihailenau ci mostra anche un piccolo spaccato di che cos'è la Russia oggi, di quello che è stata in passato. L'orchestra che suonerà a Parigi è composta da ebrei e zingari, che durante i quarant'anni di dittatura comunista furono emarginati, allontanati dalla vita russa e talvolta imprigionati nei gulag. Anche se il film mantiene il triste sottofondo della condizione ebrea, la comicità non manca. Soprattutto quella autoironica: non appena i musicisti russi giungono a Parigi, si trasformano in turisti confusionari, che gridano e alzano il gomito molto più del necessario; due ebrei, padre e figlio, invece di concentrarsi sulla musica, cercano in tutti modi di far soldi facili, vendendo cellulari e caviale. Ultima nota: come protagonista femminile c'è Mélanie Laurent, che Tarantino ha definito "la nuova Uma Thurman" dopo averla diretta in "Bastardi Senza Gloria".
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n1tr0
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venerdì 5 febbraio 2010
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intenso
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L'ho trovato splendido:personaggi molto coloriti e divertenti,storia ben intrecciata e finale con qualche lacrimuccia,il tutto accompagnato con belle musiche.
Sono uscito dalla sala soddisfattissimo e divertito
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