Z32

Film 2008 | Documentario 81 min.

Anno2008
GenereDocumentario
ProduzioneFrancia, Israele
Durata81 minuti
Regia diAvi Mograbi
TagDa vedere 2008
MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Avi Mograbi. Un film Da vedere 2008 Genere Documentario - Francia, Israele, 2008, durata 81 minuti. - MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Z32 è un film che cerca di rappresentare per immagini i frammentari ricordi di un soldato dell'esercito israeliano.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
La terribile testimonianza di un ex soldato israliano per un grande film sul valore della memoria.
Recensione di Edoardo Becattini
martedì 2 settembre 2008
Recensione di Edoardo Becattini
martedì 2 settembre 2008

Z32 è il codice di riferimento della testimonianza di un ex soldato israeliano all'interno del progetto 'Shovrim Shtika', per la creazione di un archivio di memorie ed esperienze dei conflitti nella West Bank. Ciò che rende uniche ed importantissime le deposizioni di Z32 è il desiderio di espiare la colpa di aver partecipato e personalmente ucciso dei soldati palestinesi durante un raid punitivo, ma senza voler rivelare la sua identità. Così, con il volto sempre in qualche modo occultato, il soldato racconta la sua esperienza coinvolgendo la sua ragazza nel resoconto dei fatti ed esplora il (probabile) luogo dell'accaduto assieme al regista Avi Mograbi, che nel frattempo riflette apertamente sulla difficoltà di rappresentare visivamente quest'occultamento e inanella i ricordi del soldato con delle parentesi canore che le parole di lui gli ispirano.
Dopo aver guardato al conflitto israelo-palestinese attraverso una prospettiva ad amplissimo raggio in Per uno solo dei miei due occhi, Avi Mograbi compie un passaggio dal generale al particolare, limitandosi a costruire la sua opera attorno alla sola testimonianza dell'ex soldato, ma arrivando in realtà ad allargare enormemente la portata di un discorso teorico sul cinema. La necessità di mantenere l'anonimato del soggetto-testimone diviene virtù in funzione degli effetti digitali applicati in post-produzione. Mograbi opta infatti in fase iniziale per una completa cancellazione del viso dell'ex-soldato (si salvano solo gli occhi e le labbra, condizione necessaria e sufficiente a trasmettere la sincerità delle parole proferite), e solo gradualmente sostituisce questo insieme di pixel indistinti con una sorta di maschera sovrimpressa, visibile come effetto posticcio solamente nei momenti in cui qualcosa, come una mano o una sigaretta, vi passa di fronte.
Queste sagaci soluzioni, di pari passo con quelle più brillanti e burlesche degli inserti musicali, aprono un dominio di problemi che sono quelli fondativi di ogni teoria sul cinema (visibile vs. invisibile; presenza vs. assenza; realtà vs. rappresentazione), che il film instrada nei tortuosi sentieri della memoria per interrogarsi ed interrogare sugli effettivi valori della testimonianza. In questo modo, il racconto "opacizzato" di quest'esperienza terribile quanto plausibilmente comune a molti soldati, non costituisce solamente un documento storico essenziale nel processo di rottura di quel muro di silenzio che incombe su tutto il conflitto israelo-palestinese, ma diviene anche un grande saggio sul valore espiatorio della testimonianza. Un'espiazione che può passare attraverso la sanzione delle proprie colpe (gli sguardi in macchina del soldato), il riconoscimento del sé attraverso l'altro (il soldato che esorta la fidanzata a raccontare l'episodio al posto suo), oppure ancora il potere terapeutico del canto (Mograbi che musica le parole del soldato), ma che difficilmente risulterà cancellabile in post-produzione.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Piccino
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Jacques Mandelbaum
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"Z 32", sur le drame israélo-palestinien, un documentaire authentique... avec trucages et numéros musicaux Voici maintenant vingt ans qu'Avi Mograbi bricole dans son coin de terre promise des films bizarres et inclassables. Ils tiennent à la fois du documentaire, de la fiction, du journal intime, de la farce brechtienne. Voici vingt ans que cet Israélien moyen, violemment opposé à la politique de [...] Vai alla recensione »

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