Anno | 2006 |
Genere | Documentario, |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Michael Moore |
Attori | Michael Moore, George W. Bush, Bill Clinton, Hillary Clinton, John Graham (II), Tucker Albrizzi Billy Crystal, Tony Benn. |
Uscita | venerdì 24 agosto 2007 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,16 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 febbraio 2020
Un viaggio documentario attraverso il discusso sistema sanitario americano. Ha vinto un premio ai Critics Choice Award, In Italia al Box Office Sicko ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 1,4 milioni di euro e 361 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Michael Moore colpisce ancora. Questa volta il suo bersaglio è il sistema sanitario statunitense che costringe migliaia e migliaia di persone a morte certa perché prive di un'assicurazione. Ma questo argomento non è che il prologo di Sicko perché in un breve arco di tempo l'attenzione si concentra su quelli che invece una copertura assicurativa ce l'hanno ma scoprono che le grandi e piccole società del settore escogitano qualsiasi strategia per evitare di pagare il dovuto.
Moore conosce alla perfezione i meccanismi della denuncia e quando ci mostra persone rispedite a casa (con taxi pagato però) senza alcuna cura perchè non in grado di sostenere le spese di ricovero o un uomo che, essendosi tranciato falangi di due dita lavorando, ha dovuto scegliere quali farsi riattaccare e quali non sulla base del prezzo, colpisce il bersaglio. La situazione americana in materia ha superato il limite del sopportabile e l'accusa è precisa e circostanziata. Moore però mostra, ancora più che nei film precedenti, i suoi punti deboli. Non ama il contraddittorio se non per metterlo in ridicolo e in questa occasione ha deciso di escluderlo totalmente. Nessun dirigente delle Società di assicurazione compare nel documentario. Ciò che poi più colpisce è l'immagine da Alice nel Paese delle Meraviglie che ci propone delle società canadese, inglese e, in particolare, francese. In quei mondi tutto sembra essere perfetto e idilliaco in materia di assistenza medica. Sappiamo bene che non è così ma Moore non sa resistere alla tentazione di idealizzare rischiando così in realtà di indebolire un j'accuse assolutamente fondato.
Quando fa scorrere sullo schermo con la grafica di Star Wars l'elenco delle malattie escluse da copertura assicurativa si ride ma lo si fa con l'amaro in bocca. Quando poi ci mostra i volontari che l'11 settembre 2001 si precipitarono a Ground Zero per aiutare nei soccorsi riportando malattie croniche che nessuno si preoccupa di aiutarli a curare non si ride più. Si pensa solo al cinismo e alla retorica della dirigenza di una grande nazione che 'usa' i propri veri eroi. Moore risponde a tutto ciò con il grottesco che gli è proprio. Subissato come tutti i suoi compatrioti da informazioni tranquillizzanti sul trattamento (anche dal punto di vista medico) dei detenuti di Guantanamo decide di portare i suoi volontari malati nella base americana per garantire loro le cure che l'Amministrazione Bush dichiara di prestare ai membri di Al Qaeda arrestati. Ovviamente non riesce nell'impresa e li fa curare dai medici di Cuba nelle cui farmacie un medicinale che negli States costa 120 dollari può essere acquistato per 50 centesimi. Questo lo ha fatto mettere sotto inchiesta per espatrio illegale e altre violazioni dell'embargo nei confronti di Cuba. È il tipo di clamore che il regista cercava? Forse sì. Forse no. Nonostante le esagerazioni di cui sopra resta però nello spettatore la sensazione che Moore creda profondamente alla frase di Tocqueville che inserisce nei titoli di coda: "La grandezza di un Paese si misura sulla sua capacità di porre rimedio ai propri errori".
Grande film-documentario che testimonia le profonde ingiustizie presenti nella società americana. Il sistema sanitario europeo ed italiano in particolare (pur con tutti i suoi difetti) ne esce, se non a pieni voti, con una grande considerazione da parte di questo regista. La nostra sanità deve rimanere il più possibile in mani pubbliche perchè altrimenti diverrebbe terreno di caccia e di profitto [...] Vai alla recensione »
Straordinario documentario che rivela la rapacità di un sistema sanitario (quello statunitense) basato sulle assicurazioni sanitarie private. Ne esce un quadro impietoso. Nel video possiamo vedere come, sopraggiunto il momento di pagare le cure ai propri assicurati "caduti in malattia", le compagnie assicuratrici accampino qualsiasi pretesto per negare il finanziamento per le [...] Vai alla recensione »
In questo documentario Micheal Moore indaga nei meandri del sistema sanitario americano e soprattutto nelle sue storture e lo paragona a quello di Canada, Inghilterra e Francia. Non che fosse una novità ma comunque per chi non fosse informato sul sistema sanitario americano questo documentario risulta essere un lucido sguardo sul problema. Nessuno da noi si sognerebbe mai di andare da un paziente [...] Vai alla recensione »
Il pluripremiato regista Michael Moore ci propone una dissacrante e feroce disamina del sistema assicurativo americano in campo sanitario e degli effetti perversi e talora inumani, in grado di produrre sul tessuto sociale (soprattutto quello meno abbiente) sia in termini di qualità (scadente) del servizio sia in termini di mero bilancio economico, in grado di favorire una calcolata e fredda [...] Vai alla recensione »
Dopo i successi e i premi ricevuti con i precedenti docu-film, Michael Moore sferra un nuovo violento attacco al Capitalismo e ai suoi nefasti meccanismi di profitto, i quali riguardano perfino la salute delle persone. Il regista mostra allo spettatore molti casi di persone morte o gravemente ammalatesi solo perché non avevano un'assicurazione sanitaria o perché essa non gli copriva [...] Vai alla recensione »
Michael Moore propone un amaro docufilm sul sistema sanitario americano, le sue ingiustizie, il suo cinismo, il suo essere senza scrupoli in nome del profitto, senza badare alla salute e agli interessi dei cittadini. Il film è a tratti drammatico e commovente, poichè tratta il tema con le storie vere di chi è deceduto perchè non poteva permettersi le cure, o comunque è [...] Vai alla recensione »
Non capisco ancora perchè nelle scuole, come metodo d'insegnamento non vengono usati i documentari, eppure sono così funzionali all'attività didattica. Inoltre ne realizzano di tutti i generi, sulla medicina, sulla fisica, sulla chimica, sulla letteratura, sulla geologia, ecc. Sembrano fatti apposta per essere usati nelle scuole. Ci dovrebbe essere una qualche legge che obblighi le scuole ad usare [...] Vai alla recensione »
(Dopo la visione su Rai 5) Questo è un prodotto assolutamente scioccante che un qualsiasi thriller americano è niente a confronto. Il tutto a partre dal titolo che (secondo me) rifacendosi a "Psycho" di Hitchcock vuol annunciare già brividi e ne dà per molta parte del suo scorrere. Il paragone fra l'America e il Canada la Francia e l'Inghilterra [...] Vai alla recensione »
Il mio nome è signora BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto 20000€ per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia ricerca per fortuna che il mio coraggio mi ha messo sulla persona giusta Karen [...] Vai alla recensione »
!!! PRENDETE IL TEMPO DI LEGGERE CE PROVA CHE HA CAMBIARE LA MIA VITA !!! Il mio nome è signora VETA BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto 20000€ per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia [...] Vai alla recensione »
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andare all'ospedale è da ragionare, prima di curare. l'ospedale è come andare dal dottore che ti visita
leggetevi quello che scrive battista sul corriere di ieri poi ne riparliamo... corriere.it cerca articolo battista aprite gli occhi
Quando è arrivato con un'ora e mezzo di ritardo all'appuntamento nel Ballroorn del Regency Hotel, Michael Moore si è scusato dicendo che per uno come lui, che ha finito a scapaccioni le medie, è difficile fare da solo il lavoro che «nel lancio di altri film è diviso fra i principali attori, il regista, i produttori, i distributori e altropersonale».
Naturalmente abbiamo visto troppi serial ospedalieri alla televisione per non sapere che negli Stati Uniti chi non ha soldi né assicurazioni private non può farsi curare e per non recuperare qualche stima per i servizi sanitari nazionali inglese o italiano. Il nuovo docu-drama di Michael Moore, Sicko, sostiene che almeno 50 milioni di americani non hanno risorse sufficienti a ottenere cure ospedaliere [...] Vai alla recensione »
Se l'America non va alla montagna, almeno ci va Michael Moore. Ecco come nasce il giro del mondo più doloroso del regista di Flint, Sicko (da sick = malato), nuovo documento del pingue cineasta, che torna dopo la batosta (elettorale, gli incassi furono enormi) di Fahreneit 9/11 . Non c'è più il nemico numero uno, lo spauracchio, capro espiatorio e simbolo da bruciare in un fervore iconoclasta.
Dipingere Michael Moore come un personaggio discutibile e con manie di protagonismo è diventato un cliché giornalistico molto prima che il suo film uscisse nelle sale. Anche se può sembrare una descrizione azzeccata, ogni filmmaker, che sia o no politicizzato, andrebbe giudicato sulla base del suo lavoro. Il problema è che spesso si preferisce parlare di Moore invece che dei suoi film.
Da quasi vent'anni Michael Moore mette il dito nelle piaghe d'America. Prima il lavoro (Roger And Me, 1989), poi le armi (Bowling a Columbine), la politica (Fahrenheit 9/11). E ora la salute: una piaga che nel paradiso del libero mercato interessa tutti. Tanto i 40 milioni di americani che non possono pagarsi un'assicurazione sanitaria, quanto i 250 milioni che sborsano fior di quattrini ma si tengono [...] Vai alla recensione »
«Sicko» è espressione gergale americana per "sick", malato. E di malati e di malattie ci parla, con i consueti toni polemici, Michael Moore puntando il dito sui guasti e le disillusioni dell'ormai desueto "sogno americano". Oggetto della sua disamina, in alcuni passaggi più terrificante che non feroce, è quel sistema sanitario gestito, negli Stati Uniti, da società di assicurazioni molto più preoccupate [...] Vai alla recensione »
Michael Moore è arrivato in Italia ieri con il suo Sicko, documentario di denuncia sulla sanità americana, e gli italiani lo accolgono come un eroe e un rivoluzionario. Questione di punti di vista. Effettivamente quello che in Usa è solo un giornalista un po' provinciale e con uno spirito nemmeno troppo democratico (vota, forse, ma non collabora con i democratici), in Italia diventa un che guevara. [...] Vai alla recensione »
Tutto si può dire di Michael Moore tranne che i suoi documentari arrechino noia e non prendano posizione con fermezza: con Bowling a Colombine (premiato con l’Oscar) il corpulento regista di Flint aveva denunciato la mania americana per le armi da fuoco, in Fahrenheit 9/11 (premiato con la Palma d’Oro a Cannes) aveva attaccato gli errori politici del presidente George W.
La verità non si può documentare, neppure «sul campo» dondolando l'ingombrante corpo di Michael Moore. È un concetto sfuggente, fuori fuoco. Eppure Fahrenheit 9/11 diceva che la guerra in Iraq era fondata sulle bugie. Flint che la General Motors era al collasso. Bowling for Columbine che il mercato delle armi era all'origine delle stragi nei college.
Da una televisione omologata, controllata da quegli stessi poteri sovente responsabili di disagi e malefatte, crimini e misfatti, nasce il cinema di Michael Moore, un documentarista trasformatosi in testimone oculare del nostro tempo. Dopo la strage di Columbine e l'atto d'accusa contro l'assurdo proliferare delle armi negli States e la fragorosa ferita dell'11 settembre 2001, il regista entra nello [...] Vai alla recensione »
Manifacturing Dissent" – la fabbrica del dissenso – è il titolo dell'ultimo documentario che mette a nudo il re dei documentari. A differenza dei numerosi precedenti, più una lunga lista di siti Internet che lo sbugiarda, voleva celebrare l'ingegno e le imprese di Michael Moore. I canadesi Debbie Melnyk e Rick Caine, entrambi progressisti e di sinistra, fan dichiarati del regista, non erano neppure [...] Vai alla recensione »
It has become a journalistic cliché and therefore an inevitable part of the prerelease discussion of “Sicko” to refer to Michael Moore as a controversial, polarizing figure. While that description is not necessarily wrong, it strikes me as self-fulfilling (since the controversy usually originates in media reports on how controversial Mr. Moore is) and trivial.
Applausi. Polemiche. Invettive. Michael Moore torna a puntare il dito contro la patria americana, mischiando verità e manipolazione, sentimento e rancore, idealismo e furbizia. In Sicko il bersaglio è il sistema sanitario d'oltreoceano, che il ciccione col berrettino s'industria a crivellare per due ore a forza di interviste, riscontri statistici e azioni dimostrative in stile «Le Iene» o «Striscia [...] Vai alla recensione »
Negli stessi giorni in cui Michael Moore presentava il suo film Sicko a Cannes, Edith Isabel Rodriguez moriva di perforazione intestinale a soli 43 anni nell'atrio del Martin Luther King Harbor Hospital, a Los Angeles. Era il 9 maggio e nessuno se ne sarebbe accorto se la scena di Edith che vomitava e sanguinava sul pavimento non fosse stata ripresa dalle telecamere dell'ospedale, e se due chiamate [...] Vai alla recensione »