1963. Due ragazzi si incontrano e si conoscono lavorando insieme. Soli. In mezzo a panorami che smarriscono l'identità. E, in un tempo in cui essere gay costa caro, riescono pure ad innamorarsi. A prescindere dal fatto che essere gay costi caro anche oggi in quelle zone (e l'omicidio di Matthew Shepard ne è una potente testimonianza), io trovo che il film sia meno "americanata" di quanto si possa immaginare. Il must per l'americanata (sempre secondo me) può essere riassunto col "Se vuoi e se ti impegni ce la puoi fare". E qui non mi pare ce l'abbiano fatta.
Io non ho vissuto storie di questo tipo, per cui non posso certo dire di essermi immedesimato (e l'immedesimazione è sovente fondamentale per lo scatenarsi di sentimenti più intensi), però mi sono commosso. E molto. Diciamo che ho pianto a lungo (e ammettiamolo, via). Il fatto è che l'amore è sì una "forza della natura" .. ma la cultura, a volte, lo è di più. Ed è questo che mi ha angosciato (e continua ad angosciarmi): il sentimento di impotenza, di completa assenza di speranza di un futuro. Il pensiero di non poter fare programmi. Questo ho visto nel film. E questo mi ha devastato.
Ho letto critiche di persone che contestavano la regia, le scene, la recitazione... ma io mi chiedo: sono poi gli stessi che vanno a vedere Vacanze di Natale e ridono? Ovvio che questo è un commento polemico e basta! Quello che mi chiedo davvero sono tante cose. Alcune scene sono banali? Ma nella vita la banalità è all'ordine del giorno. Per cui, un film deve essere realistico (e quindi riportare la banalità) o "perfetto" (e quindi essere irrealistico)? La scena del bacio dopo 4 anni è sinomimo di imprudenza? Ma, dico io, vi è mai capitato di essere completamente travolti da un'emozione che non siano rabbia o paura? E non avete, per questo, agito in maniera incolsulta? Alcuni contestano il ruolo in cui sono state relegate le mogli. Per carità, non discuto che non siano state trattate bene. Però siamo onesti: quanta gente ha pianto per i morti di Titanic e quanti per Rose & Jack? Anche questa è una provocazione gratuita, lo so, ma ogni tanto ci vuole.
Infine le camicie. La scena finale che alcuni criticano come volutamente strappalacrime. Sarà anche vero, non discuto, ma che fine poteva avere un film di questo tipo?
L'ho già scritto da altra parte: chi sa fare, fa. Chi non sa fare, insegna.
Per ultimo? Secondo me godersi un film è seguire e farsi trasportare da una storia. Non controllare dei fotogrammi.
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ennis del mar
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giovedì 9 marzo 2006
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complimenti
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Biagio sei un grande,avrei voluto scrivere io un commento così semplice eppure così incisivo,vero e puntuale nel centrare il senso non solo del film ma anche della realtà nostra,purtroppo.Complimenti
da uno che non ha redini.
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walter
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giovedì 9 marzo 2006
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e io ribadisco
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Biagio te l'ho già detto che sei un grande e me ne dai conferma.
Grazie di esistere!! :-)
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belisario1963
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mercoledì 15 marzo 2006
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fortunatamente esiste
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anche qualcuno che riesce ad esprimere ciò che pensa in modo così bello a leggersi! E, ammetto, mi ha emozionato la tua critica non meno del film visto... Complimenti!
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vincent (rennes)
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venerdì 31 marzo 2006
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perfetto
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Cosa dire altro. Non è un americanata.
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vincent (rennes)
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venerdì 31 marzo 2006
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finale
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Però, il finale lo ha scritto la Proulx. Grande signora, anche quando s'inc…zza contro gli Oscar. Grazie Biagio
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