Isabella

1999, Macao. Sullo sfondo del passaggio della colonia portoghese alla Repubblica Cinese, Shing, un poliziotto indagato per traffici illegali, e la giovane Yan si incontrano. Lui la "assume" per la notte, credendola una prostituta, lei accetta ma la mattina scappa via e inizia a seguirlo. Il mistero è presto svelato: l'uomo è il primo fidanzato della madre di Yan e lei lo crede suo padre. Lentamente fra i due nasce davvero un rapporto di amore e comprensione. La convivenza - iniziata durante la ricerca di Isabella, il cagnolino regalato a Yan dalla madre poco prima di morire - viene fatta traballare dalla scoperta dell'assenza di un vero legame parentale, e viene interrotta dalla carcerazione del poliziotto per collusione con la mafia portoghese. Ma Macao è ormai cinese e all'orizzonte, suggerisce il regista hongkongese Pang Ho-Cheung, ci sono solo buone speranze.
Un film grazioso ma un po' troppo melodrammatico (tanto per lo svolgimento, quanto per l'uso insistito di mandolino e chitarra nella musica di sottofondo che praticamente non si interrompe mai) e retorico nel suo messaggio politico (da una parte il disordine, le ubriacature, i traffici di droga del periodo portoghese, dall'altra l'aria nuova "made in China", esemplificata dalla ragazza a scuola che ha smesso di fumare e agogna la quiete familiare). 