skorpio
|
domenica 23 gennaio 2011
|
la musica(quella vera) è la lingua dell'anima
|
|
|
|
Definirlo "capolavoro" è ancora riduttivo. Aggiungo: STUPENDO! e anche, ed è più importante: EVOLUTIVO!
Rappresenta l'elogio alla Musica delle Sfere al servizio dell'Intelligenza. Ha toccato le corde del cuore, e lo ha scaldato.
Commovente paradigma rappresentante un aulico nutrimento che stimola l'aspetto più elevato dell'Essere.
Questo film non merita una statuetta di metallo chiamata "Oscar", ma un premio più prestigioso: il Cielo Stellato.
Spero che nascano altri film del genere, che richiamano quei valori morali divenuti, ormai, "entità" in via di estinzione.
[+]
Definirlo "capolavoro" è ancora riduttivo. Aggiungo: STUPENDO! e anche, ed è più importante: EVOLUTIVO!
Rappresenta l'elogio alla Musica delle Sfere al servizio dell'Intelligenza. Ha toccato le corde del cuore, e lo ha scaldato.
Commovente paradigma rappresentante un aulico nutrimento che stimola l'aspetto più elevato dell'Essere.
Questo film non merita una statuetta di metallo chiamata "Oscar", ma un premio più prestigioso: il Cielo Stellato.
Spero che nascano altri film del genere, che richiamano quei valori morali divenuti, ormai, "entità" in via di estinzione. Ce n'è tanto bisogno in questo particolare periodo di decadimento della società, soprattutto per le nuove generazioni.
Bravi! anzi, BRAVISSIMI!!
Per tutti, i miei pensieri più belli
Gaetano Frisenda
[-]
[+] anima candida
(di notedo)
[ - ] anima candida
|
|
[+] lascia un commento a skorpio »
[ - ] lascia un commento a skorpio »
|
|
d'accordo? |
|
assianir
|
venerdì 19 novembre 2010
|
anima slava
|
|
|
|
Al di là della simpatia e delle facili battute il film si apprezza per il suo lato poetico e musicale, per come riesce a toccare le corde dell'anima ed a commuovere. Nel contempo però non perde di vista il lato ludico e la voglia di non prendere la vita troppo sul serio, a mio avviso un giusto modo di vivere, mi piacerebbe poter vivere come quei scanzonati musicanti ...
|
|
[+] lascia un commento a assianir »
[ - ] lascia un commento a assianir »
|
|
d'accordo? |
|
nigel mansell
|
venerdì 12 novembre 2010
|
e' la musica che vince
|
|
|
|
In un mondo che va in rovina, dove crollano le ideologie e il danaro, la volgarità e la criminalità la fanno da padrone, la musica vince su tutto. Anche nell'economia della pellicola comanda. Ottime le trovate comiche. Incantevole la giovane violinista.
|
|
[+] lascia un commento a nigel mansell »
[ - ] lascia un commento a nigel mansell »
|
|
d'accordo? |
|
paola46
|
sabato 16 ottobre 2010
|
splendido!
|
|
|
|
Un film bellissimo capace di dire cose profonde e drammatiche con ironia che non le sminuisce.Bravissimi i due interpreti,il direttore con un volto estremamente espressivo e la violinista.
Bravissimi anche gli altri attori .Sono uscita dal cinema con gli occhi lucidi ed il sorriso sulle labbra.Ho comprato il DVD per rivederlo quando voglio.Veramente un capolavoro!!
[+] perchè la cinematografia a volte è pura arte
(di nino spadaro)
[ - ] perchè la cinematografia a volte è pura arte
|
|
[+] lascia un commento a paola46 »
[ - ] lascia un commento a paola46 »
|
|
d'accordo? |
|
francescol82
|
lunedì 11 ottobre 2010
|
commedia (drammatica)
|
|
|
|
Una commedia (drammatica) per raccontare in modo leggero e a tratti ironico la vita di chi ha vissuto sotto dittatura. Il primo quarto d'ora è un pò lento e quasi noioso, poi il film si riprende alla grande.
|
|
[+] lascia un commento a francescol82 »
[ - ] lascia un commento a francescol82 »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
martedì 21 settembre 2010
|
sarebbe stato ottimo se...
|
|
|
|
non avessero fatto quel doppiggio che era inascoltabile. Peccato...Ma perché?
[+] a volte un film è pura arte
(di nino spadaro)
[ - ] a volte un film è pura arte
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
ivanod
|
mercoledì 25 agosto 2010
|
la musica che salva il mondo
|
|
|
|
Era in voga negli anni 80 e 90 una discussione nella critica internazionale su cosa si intendesse per "specifico filmico", ossia, se ci fosse un linguaggio o delle tematiche specificamente ed unicamente esclusivi del cinematografo, come per esempio esiste uno specifico pittorico nel connubbio arte/natura. Poichè il cinema arriva ultimo tra le sette arti, esso si è sempre nutrito delle arti "altre" per determinarne la propria . La discussione non fu mai risolta in quanto, contemporaneamente, la storia del cinema non si fermava e la contaminazione delle arti nel suo percorso erano sempre più frequenti.
Ecco un caso di contaminazione tra le arti: è "Il concerto" dove la forza e la struggente bellezza della Musica viene filmata da una cinepresa ed è come se il cinema se ne metta al servizio lasciando alle note di Chaikowski il primato,come nel capitolo finale del film.
[+]
Era in voga negli anni 80 e 90 una discussione nella critica internazionale su cosa si intendesse per "specifico filmico", ossia, se ci fosse un linguaggio o delle tematiche specificamente ed unicamente esclusivi del cinematografo, come per esempio esiste uno specifico pittorico nel connubbio arte/natura. Poichè il cinema arriva ultimo tra le sette arti, esso si è sempre nutrito delle arti "altre" per determinarne la propria . La discussione non fu mai risolta in quanto, contemporaneamente, la storia del cinema non si fermava e la contaminazione delle arti nel suo percorso erano sempre più frequenti.
Ecco un caso di contaminazione tra le arti: è "Il concerto" dove la forza e la struggente bellezza della Musica viene filmata da una cinepresa ed è come se il cinema se ne metta al servizio lasciando alle note di Chaikowski il primato,come nel capitolo finale del film. Allora dove si nasconde, se esiste uno "specifico filmico"?
Io penso stia nella costruzione della storia e nella narrazione, nei colpi di scena. Il caso del fax indirizzato al Bolchoi finito nelle mani del netturbino, che ai tempi di Breznev era un grande direttore d'orchestra, decaduto in quanto dissenziente e difensore dei musicisti ebrei.Il quale ne fa l'occasione di riscatto personale nel tentativo fiabesco di rimettere a posto la storia stessa. Nell'invenzione della grande violinista esiliata in Siberia la cui figlia diventata a sua volta violinista di fama mondiale, viene richiesta dal direttore Filipov per il concerto del finto, ma in effetti vero, Bolchoi poichè la ritiene l'unica capace di riprodurre la magia di quel suono, in un' armonia suprema di strumenti che suonano all'unisono , capace di farle scoprire intimamente la propria identità, in quanto ignara che lei fosse sua madre.
Sta nel"rimette insieme l'orchestra" come John Belushi rimetteva insieme la Band per far fede alla missione per conto di Dio. Nel sogno del vecchio oligarca comunista che non si rassegna ai... dati elettorali che vedono un crollo del 99% del gradimento del PC, ma che, comicamente, (è l'unico personaggio che avrei doppiato esattamente così)trova la propria rivincita abbandonado quel sogno.
Il tutto con quel sapiente, solo a volte invadente, equilibrio tra dramma e commedia tra riso e lacrime che coinvolge lo spettatore un po' furbescamente e lo lascia ammaliato dai suoni del violino.
Il fim gioca magistralmente con la storia, comunismo Sovietico, consumismo Russo, ebraismo e con i luoghi comuni ebrei dediti al commercio amanti dei soldi, slavi disordinati amanti di Vodka.
Attori, tutti bravissimi, la Laurent anche bellissima, con quell'incedere verso il palcoscenico, e tutti "arminici" come in una grande orchestra.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ivanod »
[ - ] lascia un commento a ivanod »
|
|
d'accordo? |
|
francesca72
|
giovedì 29 luglio 2010
|
il prossimo film lo faranno doppiare da mal???
|
|
|
|
Un film molto bello e profondo nel cui finale ti chiedi se le immagini che si vedono sia uno squarcio sul futuro o un altro sogno ad occhi aperti del regista...
Purtroppo l'audio era pessimo. Musica e sottofondo troppo alti e dialoghi bassi.
Inoltre il doppiaggio era indecente.
C'è chiaramente una doppiatrice specializzata nel "finto russo" la stessa della cattiva di Indiana Jones, della moglie criminale di Jeremi Irons di Die Hard 3 e altre che ora non mi sovvengono.
Perchè è sempre la stessa.
Tranne che se senti ogni tanto la parlato "russo/ridicola" passi, fa anche simpatia ma un intero film così è devastante per le orecchie e impedisce di capire i dialoghi del film.
[+]
Un film molto bello e profondo nel cui finale ti chiedi se le immagini che si vedono sia uno squarcio sul futuro o un altro sogno ad occhi aperti del regista...
Purtroppo l'audio era pessimo. Musica e sottofondo troppo alti e dialoghi bassi.
Inoltre il doppiaggio era indecente.
C'è chiaramente una doppiatrice specializzata nel "finto russo" la stessa della cattiva di Indiana Jones, della moglie criminale di Jeremi Irons di Die Hard 3 e altre che ora non mi sovvengono.
Perchè è sempre la stessa.
Tranne che se senti ogni tanto la parlato "russo/ridicola" passi, fa anche simpatia ma un intero film così è devastante per le orecchie e impedisce di capire i dialoghi del film.
Mi sono dovuta aiutare COI SOTTOTITOLI!!!!
Speriamo che il prossimo bel film americano non lo facciano doppiare da Mal dei Primitives (quello che cantava Furia, cavallo DI West)
Il doppiaggio è riuscito a rovinare un film davvero bello
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca72 »
[ - ] lascia un commento a francesca72 »
|
|
d'accordo? |
|
vittorio
|
martedì 6 luglio 2010
|
veramente bello!!
|
|
|
|
Bel film che riesce a portare un argomento così delicato anche in modo a volte spiritoso......Ben girato e recitato e uno dei più bei film dell'anno...
Da vedere!!
|
|
[+] lascia un commento a vittorio »
[ - ] lascia un commento a vittorio »
|
|
d'accordo? |
|
paul keating
|
giovedì 1 luglio 2010
|
picareschi personaggi in cerca di un'orchestra
|
|
|
|
L'occhio caustico di Radu Mihaileanu ci regala un'altra opera magistrale. Dopo l'ottimo Train de vie, il regista franco rumeno rispolvera il registro tragicomico di tradizione yiddish per raccontarci le disavventure di uno scalcinato gruppo di musicisti ebrei del teatro Bolshoi decisi a riconquistare il loro lavoro dopo che il regime di Breznev li aveva degradati, costringendoli a umili lavoretti per sbarcare il lunario. L'ex maestro russo Andrej Filipov, relegato a uomo delle pulizie per aver difeso la sua orchestra, intercetta nell'ufficio del direttore un fax di un prestigioso teatro di Parigi, desideroso di ospitare l'orchestra russa. Da qui il lampo di genio: radunare la sua vecchia orchestra per presentarsi a Parigi spacciandosi per la vera orchestra Bolshoi, trasformatasi ormai in un nugolo di musicisti mediocri, destinati a screditare il prestigioso teatro di fronte alla ribalta internazionale.
[+]
L'occhio caustico di Radu Mihaileanu ci regala un'altra opera magistrale. Dopo l'ottimo Train de vie, il regista franco rumeno rispolvera il registro tragicomico di tradizione yiddish per raccontarci le disavventure di uno scalcinato gruppo di musicisti ebrei del teatro Bolshoi decisi a riconquistare il loro lavoro dopo che il regime di Breznev li aveva degradati, costringendoli a umili lavoretti per sbarcare il lunario. L'ex maestro russo Andrej Filipov, relegato a uomo delle pulizie per aver difeso la sua orchestra, intercetta nell'ufficio del direttore un fax di un prestigioso teatro di Parigi, desideroso di ospitare l'orchestra russa. Da qui il lampo di genio: radunare la sua vecchia orchestra per presentarsi a Parigi spacciandosi per la vera orchestra Bolshoi, trasformatasi ormai in un nugolo di musicisti mediocri, destinati a screditare il prestigioso teatro di fronte alla ribalta internazionale. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto, tra sketch rocamboleschi e musicisti beoni incapaci di un grado accettabile di disciplina. Il gruppo però saprà cementarsi, nel comune ricordo della violinista mandata nel gulag per aver rilasciato un'intervista a una radio americana, in cui denunciava le vessazioni del regime. La figlia della violinista, ignara dell'identità dei genitori, era stata salvata proprio da Andrej Filipov, che la ingaggia per il concerto. Lo svelamento finale, sublimato dalle note del concerto di Tchajkovsky, sarà il momento più lirico del film, in una sorta di parossistico climax, dove violinista e maestro affronteranno tutte le loro paure prima di abbandonarsi ad uno struggente abbraccio. Radu Mihaileanu conferma le sue doti narrative, la capacità di raccontare storie sofferte, atroci sofferenze con un taglio leggero, dove l'ironia si fonde a una struggente e dolcissima umanità. Straordinaria la caratterizzazione dei personaggi, tra clichè interrazziali e grottesche caricature; imperdibile il sedicente direttore d'orchestra anacronisticamente convinto di ripristinare il sogno comunista e i due ebrei ortodossi (padre e figlio) intenti a piazzare telefonini cinesi miracolosi nelle vie di Parigi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paul keating »
[ - ] lascia un commento a paul keating »
|
|
d'accordo? |
|
|