federico p.
|
mercoledì 10 marzo 2010
|
bella sviolinata ma con qualche stecca di troppo
|
|
|
|
Un sogno irrealizzabile e folle, riunire gli orchestrali di un tempo e andare a suonare a Parigi spacciandosi per il vero Bolshoi, diviene realtà. Il “Train de vie” che aveva trovato salvezza superando il confine sovietico, da qui riprende il suo drammatico viaggio in un crescendo di emozioni. Cambia la storia e cambiano i personaggi, ma rimangono i fantasmi del comunismo e dell'antisemitismo.
Un film sentimentale, toccante e ovviamente musicale. Nonché metaforico, il concerto come metafora della vita, in cui la diversità non ha ragione d'essere, in cui gli applausi del pubblico valgono il prezzo del riscatto sociale.
Peccato per la resa cinematografica.
[+]
Un sogno irrealizzabile e folle, riunire gli orchestrali di un tempo e andare a suonare a Parigi spacciandosi per il vero Bolshoi, diviene realtà. Il “Train de vie” che aveva trovato salvezza superando il confine sovietico, da qui riprende il suo drammatico viaggio in un crescendo di emozioni. Cambia la storia e cambiano i personaggi, ma rimangono i fantasmi del comunismo e dell'antisemitismo.
Un film sentimentale, toccante e ovviamente musicale. Nonché metaforico, il concerto come metafora della vita, in cui la diversità non ha ragione d'essere, in cui gli applausi del pubblico valgono il prezzo del riscatto sociale.
Peccato per la resa cinematografica. A mio avviso I toni forzatamente grotteschi non riescono a strappare sorrisi, il ritmo è lento e solo nel finale accelera (meraviglioso Caikovskij), il doppiaggio fa storcere ulteriormente il naso e contribuisce a rendere alcuni personaggi macchiette fastidiosamente stereotipizzate.
Resta il fatto che il regista abbia affrontato ancora una volta con coraggio un tema spinoso, riuscendo a trasformare la persecuzione di un popolo intero in uno “sconcertante” dramma di famiglia.
Insomma un film consigliato e che vale la pena di vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a federico p. »
[ - ] lascia un commento a federico p. »
|
|
d'accordo? |
|
federico p.
|
mercoledì 10 marzo 2010
|
bella sviolinata ma con qualche stecca di troppo
|
|
|
|
Un sogno irrealizzabile e folle, riunire gli orchestrali di un tempo e andare a suonare a Parigi spacciandosi per il vero Bolshoi, diviene realtà. Il “Train de vie” che aveva trovato salvezza superando il confine sovietico, da qui riprende il suo drammatico viaggio in un crescendo di emozioni. Cambia la storia e cambiano i personaggi, ma rimangono i fantasmi del comunismo e dell'antisemitismo.
Un film sentimentale, toccante e ovviamente musicale. Nonché metaforico, il concerto come metafora della vita, in cui la diversità non ha ragione d'essere, in cui gli applausi del pubblico valgono il prezzo del riscatto sociale.
[+]
Un sogno irrealizzabile e folle, riunire gli orchestrali di un tempo e andare a suonare a Parigi spacciandosi per il vero Bolshoi, diviene realtà. Il “Train de vie” che aveva trovato salvezza superando il confine sovietico, da qui riprende il suo drammatico viaggio in un crescendo di emozioni. Cambia la storia e cambiano i personaggi, ma rimangono i fantasmi del comunismo e dell'antisemitismo.
Un film sentimentale, toccante e ovviamente musicale. Nonché metaforico, il concerto come metafora della vita, in cui la diversità non ha ragione d'essere, in cui gli applausi del pubblico valgono il prezzo del riscatto sociale.
Peccato per la resa cinematografica. A mio avviso I toni forzatamente grotteschi non riescono a strappare sorrisi, il ritmo è lento e solo nel finale accelera (meraviglioso Caikovskij), il doppiaggio fa storcere ulteriormente il naso e contribuisce a rendere alcuni personaggi macchiette fastidiosamente stereotipizzate.
Resta il fatto che il regista abbia affrontato ancora una volta con coraggio un tema spinoso, riuscendo a trasformare la persecuzione di un popolo intero in uno “sconcertante” dramma di famiglia.
Insomma un film consigliato e che vale la pena di vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a federico p. »
[ - ] lascia un commento a federico p. »
|
|
d'accordo? |
|
g.pianigiani
|
mercoledì 10 marzo 2010
|
nei tempi supplementari
|
|
|
|
Alla fine il cinema Giulio Cesare. Con tanto di telefonini accesi nei bui degli spettatori a cercare il nostro posto.
Il film, poi,si può paragonare solo ad una partita della Roma. O a Germania -Italia dei più recenti
Mondiali. Con gol ai supplementari di Grosso e raddoppio finale di Del Piero. Inaspettato, in profondità ed
emozione, anche da tanti errori precedenti. E però quel finale che ripaga di tutto. L’armonia. L’emozione. Tanto
perfetto quel momento quanto imperfetto tutto ciò che lo precedeva. E quella imperfezione poi prende un
senso. L’umanità dei personaggi che li porta alla fine a suonare in quel modo è la stessa dell’esagerazione
un po’ stereotipata del modo in cui il regista li ha raccontati (il rabbino commerciante, l’accento russo) che
però nel finale diventano tutt’altro.
[+]
Alla fine il cinema Giulio Cesare. Con tanto di telefonini accesi nei bui degli spettatori a cercare il nostro posto.
Il film, poi,si può paragonare solo ad una partita della Roma. O a Germania -Italia dei più recenti
Mondiali. Con gol ai supplementari di Grosso e raddoppio finale di Del Piero. Inaspettato, in profondità ed
emozione, anche da tanti errori precedenti. E però quel finale che ripaga di tutto. L’armonia. L’emozione. Tanto
perfetto quel momento quanto imperfetto tutto ciò che lo precedeva. E quella imperfezione poi prende un
senso. L’umanità dei personaggi che li porta alla fine a suonare in quel modo è la stessa dell’esagerazione
un po’ stereotipata del modo in cui il regista li ha raccontati (il rabbino commerciante, l’accento russo) che
però nel finale diventano tutt’altro. Diventa giusto. Diventa film nel film (l’assolo bellissimo della violinista
corrisponde alla prova gigantesca da attrice nel pianto finale) e il pubblico diventa vero, diventiamo noi,
seduti lì che a quel concerto assistiamo davvero. A quella percezione di un’armonia. A un altro modo di
vederla la realtà. Però non come se fosse una cosa piovuta dal cielo. Ci si arriva. E l’emozione te la porti
fuori. E anche quella visione. Con ancora la sensazione del gol e di potercela fare. E quindi
Forza Roma (come diceva anche Cesare. Giulio ovviamente…)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a g.pianigiani »
[ - ] lascia un commento a g.pianigiani »
|
|
d'accordo? |
|
tommynini
|
martedì 9 marzo 2010
|
sinfonia
|
|
|
|
gli antichi greci dicevano che ci sono solo 37 storie da raccontare.mihaileanu come in una sinfonia alterna overture,e allegro ma non troppo,scherzo,capriccio e gran finale.la trama e' esile praticamente i blues brothers in chiave ebraico\russa, ma la sceneggiatura e' ineffabile.uno sguardo a mel brooks e via con l'ironia,il sarcasmo,l'umorismo etnico,la risata ed il pianto.ci sono le macchiette come i sovraintendenti dei teatri lirici,gli zingari splendidi cialtroni truffatori,lo sbattere delle porte con sorpresa alla feydeau,splendide attrici ed attori sconosciuti che danno tocchi di sensibilita' sotto la guida del magistrale regista. c'e' il gran finale con l'orfana di prammatica ma va tutto bene,il ritmo e' incalzante,si ride si piange, ci si emoziona,si passa da una mosca dominata dagli oligarchi che strimpellano il violoncello e agli ultimi patetici nostalgici di baffone stalin ,ad una parigi consumistica e turistica.
[+]
gli antichi greci dicevano che ci sono solo 37 storie da raccontare.mihaileanu come in una sinfonia alterna overture,e allegro ma non troppo,scherzo,capriccio e gran finale.la trama e' esile praticamente i blues brothers in chiave ebraico\russa, ma la sceneggiatura e' ineffabile.uno sguardo a mel brooks e via con l'ironia,il sarcasmo,l'umorismo etnico,la risata ed il pianto.ci sono le macchiette come i sovraintendenti dei teatri lirici,gli zingari splendidi cialtroni truffatori,lo sbattere delle porte con sorpresa alla feydeau,splendide attrici ed attori sconosciuti che danno tocchi di sensibilita' sotto la guida del magistrale regista. c'e' il gran finale con l'orfana di prammatica ma va tutto bene,il ritmo e' incalzante,si ride si piange, ci si emoziona,si passa da una mosca dominata dagli oligarchi che strimpellano il violoncello e agli ultimi patetici nostalgici di baffone stalin ,ad una parigi consumistica e turistica.si sentono gli influssi della cinematografia francese mista alla tristezza dell'ebreo profugo con un misto di sentimentalismo slavo.film perfetto non adatto a chi ama avatar,bruce willis e chuk norris!!!lezione di cinematografia ai nostri registi di film cialtroni,natalizi e da bolero film!!!(non tutti vedi gomorra capolavoro)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tommynini »
[ - ] lascia un commento a tommynini »
|
|
d'accordo? |
|
angelinaeldy
|
martedì 9 marzo 2010
|
bello da non perdere!
|
|
|
|
che dire...
è un film che rappresenta una favola in cui tutti gli uomini vorrebbero rispecchiarsi. Nella vita quando arriva la possibilità di riscattarsi è come se piovesse un miracolo e le speranze ( la vita di tutti noi non avrebbe senso se non ci fossero le speranze) possono diventare realtà. La musica rappresenta "veramente" il prolungamento dell'anima è energia che va nell'aria. L'essere umano raggiunge la perfezione nell'attimo della creazione e diventa speciale. Speciale è anche questo film che è un inno a non arredersi perchè l'occasione è dietro l'angolo e quando arriva basta essere dei "valorosi".
[+]
che dire...
è un film che rappresenta una favola in cui tutti gli uomini vorrebbero rispecchiarsi. Nella vita quando arriva la possibilità di riscattarsi è come se piovesse un miracolo e le speranze ( la vita di tutti noi non avrebbe senso se non ci fossero le speranze) possono diventare realtà. La musica rappresenta "veramente" il prolungamento dell'anima è energia che va nell'aria. L'essere umano raggiunge la perfezione nell'attimo della creazione e diventa speciale. Speciale è anche questo film che è un inno a non arredersi perchè l'occasione è dietro l'angolo e quando arriva basta essere dei "valorosi". Il coraggio farà la differenza.Fotografia buona e attori espressivi senza usare forzature nell'espressioni ma una grossa e sana semplicità. Si ride e si piange. Forse un giorno anche i nostri registi italiani inneggeranno alla speranza e non al pessimismo (mio pensiero). Speriamo!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelinaeldy »
[ - ] lascia un commento a angelinaeldy »
|
|
d'accordo? |
|
porkupine666
|
domenica 7 marzo 2010
|
non sempre verità e bellezza coincidono.
|
|
|
|
«La bellezza è verità, la verità bellezza: è tutto ciò che sapete sulla terra e tutto ciò che vi occorre sapere.» Il celebre aforisma del grande romantico inglese John Keats dovrebbe trovare conferma nel più romantico dei film usciti negli ultimi tempi, romantico perché si regge su una storia punteggiata da una partitura musicale che spesso è presa a essenza stessa del romanticismo in musica, il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Ciaikovski. Ma come si sa frasi gnomiche, detti proverbiali e massime lapidarie spesso fanno cilecca, ed è esattamente quello che è avvenuto in Il concerto, l'ultimo lavoro di Radu Mihaileanu; più che lavoro - a mio giudizio - si covrebbe parlare di capolavoro.
[+]
«La bellezza è verità, la verità bellezza: è tutto ciò che sapete sulla terra e tutto ciò che vi occorre sapere.» Il celebre aforisma del grande romantico inglese John Keats dovrebbe trovare conferma nel più romantico dei film usciti negli ultimi tempi, romantico perché si regge su una storia punteggiata da una partitura musicale che spesso è presa a essenza stessa del romanticismo in musica, il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Ciaikovski. Ma come si sa frasi gnomiche, detti proverbiali e massime lapidarie spesso fanno cilecca, ed è esattamente quello che è avvenuto in Il concerto, l'ultimo lavoro di Radu Mihaileanu; più che lavoro - a mio giudizio - si covrebbe parlare di capolavoro. Il film funziona, coinvolge, intriga, diverte e commuove, senza un momento di stanchezza. Anche qualche sottolineatura non sa di ripetitività ma di iterazione, all'insegna di un mélo di cui Mihaileanu non fa risparmio, ma che si percepisce voluto, ricercato; così come è assolutamente, lucidamente e infallibilmente sollecitato il meglio che ci può stare in uno spettatore medio. E poco cambia se lo spettatore da medio si scopre uno dei rari nantes in grado di decodificare lo spirito yiddish (witz) oppure un sempliciotto nutrito a telenovelas e pellicole 'panettone'. La lacrimetta, neanche troppo furtiva e di certo confusa, spesso non saprà bene se dichiarare la provenienza dal pathos della vicenda personale dei protagonisti o dalla comicità di situazioni politicamente poco corrette, dove (vivaddio) si possono sfottere gli ebrei senza il rischio di passare per antisemiti, ricordare con ironica leggerezza i crimini del regime sovietico e, insieme, mettere il dito sulla piaga delle contraddizioni del nuovo capitalismo russo, troppo spesso organico (verrebbe di dire 'consentaneo') alla criminalità organizzata e agli oligarchi di cui la mafia si alimenta. Già, ma il Keats di cui in apertura che c'entra? C'entra eccome, perché questo film - che è tra quelli DA NON PERDERE - non contiene un'oncia di veridicità, apparendo falso, deliziosamente bugiardo, in tutti i suoi aspetti. A cominciare dal suo autore, che invece del nome ebraico del padre ha preferito mantenere una sorta di eteronimo, Mihaileanu, che, almeno al tempo in cui fu divisato, doveva sapere di romeno, ma senza kippah, quanto Schmidt sa di tedesco o Dupont di francese. O forse il film, pur non essendo verosimile, pur reggendosi su paradossi e simbolizzazioni continue, sembra finto ma invece è autentico; vero senza essere reale. Che male c'è, dopotutto? Per i destinatari (che spesso non sono i bambini, o almeno non soltanto bambini) le favole sono spesso certezze assolute. E a pensarci meglio la poesia di Keats non sbaglia, bellezza e verità coincidono; precisamente come avviene con la musica di Ciaikovski.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a porkupine666 »
[ - ] lascia un commento a porkupine666 »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
giovedì 4 marzo 2010
|
dalla miseria degli stenti alla ricchezza dei tale
|
|
|
|
Scatenata sarabanda di gags sorrette da una storia originale e ben realizzata. Gli ebrei ne escono malconci,ma il film non é mai greve,nemmeno quando la satira si fa più insistita. L'han detto in tanti,ed io mi associo:solo dopo un po' si sorvola sul doppiaggio,spropositato.
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
hanverix
|
domenica 28 febbraio 2010
|
che bel film
|
|
|
|
Escludendo Baària , la nostra cinematografia italiana con tutti i vari registri (un pò pallosi e ripetitivi) sognano un film cosi!!! Possono solo sognare la realizzazione di un film cosi!!! I 12 minuti finali di concerto valgono da soli il prezzo del biglietto al cinema!!! che bel film!!!
[+] mah
(di catinka)
[ - ] mah
|
|
[+] lascia un commento a hanverix »
[ - ] lascia un commento a hanverix »
|
|
d'accordo? |
|
tullio
|
sabato 27 febbraio 2010
|
meglio l'umorismo del grottesco
|
|
|
|
Mi sembra che Alberto Crespi sull'Unità sia stato l'unico a segnalare il fastidio che provoca nello spettatore il doppiaggio: i personaggi parlano con un improbabile accento russo anche tra loro! Non ho inoltre ritrovato nel film (come invece in Train de vie) il vigore dell'umorismo ebraico, capace di sconfiggere l'intolleranza, la stupidità, l'odio, il pregiudizio (rinvio, per esempio, al bel libricino di Moni Ovadia "Difendere Dio"). Piuttosto si insiste eccessivamente su tratti grotteschi (a parte il melodramma): per esempio nella sequenza della sparatoria al matrimonio kitsch; o nelle lazzarate parigine dei concertisti russi. Comunque un film notevole, Tullio Spagnuolo Vigorita
|
|
[+] lascia un commento a tullio »
[ - ] lascia un commento a tullio »
|
|
d'accordo? |
|
marezia
|
venerdì 26 febbraio 2010
|
divagando (ma non troppo)
|
|
|
|
la Rai non è tutta uguale; come in una famiglia ci sono le pecore nere e quelle immacolate così l'azienda è fatta da persone diverse e grazie a Dio diverse e nel seno della Rai i migliori stanno a sinistra. "Presa diretta", "Report", "Racconti di vita", "Cominciamo bene" e "Anno zero", SOPRATTUTTO ieri sera. "Perché": Mi direte? Perché si è potuto parlare di droga in modo intelligente ed interessante e SENZA STRUMENTALIZZAZIONI e di cose e di persone PERMETTENDO a Morgan di FARE IL PROPRIO LAVORO e cioè di CANTARE. Che canzone MERAVIGLIOSA... Un mini concerto, alla faccia di TUTTI!
[+] errore
(di marezia)
[ - ] errore
[+] beh certo
(di luana)
[ - ] beh certo
[+] senti luana,
(di marezia)
[ - ] senti luana,
[+] in tv droga argomento tabù
(di luana)
[ - ] in tv droga argomento tabù
[+] di nuovo qui?
(di marezia)
[ - ] di nuovo qui?
[+] oh marezia, sempre di tv si tratta...
(di luana)
[ - ] oh marezia, sempre di tv si tratta...
[+] boring?
(di marezia)
[ - ] boring?
[+] boring per me
(di luana)
[ - ] boring per me
|
|
[+] lascia un commento a marezia »
[ - ] lascia un commento a marezia »
|
|
d'accordo? |
|
|