Advertisement
Sono viva: parla con Lei

Dopo aver partecipato al Noir Film Festival, arriva il noir dei fratelli Gentili.
di Marzia Gandolfi

Zone morte
Giorgio Colangeli (74 anni) 14 dicembre 1949, Roma (Italia) - Sagittario. Interpreta Marco Resti nel film di Dino Gentili, Filippo Gentili Sono viva.

mercoledì 26 maggio 2010 - Incontri

Zone morte
Dopo una vicenda “politica” infinita, arriva finalmente in sala il noir “confidenziale” dei fratelli Gentili, Sono viva che mette in scena la morte e l’accomoda tra i protagonisti. Rocco, un ragazzo sensibile che sopravvive ai debiti e a una compagna esigente, accetta di vigilare il corpo senza vita di Silvia Resti, giovane donna morta prematuramente e deposta dal padre in una villa in provincia. La notte e la lunga veglia riveleranno a Rocco verità nascoste e ritorni possibili alla vita. L’opera prima, accurata e rigorosa, di Dino e Filippo Gentili si confronta con lo sfuggente valore narrativo e l’intimo potere suggestivo della morte, dentro un noir e attraverso un corpo deceduto, che cessa di essere ma torna ad agire indirettamente la vita dei vivi. A Roma per presentare il loro film, autori e cast artistico ci raccontano una complessa avventura cinematografica finita bene e terminata sullo schermo.

La storia infinita
Filippo Gentili: Tutte le opere prime sono destinate a percorsi duri e difficili ma certo non mi aspettavo di incorrere in una vicenda tanto spiacevole, da cui io e mio fratello siamo comunque usciti “vivi”, come dice il titolo del nostro film. Mi spiego, dopo che il nostro film aveva ricevuto il riconoscimento di interesse nazionale culturale da una commissione ministeriale, ci dissero che avremmo dovuto ripresentarlo di nuovo, ripartendo praticamente da zero. Io e Dino ci siamo opposti fermamente, abbiamo fatto causa e abbiamo vinto. Di questa vittoria dobbiamo ringraziare tutte le persone che hanno creduto nel nostro progetto e lo hanno sostenuto contro il “sistema”. Su tutti siamo grati ai tecnici e agli attori, eccellenze che si sono caricate addosso il lavoro, portandolo eroicamente fino alla fine. Lungi da noi oggi voler esser polemici, ci limitiamo a raccontare i fatti, denunciando un clima di incertezza generale che di certo non facilita il nostro mestiere. L’industria cinematografica in Italia impegna molte persone e gode grande stima all’estero, perché allora un’attività tanto gloriosa deve essere sacrificata?

Da Veltroni a Urbani
Laura Cafiero: Questo “incidente” è stato causato da avvicendamenti politici. Sono viva fu finanziato con la legge Veltroni, successivamente modificata da Urbani, dunque un film riconosciuto di interesse culturale dall’uno veniva “rimandato al mittente” dall’altro attraverso una circolare ministeriale che obbligava gli autori a sottoporre il loro progetto a nuova perizia. Senza quella revisione il finanziamento in questione sarebbe decaduto. A quel punto facemmo ricorso, vincemmo la causa e ottenemmo il sospirato finanziamento.

Come Dylan Dog
Giovanna Mezzogiorno: Io, Dino e Filippo siamo cugini e forse per questa ragione non mi coinvolsero nel loro progetto. Fui io, dopo aver letto la sceneggiatura, a insistere per partecipare a un film e a una storia che trovai subito inedita per il nostro cinema. Sono viva era diverso da qualsiasi cosa avessi fatto prima, aveva il sapore irrazionale di “Dylan Dog”, un fumetto che adoro. Dentro c’era la notte e personaggi che entrano ed escono continuamente di scena e non sempre vengono chiariti, sembrano piuttosto appesi a un filo, alla ricerca di qualcosa. Personaggi misteriosi che portano la loro storia individuale dentro una storia che resta aperta, come nella vita, dove tutto è destinato molto spesso a rimanere irrisolto. Ho amato il mio ruolo, che non sempre è presente in scena ma allo stesso modo apporta qualcosa alla vicenda, contribuendo a comporre un mosaico surreale.

Classicità ed esperienza
Dino Gentili: La prima scintilla che concorse alla creazione del nostro film fu senza dubbio letteraria, nell’ “Asino d’oro” di Apuleio si racconta di una veglia funebre e proprio questo episodio ci ha spinti a raccontare una famiglia raccolta intorno a un defunto. Ma non è stata solo la classicità a ispirarci, nel nostro film abbiamo messo tutti i nostri archetipi e le nostre reminiscenze, naturalmente la nostra famiglia è lontano dall’essere come quella rappresentata eppure nella nostra produzione culturale c’è sempre qualcosa che nasce dall’esperienza personale. Con Sono viva ci siamo interrogati sul mistero della morte e su quello della famiglia, di cui abbiamo colto soprattutto il contrasto generazionale.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati