El cant dels ocells

Film 2008 | Drammatico 98 min.

Titolo originaleEl cant dels ocells
Anno2008
GenereDrammatico
ProduzioneSpagna
Durata98 minuti
Regia diAlbert Serra
AttoriVictòria Aragonés, Lluís Carbó, Mark Peranson, Lluís Serrat Batlle, Montse Triola .
TagDa vedere 2008
MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Albert Serra. Un film Da vedere 2008 con Victòria Aragonés, Lluís Carbó, Mark Peranson, Lluís Serrat Batlle, Montse Triola. Titolo originale: El cant dels ocells. Genere Drammatico - Spagna, 2008, durata 98 minuti. - MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 settembre 2016

I tre Re Magi viaggiano a lungo nel deserto e tra le selve per incontrare Gesù bambino e dare un senso al loro cammino silenzioso.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Il viaggio dei Re Magi diviene una passeggiata lunare, dagli orizzonti infiniti.
Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

I tre Re Magi rispondono a un richiamo invisibile e si incamminano verso Gesù bambino. Attraversano deserti interminabili e selve oscure prima di giungere al cospetto del neonato e conferire un senso alle loro peregrinazioni silenziose.
Il cinema di Albert Serra, contemplativo, taciturno, erratico, trova in El Cant dels Ocells una nuova e visionaria spinta verso l'astrazione. Anziché guardare alla contemporaneità palese del quotidiano, Serra osserva il passato per trovarne una: si sofferma su precisi snodi storici, noti a tutti, per aggiungere una personale (e insieme universale) nota a piè di pagina. Tale da ricondurre Don Chisciotte e Sancho Panza a due amici pieni di ideali e promesse mancate, come in Honor de Cavalleria, o i tre Re Magi a vagabondi che agiscono apparentemente senza una precisa consapevolezza del loro fine ultimo in questo El Cant Dels Ocells. Il film è una prosecuzione fedele dell'opera precedente, che sceglie il bianco e nero e campi lunghissimi per incrementare il distacco dalla materia e la natura astrale/astratta del proprio cinema.
La poetica di Serra acquisisce così ulteriore personalità, facendo del regista catalano l'indagatore unico di un'arte dimenticata: il solo ascendente riconosciuto è Pier Paolo Pasolini, per quella capacità dissacrante di reinterpretare il passato e il mito, di affrontare storia e religione, svuotando i grandi uomini della propria aura e approfondendo la loro natura più semplice e umana. Inevitabile, quindi, dopo una riflessione sul senso della cavalleria e sulla fine di un mondo, affrontare il mistero di Cristo, dalla più originale e periferica delle angolazioni possibili. Il viaggio dei tre viandanti incoronati diviene una passeggiata lunare, che sfrutta il paesaggio alieno dell'Islanda per sospendere narrazione e ricostruzione storica, restituendo la solitudine di tre anime smarrite, guidate da un istinto ultraterreno ma destinate ad aggirarsi per il mondo come burattini senza fili.
Assecondando il mistero della fede come l'umanità farà nei millenni che seguiranno, accettando di non poterlo comprendere fino in fondo. Serra gira in presa diretta in un ambiente irreale, desertico, mettendosi al servizio della natura: dei fruscii del vento, dei mutamenti atmosferici e di luminosità (le nuvole corrono nel cielo islandese generando suggestivi giochi di luce), restituendo immagini di abbacinante bellezza, in cui abbandonarsi è lecito oltre che inevitabile. Realismo, comicità, mistero e contemplazione trovano eguale rappresentazione. Una forma cinematografica di difficile fruizione, a cui dedicare tutto il tempo e la pazienza di cui necessita, tra le più vive e originali in circolazione.

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