I segreti di Brokeback Mountain |
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Un film di Ang Lee.
Con Jake Gyllenhaal, Heath Ledger, Michelle Williams, Anne Hathaway, Randy Quaid.
continua»
Titolo originale Brokeback Mountain.
Drammatico,
durata 134 min.
- USA 2005.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 20 gennaio 2006.
- VM 14 -
MYMONETRO
I segreti di Brokeback Mountain
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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complesso e tormentatodi PierluigiFeedback: 0 |
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giovedì 2 febbraio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Avevo molte aspettative e ho voluto fortemente andare a vedere questo film. E mi ha spiazzato. Non so, l'ho visto oggi pomeriggio e non riesco a smettere di arrovellarmi. Avevo letto che ci si commuoveva e con mio stupore non è successo (non che non mi succeda, con "Mare dentro" ho pianto come mai per un film). Avevo letto di passione travolgente, e così non mi è sembrato; in questo devo dire che il trailer secondo me non è azzeccato, anzi è superficiale. Insomma, quasi quasi alla fine temevo davvero di essere deluso. Ed in effetti, a prima vista, si notano soprattutto alcuni passaggi a vuoto della narrazione, l'apparente gratuità del primo approccio fra i due protagonisti e poi la "banalità" del loro rivedersi così ogni tanto. Il film sembra reticente, e in effetti lo è, passa veloce su una serie di eventi, anche fondamentali come ad esempio la morte di Jack, ne sottintende molti altri, e in ciò dà l'impressione di registrare alcune afasie nel racconto. E però, come ho detto, non ho potuto smettere di pensarvi e piano piano mi pare di aver afferrato il senso, di aver capito. Il film è reticente, come ho detto, ma lo è volutamente. E' introverso e si nasconde, come il suo protagonista, Ennis, ed in ciò inaspettatamente ne sposa di nascosto il punto di vista. In tutto ciò ha il grande pregio di essere sobrio, asciutto e di una semplicità pulita e linda, come i paesaggi illustrati magnificamente nella prima parte e la colonna sonora essenziale, minima ma efficacissima. E questo inevitabilmente significa che non si cerca mai di blandire la sensibilità dello spettatore: insomma il regista non cerca la lacrima, anzi ne fugge. Il regista spegne ogni possibile e facile pathos per riportare la storia su un piano di semplicità totale e disarmante, quasi banale come la quotidianità; ed è questo un ulteriore indizio di come la storia in realtà si racconti attraverso gli occhi di Ennis e della sua emotività sicuramente compressa e dura e difficile a esprimersi. Ero andato al cinema aspettandomi di piangere, quasi volendolo. Sì proprio così, volevo commuovermi e ciò non è successo, e ora dico per fortuna! Il film non è scivolato via con le lacrime ma è rimasto attaccato a pretendere di essere assimilato con calma. Sto convincendomi sempre più, mentre scrivo queste righe, che devo assolutamente rivederlo di nuovo, e di nuovo ancora. Probabilmente saprò godere di più e meglio di questa sobrietà esasperata, che è sicuramente la cifra e il pregio del film
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