alespiri
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mercoledì 24 marzo 2010
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la musica oltre la politica.
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“Quell’armonia che unisce tutti e ci eleva quando ascoltiamo la musica ad un concerto, è quello il vero Comunismo”. Questo dice il bravissimo direttore d’orchestra Aleksei Guskov ( Andrei Filipov, nel film) ad un ex dirigente comunista che premeva per partecipare ad una patetica riunione di partito per non ascoltare il concerto finale nel film che, finalmente, inchioda davvero tutti alla poltrona e riscatta qualche macchinosità di troppo del film, soprattutto nel costruire le battute comiche, inoltre trovo inutile marcare l'accento russo nel doppiaggio ai protagonisti. Il film si eleva decisamente nei suoi risvolti drammatici che commuovono per la bravura degli attori e per il talento registico.
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“Quell’armonia che unisce tutti e ci eleva quando ascoltiamo la musica ad un concerto, è quello il vero Comunismo”. Questo dice il bravissimo direttore d’orchestra Aleksei Guskov ( Andrei Filipov, nel film) ad un ex dirigente comunista che premeva per partecipare ad una patetica riunione di partito per non ascoltare il concerto finale nel film che, finalmente, inchioda davvero tutti alla poltrona e riscatta qualche macchinosità di troppo del film, soprattutto nel costruire le battute comiche, inoltre trovo inutile marcare l'accento russo nel doppiaggio ai protagonisti. Il film si eleva decisamente nei suoi risvolti drammatici che commuovono per la bravura degli attori e per il talento registico.
Il regista di “Train de Vie” Mihaileanu, a metà tra Kusturika e Sott Hicks di Shine (un pò lo ricorda nel pathos musicale), conserva il taglio farsesco nel raccontare le sue rocambolesche avventure.
Un gruppo di Ebrei musicisti del Bolshoi, fuggiti dai campi nazisti, si ritroveranno nella Russia di Breznev ad affrontare nuove umiliazioni e finiranno per abbandonare la passione per la musica per dedicarsi ai mestieri più disparati. Si ritroveranno poi uniti ad un concerto finale che unisce un pò tutti gli emarginati dal regime sovietico; ebrei, gitani.., in un famoso teatro di Parigi a suonare Tchaikovsky in maniera divina, senza nemmeno una prova. Dopo trent’anni di silenzio.
Colpisce l’intensita di Guskov ed il rapporto che intesse con la violinista Anne Marie Jacquet (Melanine Laurent ,molto brava).
Nel complesso un film godibile in cui la musica regna sovrana su tutto ed unisce tutti in una sola anima.
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ophuls70
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martedì 23 marzo 2010
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un concerto grossolano e senza poesia
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Film decisamente noioso e prevedibile, con trovate grossolane (montaggio alternato di primi piani, flashback a rallentatore, crescendo musicali ecc.) mirate all'unico scopo di strappare qualche lacrima o risata. Il solito insieme di nani e ballerine in cerca di riscatto. Gia' visto, stantio. Il tutto rincarato dai riferimenti alla nostalgia per l'Unione Sovietica. Per favore, salvateci da questo cinema mediocre.
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saramarini2002
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domenica 21 marzo 2010
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la nuova imperdibile commedia di mihaileanu
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Radu Mihaileanu, consacrato al successo da Train de vie, scrive e dirige una deliziosa commedia sulle miserie prodotte dalla derive del comunismo sovietico con soluzioni narrative che oscillano tra dramma e irresistibili siparietti umoristici.
Andrei, a trent’anni dall’espulsione dall’orchestra del Bolshoi, sogna ancora di portare a termine il concerto di Tchaikovsky interrotto dalle autorità brezneviane per umiliarlo perché aveva sfidato lo Stato cercando di salvare dei musicisti ebrei. Dopo aver intercettato un invito rivolto alla prestigiosa formazione attuale affinchè si esibisca a Parigi, decide di prenderne il posto reclutando i suoi vecchi orchestrali.
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Radu Mihaileanu, consacrato al successo da Train de vie, scrive e dirige una deliziosa commedia sulle miserie prodotte dalla derive del comunismo sovietico con soluzioni narrative che oscillano tra dramma e irresistibili siparietti umoristici.
Andrei, a trent’anni dall’espulsione dall’orchestra del Bolshoi, sogna ancora di portare a termine il concerto di Tchaikovsky interrotto dalle autorità brezneviane per umiliarlo perché aveva sfidato lo Stato cercando di salvare dei musicisti ebrei. Dopo aver intercettato un invito rivolto alla prestigiosa formazione attuale affinchè si esibisca a Parigi, decide di prenderne il posto reclutando i suoi vecchi orchestrali. Ne scaturisce una situazione a tratti grottesca in cui la povertà sovietica e il fasto occidentale stridono con effetti inaspettati mentre l’indisciplina dei musicisti sembra precipitare il sogno di Andrei verso un fallimento totale.
Il film fa leva sugli stereotipi etnici e culturali inseguendo i demoni personali dei protagonisti (sogni di ricchezza di ebrei, sogni di gloria di artisti, sogni russi di vivere da turista nella capitale francese , sogni di potere di mafiosi…) componendo un affresco variopinto puntellato da soluzioni originalissime. Basti pensare alla sgangherata ambulanza usata per rintracciare i musicisti, ai passaporti realizzati dai gitani a pochi metri dal check in, al fugace doppiaggio di un filmato pornografico.
La doppia anima di Mihaileanu, rumeno emigrato in Francia durante la dittatura di Ceausescu, produce un piccolo ma imperdibile capolavoro saldamente intessuto di umanità e arricchito dal toccante colpo di scena finale. Da non perdere.
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tin@bar
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domenica 21 marzo 2010
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un dramma in chiave intelligentironica
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Il concerto, ovvero come raccontare in chiave intelligentironica una tragedia,sconosciuta a molti,accaduta nella ex URSS di Breznev,ovvero l'allontanamento degli ebrei e la deportazione dei dissidenti e di chi li sosteneva.Dopo "Train de vie" un'altro capolavoro del geniale regista Radu Mihaileanu,con protagonisti persone variegate che fuggono verso la libertà,in questo caso da Mosca a Parigi.Il film scorre veloce, a volte con una serie di improbabili quanto impossibili situazioni esilaranti che la regia riesce ad amalgamare rendendole eccessive al punto che il pubblico viene catturato e fatto volteggiare in un crescendo di immagini per poi essere adagiato su una comoda poltrona del Teatro Chatelet di Parigi e ad occhi chusi,nel silenzio, ascoltare la sinfonia "concerto per violino" di Tchaikowsky.
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Il concerto, ovvero come raccontare in chiave intelligentironica una tragedia,sconosciuta a molti,accaduta nella ex URSS di Breznev,ovvero l'allontanamento degli ebrei e la deportazione dei dissidenti e di chi li sosteneva.Dopo "Train de vie" un'altro capolavoro del geniale regista Radu Mihaileanu,con protagonisti persone variegate che fuggono verso la libertà,in questo caso da Mosca a Parigi.Il film scorre veloce, a volte con una serie di improbabili quanto impossibili situazioni esilaranti che la regia riesce ad amalgamare rendendole eccessive al punto che il pubblico viene catturato e fatto volteggiare in un crescendo di immagini per poi essere adagiato su una comoda poltrona del Teatro Chatelet di Parigi e ad occhi chusi,nel silenzio, ascoltare la sinfonia "concerto per violino" di Tchaikowsky.Con uno spontaneo applauso finale.....emozionante.
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giankarim
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venerdì 19 marzo 2010
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bellissimo
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Emozionante, divertente come pochi film.
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letizia
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mercoledì 17 marzo 2010
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bellissimo!
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Film bellissimo, da vedere assolutamente!
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thefrajem
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martedì 16 marzo 2010
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armonia
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Cos'è un'armonia?? Mi dicono che si può parlare di armonia quando due o più suoni emessi contemporaneamente suonano bene insieme. Se è così allora questo film è una splendida armonia di storia e storie. Viviamo la storia di un paese oppresso dall'incubo di una dittatura che finisce per distruggere molto di ciò che c'è di bello al proprio interno. E viviamo la storia delle persone che continuano a vivere nell'ideale del sogno che a quella dittatura ha dato vita. La storia di persone che lottano per portare avanti le loro idee, e di persone che lottano perché le proprie vite possano andare avanti, e lasciare delle idee indietro.
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Cos'è un'armonia?? Mi dicono che si può parlare di armonia quando due o più suoni emessi contemporaneamente suonano bene insieme. Se è così allora questo film è una splendida armonia di storia e storie. Viviamo la storia di un paese oppresso dall'incubo di una dittatura che finisce per distruggere molto di ciò che c'è di bello al proprio interno. E viviamo la storia delle persone che continuano a vivere nell'ideale del sogno che a quella dittatura ha dato vita. La storia di persone che lottano per portare avanti le loro idee, e di persone che lottano perché le proprie vite possano andare avanti, e lasciare delle idee indietro. Non è una storia vera, non può essere una storia vera: Come in Train de Vie, Mihaileanu racconta l'impossibile realizzazione di un sogno. Non è possibile che nessuno si accorga che quella non può essere l'orchestra del Bolscioi. Non è possibile imparare un pezzo solista di tschaikovskj in una notte. Non è possibile che gente che non suona insieme da trent'anni riesca a ritrovare l'antico affiatamento senza nemmeno provare una volta. Ma è su questo che si reggono le favole, no? E allora è bello sedersi e lasciarsi trasportare dall'ironia e dalla musica, senza pensare che ad un certo punto ci si dovrà svegliare.
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grazia maria
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lunedì 15 marzo 2010
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sogno
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film importante,valido,diretto con grande maestria e nobilta' d'animo.Non e' la vicenda narrata che ti avvince,anche se l'evoluzione degli eventi ti appassiona fino alla fine,non e' il dolore di chi subisce quotidianamente il dramma del sopruso,della tracotanza,dell'ignoranza,della diversita' del colore politico ed etnico,sebbene presente in modo composto e dignitoso,ad essere lo spirito conduttore della storia,ma e' il 'Sogno'ad essere il vero protagonista,quello che appartiene a tutti gli umani e che nessuno ed in nessuna condizione puo' toglierci,il 'Sogno',che quando e' vero,nobile,sofferto,ci accomuna agli altri in un abbraccio di fratellanza,dove cuori,animi,palpiti,sentono,suonano,cantano all'unisono,e s'innalzano verso la comprensione ed il sentimento universale sulle alte sfere astrali,forse magiche,dove una 'bacchetta spezzata'non e' piu'un'umiliazione,ma un dolore sublimato,e trasformatosi in amore.
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tibrando
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domenica 14 marzo 2010
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allegro moderato
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Fotografia nitida e precisa dell'eredità Brezniev lasciata oltre cortina. La storia ha una struttura solida e assolutamente verosimile, ornata da una serie di gag che accompagnano lo spettatore dall'inizio alla fine. Non manca il gran finale, ed è proprio il caso di dirlo, con sorpresa: l'attacco stentato dell'orchestra, come a riscrivere l'inizio difficile di una storia che non potrà mai arrivare al successo, lascia lo spettatore sul posto pieno di dubbi. Da vedere.
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biondix
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giovedì 11 marzo 2010
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totalmente deludente
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Le ottime recensioni lette su questo sito mi hanno spinta a vedere questo film. Non lo consiglio a nessuno. Film grottesco, dove le battute comiche sono così sciocche da lasciare perplessi. Il doppiaggio è fatto in lingua italiana ma con un forte accento dell'est, già questo molto fastidioso, come se nei film americani il doppiaggio venisse fatto con accento inglese. Fastidiosissimo. Dialoghi banali e molto semplici, per la maggior parte gridati.
Il concerto finale, unico momento di una qualche emozione, non è sufficiente a salvare questo film da un giudizio molto mediocre.
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(di nina1)
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[+] davvero non capisco
(di thefrajem)
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(di biondix)
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[+] film da rivedere!
(di letizia)
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[+] sono d'accordo il film è 'na ciofeca
(di minamovies)
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[+] non totalmente deludente ma sono d'accordo
(di dr. stranamore)
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[+] biondix e dr. stranamore sì!
(di roborl)
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