ciccio capozzi
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mercoledì 25 febbraio 2009
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un apologo filosofico, di stampo voltairiano
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“IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON” di DAVID FINCHER; USA, 08. Fine della I Guerra: nasce un bimbo già vecchio; il padre se ne disfa. Raccolto da una di colore e di buon cuore, svolge la vita all’incontrario, ringiovanendo, fino alla regressione fetale. Per chi nutrisse dei dubbi, diciamo: Brad Pitt sa recitare, e alla grande. Il paradosso etico implicito in questa strana avventura, tratta da un racconto, trova forza narrativa soprattutto nella prima parte, la più difficile, dove Benjamin-Pinocchio-Brad deve incarnarsi in un contesto narrativo del tutto innaturale. Fare il bambino con i modi da vecchio. Eppure ci riesce, nonostante che la sua faccia sia collocata in contesti di sequenze generate al computer (CGI), make-up estremamente complicati e micidialmente realistici (non a caso premiati dall’Oscar 09).
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“IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON” di DAVID FINCHER; USA, 08. Fine della I Guerra: nasce un bimbo già vecchio; il padre se ne disfa. Raccolto da una di colore e di buon cuore, svolge la vita all’incontrario, ringiovanendo, fino alla regressione fetale. Per chi nutrisse dei dubbi, diciamo: Brad Pitt sa recitare, e alla grande. Il paradosso etico implicito in questa strana avventura, tratta da un racconto, trova forza narrativa soprattutto nella prima parte, la più difficile, dove Benjamin-Pinocchio-Brad deve incarnarsi in un contesto narrativo del tutto innaturale. Fare il bambino con i modi da vecchio. Eppure ci riesce, nonostante che la sua faccia sia collocata in contesti di sequenze generate al computer (CGI), make-up estremamente complicati e micidialmente realistici (non a caso premiati dall’Oscar 09). Abbiamo l’impressione di un percorso vitale negato, che si sviluppa quasi da fermo, con i tempi già scanditi, che la persona deve semplicemente subire. Ma, a guardarla restrospettivamente, in forma di memoria, non è questo il senso che traiamo della nostra vita trascorsa? La favola di Pinocchio, qui richiamata, nel suo valore universale, non ha forse in sé il senso di un incompiuto? Cioè il suo essere apologo di un’apparente virtù socialmente apprezzata, per cui, una volta raggiunta, diventa bambino vero: ma è solo una vita “banale”, che si costruisce quando si è negato qualcosa alla propria natura. Comunque, di fronte a noi è sempre una persona viva, con le sue speranze, le sue aspirazioni, il suo mondo di affetti e di emozioni; non una iconcina uguale a se stessa. Benny , nonostante tutto, circondato dall’affetto, si accetta, e accetta il mondo; ed è per questo da esso accettato. Attraversa i mari, incontra la guerra, come Pinocchio la balena; e come lui ne è vomitato in salvo. Ma nel suo vivere all’incontrario, il punto di equilibrio felice è un breve istante, che lui assapora intensamente, cosciente della sua fragile temporaneità. Ma così va il mondo, nella sua essenza più profonda: siamo tutti esseri a tempo. Il film è un apologo filosofico, di stampo volterriano. F.Scott Fitzgerald, allorché nel 22 scrisse il racconto, era stato ispirato da una citazione di MarkTwain, il più tipico scrittore yankee. Questi marcava come “fosse una disdetta che la parte migliore della vita sia all’inizio e quella peggiore alla fine”. E’ una considerazione che potrebbe essere di Pinocchio (o di Tom Sawyer) da vecchio: ma il film la trasforma in una resistenza commovente alla memoria e al tempo, ponendola in un contesto irreale, ricercato dal punto di vista stilistico, già dalla prima sequenza del grande orologio costruito dal padre cieco per andare all’indietro, per ricordare la morte del figlio.
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angie81
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martedì 24 febbraio 2009
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il volo del colibrì
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Eccessiva ormai l'insitenza dei critici nel voler paragonare il "Curioso caso di Benjamin Button" a "Forrest Gump": non è un film che ha la pretesa di dare al personaggio un ruolo significativo nella società del suo tempo;è semplicemente la storia di un uomo, che proprio attraverso il suo caso fuori dal comune diventa egli stesso lo specchio della vicenda di qualunque essere umano:"Noi diversi siamo destinati a restare soli" dice al protagonista il suo Pigmalione,"in realtà anche gli altri lo sono, ma hanno troppa paura per ammetterlo",questa la chiave del film: la solitudine che accomuna tutti gli individui, indipendentemente se il loro iter sia quello 'normale' dalla giovinezza alla vecchiaia o il contrario,non importa.
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Eccessiva ormai l'insitenza dei critici nel voler paragonare il "Curioso caso di Benjamin Button" a "Forrest Gump": non è un film che ha la pretesa di dare al personaggio un ruolo significativo nella società del suo tempo;è semplicemente la storia di un uomo, che proprio attraverso il suo caso fuori dal comune diventa egli stesso lo specchio della vicenda di qualunque essere umano:"Noi diversi siamo destinati a restare soli" dice al protagonista il suo Pigmalione,"in realtà anche gli altri lo sono, ma hanno troppa paura per ammetterlo",questa la chiave del film: la solitudine che accomuna tutti gli individui, indipendentemente se il loro iter sia quello 'normale' dalla giovinezza alla vecchiaia o il contrario,non importa. Da qui la necessità di cogliere gli attimi che la vita ci offre,e soprattutto di assaporare pienamente l'amore, anch'esso destinato a finire e non solo per Benjamin che può viverne solo una breve stagione a causa del status particolare, ma per tutti. "mi amerai anche quando avrò le rughe?" gli chiede Daisy a metà strada delle loro vite, quando finalmente ad incontrarsi sono anche i loro corpi, oltre che le loro anime legatesi fin dal primo sguardo tra una bambina ed un vecchio,"e tu mi amerai anche quando avrò l'acne?" le chiede lui;si, in fondo lei lo amerà fino alla fine, anche quando con la pelle avvizzita lo terrà tra le braccia ormai neonato,ma in un modo diverso,da madre, da nonna.Un amore assolutamente realistico dunque. E tutti i personaggi che in questa storia corale regalano a Benjamin una parte di se stessi,arricchendo la sua esperienza di vita soprattutto interiore, sembrano evocare questo: bisogna vivere, cogliere le opportunità che l'esistenza offre, come fa un colibrì che non cessa mai di fermare il suo volo e di sbattere le ali, poichè tutto passa e cambia, le stagioni,il tempo, i sentimenti.Ma a differenza delle le persone 'normali'in una creatura surreale per cui le lancette di un orologio girano all'indietro anzichè avanti,tale consapevolezza si fa spazio prepotentemente nel suo animo fin da subito. E questa precoce coscienza di sè Benjamin ce la racconta insieme alla sua storia. Null'altro che questo.
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marta rossi
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martedì 24 febbraio 2009
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ben fattooo
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L'inizio un po' palloso (circa 10 minuti) mi dava l'idea di alzarmi e andarmene. Un film un po' lento ma però piano piano andando avanti con la proiezione mi prendeva sempre più, la storia si e trasformata dal brutto anatroccolo in un cigno maestoso come Benjamin. Lodevole la scelta delle atmosfere le luci soffuse davano proprio l'impressione che si stesse raccontando una storia, non poteva essere scelta una città migliore di New Orleans per raccontare questa storia, gli attori non hanno dato l'impressione che stessero recitando, nulla di scontato. Se dovessi in poche righe scrivere di cosa parla direi: parla dell'amore nella sua forma più alta, amore per la vita e amore per gli altri.
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la robi<3
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martedì 24 febbraio 2009
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merita veramente
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Credo che oggettivamente sia un film veramente bello, avrebbe meritato molti + Oscar. Brad Pitt è stato davvero bravo!
un film commoventissimo che fa riflettere anche sull importanza e il valore della vita!
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meeeeee
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martedì 24 febbraio 2009
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kate sublime ma nn è sufficiente....
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film atteso e sospirato, in molti avrebbero voluto girarlo ma purtroppo la tecnologia dei tempi non lo rendeva possibile. oggi però, grazie agli enormi passi avanti negli effetti speciali, si è reso possibile facendo girare l'intero (o quasi) film ad una controfigura per poi "attaccare" il volto di Brad Pitt opportunamente adattato. fino a questo punto niente da dire...ma se gli effetti speciali erano da 10, l'eccessivo perfezionismo ha tolto calore e passione al film, riducendolo ad un mero racconto in cui la figura di Kate donava luce ad una storia altrimenti buoi...in tutti i sensi...
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everyone
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martedì 24 febbraio 2009
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l'ambizione al cinema
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Ambizioni alte risultato deludente per lo spettatore che vorrebbe liberarsi prima della naturale conclusione cioè la morte cadenzata di tutti i protagonisti,fatto salva la voce narrante,di questa aggrovigliata vicenda.Non so se sia bene impantanrsi in simili esrcizi di stile per il cinema contemporaneo non credo abbiano molto da aggiungere a ciò che è già stato sperimentato.
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monica
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lunedì 23 febbraio 2009
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giustizia.....
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Sono veramente soddisfatta con la conclusione dell'Oscar 2009 ,viva The Millionaire,mi chiedo, ma tutti questi che applaudono questo film,l'hanno visto veramente o si sono addormentati?oppure un altra conclusione la mediocrità ha contagiato il nostro mondo......
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pasquino
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lunedì 23 febbraio 2009
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praticamente è la storia...
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...del nostro presidente del consiglio che col passare degli anni ringiovanisce... guardate le foto di 5 anni fa e confrontatele con quelle di oggi...
[+] mitico!
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jj junior
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lunedì 23 febbraio 2009
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bellisimo!!!
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Al contrario di the millionaire che non mi è sembrato davvero nulla di speciale, B. Button meritava l' oscar come miglior film! Comunque la mafia esiste anche a Bolly/Hollywood!
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monik
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lunedì 23 febbraio 2009
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è ok
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inutile trovare difetti e critiche, è un film ben fatto..la storia è appassionante e gli attori superbi. Quanti hanno pianto alla fine? e sopratutto quante persone hanno ripensato al significato di vita e morte? consiglio a tutti di vederlo!
[+] un capolavoro
(di la robi<3)
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