mirko mara
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lunedì 2 marzo 2009
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una grande poesia sulla vita e il tempo
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La poesia è cinema. L’amore per le vite straordinarie, il coraggio e la pazzia di saperle raccontare. Ci sono film che ti rimangono in testa, film che dimentichi il giorno dopo, film che ti fanno sorridere, piangere, incazzare. Solo pochi film, solo poche storie, solo poche vite hanno la forza e l’intensità di rimanerti dentro ed insegnarti qualcosa.
Bene signori, correte al cinema perché un intrepido regista di Denver, all’anagrafe David Leo Fincher, ha creato un piccolo capolavoro su una vita straordinaria, una vita che quasi cento anni fa il romanziere e sceneggiatore Francis Scott Fitzgerald aveva scritto e raccontato. E’ la vita di Benjamin Button, l’unico uomo nato già vecchio, “…ma solo esteriormente”, direbbe lui.
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La poesia è cinema. L’amore per le vite straordinarie, il coraggio e la pazzia di saperle raccontare. Ci sono film che ti rimangono in testa, film che dimentichi il giorno dopo, film che ti fanno sorridere, piangere, incazzare. Solo pochi film, solo poche storie, solo poche vite hanno la forza e l’intensità di rimanerti dentro ed insegnarti qualcosa.
Bene signori, correte al cinema perché un intrepido regista di Denver, all’anagrafe David Leo Fincher, ha creato un piccolo capolavoro su una vita straordinaria, una vita che quasi cento anni fa il romanziere e sceneggiatore Francis Scott Fitzgerald aveva scritto e raccontato. E’ la vita di Benjamin Button, l’unico uomo nato già vecchio, “…ma solo esteriormente”, direbbe lui. Abbandonato dal padre industriale ed accolto da una donna dal cuore d’oro, governante (guarda un po’) di una casa di riposo, per il piccolo Benjamin pare prospettarsi una vita molto breve, vista la sua cagionevole condizione di salute. Il piccolo sembra “un novantenne con un piede nella fossa”, ma miracolosamente il suo corpo sembra ringiovanire. Tra gli anziani dell’ospizio cresce serenamente, accompagnato dall’amore immenso della sua mamma adottiva e dei tanti nonni che la vita gli ha donato. E da qui, da questa culla insperata, Benjamin partirà per gli angoli più nascosti del mondo…
Il film è costruito da Fincher (che aveva già lavorato con Pitt in Seven e Fight Club) come un gigantesco Flach Back raccontato dal grande amore di Benjamin, Daisy, un’86enne ormai in punto di morte che decide di far leggere il diario di Benjamin a sua figlia, mentre fuori dall’Ospedale l’arrivo dell’uragano Katrina li minaccia. Il film è stupendo, una poesia continua, mai banale, mai mieloso, mai scontato. Cate Blanchett perfetta, Brad Pitt da Oscar. Chi s’accontenta solo di guardare con incomprensibile leggerezza gli sforzi nel make up e del lavoro al computer per rendere verosimile il ringiovanimento di Benjamin e l’invecchiamento di Deasy, dimentica i numerosissimi spunti che il film ti lascia dentro. Una provocazione sul senso della vita e sulla morte, che il regista pronuncia attraverso le labbra di Mike Clark e attraverso le immagini dell’acqua sul finale del film che, con il suo passaggio, porta con se ogni cosa. Un film sul tempo, sulla fragilità e sull’irreversibile temporaneità dei momenti che viviamo. Un film sui sogni infranti (vedi ancora Mike Clark), sulla speranza che muore e rinasce (Elizabeth Abbott , alias Tilda Swinton), sui pregiudizi e la paura (il padre di Benjamin), sull’importanza della memoria (la storia iniziale del film), sui casi (?) della vita, sull’Amore, l’Amore vero, quello che, nonostante tutto, non dividerà mai Benjamin e Deasy.
La pellicola non può che ricordare il bellissimo lavoro di Robert Zemeckis “Forrest Gump” (per il fatto che il film segue un lungo lasso di tempo, sono inseriti numerosi personaggi, il tono del film è a tratti leggero e spensierato, il protagonista sembra subire il lavoro del tempo e delle persone che lo circondano), ma all’innocenza e l’ingenuità del protagonista del film del 1994, viene sostituita la caparbietà e il senso d’impotenza di un Brad Pitt al top. C’è anche una strizzata d’occhio a Magnolia, il film del 1999 diretto da Paul Thomas Anderson, nella scena in cui si analizza una successione di eventi che, se modificata nei particolari, avrebbe cambiato la vita di Deasy. È una delle domande che accompagnano i fatti delle nostre esistenze: il caso esist
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paolo
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lunedì 2 marzo 2009
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molto poetico
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Bel film davvero,emozionante, ti fa riflettere sulla vita, ma non ti esalta. Forse l'unico motivo per cui l'ho visto era perchè era "curioso" se normale no. Lento ma non troppo sicuramente meglio di sette anime !
Gli Oscar se li è meritati!
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nostra signora del cinema
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domenica 1 marzo 2009
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film insulso!!!!
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DA ENCEFALOGRAMMA PIATTO!!!!...FINCHER DOVE SEI FINITO??IL FILM VALE LA PENA VEDERLO SOLO PER BRAD PITT A CUI VA LAMIA STELLA!!!!
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kuccy
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domenica 1 marzo 2009
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ottimo
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un film davvero eccezionale!!!! complimenti a tutto il cast
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pasquino
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domenica 1 marzo 2009
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vi spiego
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Si tenta di orientare gli spettatori scrivendo su qst sito e in particolare sui forum. Soprattutto nei weekend spunatno qst 4, 5 giudizi negativi di fila e soprattutto in occasione delle uscite dei soliti filmacci italiani. Non farti fregare spettatore. Vai a vedere questo magnifico film. Non farti fregare dagli addetti ai lavori del cinema italiano che scrivano sottocopertura sui forum. NON FARTI FREGARE SPETTATORE.
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the blues brothers
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domenica 1 marzo 2009
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peccato non piaccia a tutti..ma bello così.....
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bel film, gran caratterialità dei personaggi, bella storia estremamente originale ben costruita dal grande fincher...film che senz'altro ricorderò come tanti altri ma non tutti...(è così faticoso ricordare a vuoto)
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boryss
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domenica 1 marzo 2009
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che polpettone...
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..melo, lungo ed inutile. Bravissimi i truccatori, ma poi solo una sequenza di fatti ovvii e posticci: bocciato
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spoerri
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domenica 1 marzo 2009
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un polettone hollywoodiano
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Devo dire che mi ha deluso. Il film che poteva sfruttare una trama interessante e in parte originale per dire qualcosa, o comunque per fare anche solo un bel film, manca il bersaglio, dice ben poco e lo fa nel modo più logorroico possibile. Alla fine di cosa faccia Benjamin Button nella vita e perché si capisce, o comunque rimane nella memoria dello spettatore, ben poco. In 2 ore e 40 il film si annacqua visibilmente non andando ad approfondire niente in particolare, ne situazioni ne personaggi. Il film è girato bene ma in modo fin troppo patinato e studiato, secondo tutti i crismi insomma di un film a caccia di oscar e questo ne fa irrimediabilmente un polpettone hollywoodiano che si guarda una volta ma si evita di guardare una seconda.
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Devo dire che mi ha deluso. Il film che poteva sfruttare una trama interessante e in parte originale per dire qualcosa, o comunque per fare anche solo un bel film, manca il bersaglio, dice ben poco e lo fa nel modo più logorroico possibile. Alla fine di cosa faccia Benjamin Button nella vita e perché si capisce, o comunque rimane nella memoria dello spettatore, ben poco. In 2 ore e 40 il film si annacqua visibilmente non andando ad approfondire niente in particolare, ne situazioni ne personaggi. Il film è girato bene ma in modo fin troppo patinato e studiato, secondo tutti i crismi insomma di un film a caccia di oscar e questo ne fa irrimediabilmente un polpettone hollywoodiano che si guarda una volta ma si evita di guardare una seconda. Mi viene naturale il paragone con “un’altra giovinezza” di Coppola per una certa somiglianza nella trama: quello si che è un film potente, ricco e che ha cose da dire, un film che in 2 ore dice cose per 6; solo purtroppo non è stato osannato e pubblicizzato come questo. Infine è mia opinione che l’oscar a Sean Penn invece che a Brad Pitt sia stato assolutamente sacrosanto.
Insomma, un film che si guarda, non si esce dal cinema dicendo “che brutto film”, ma che non rimane, che dice poco e che comunque ha il suo bel carico di patinata noia che si porta dietro.
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luxya76
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domenica 1 marzo 2009
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interessante ma...
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..decisamente troppo lungo. é un film che non scorre, se non nelle scene a tratti divertenti. La prima parte stupisce con l'effetto ringiovimento, ma il seguito risulta banale e il finale scontato. Nonostante questo consiglio di vederlo.
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antonella e aldo
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sabato 28 febbraio 2009
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se questo è un film...
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il cinema è messo proprio male...
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