Titolo originale | Die Geschichte vom weinenden Kamel |
Anno | 2003 |
Genere | Documentario |
Produzione | Germania |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Byambasuren Davaa, Luigi Falorni |
Attori | Janchiv Ayurzana, Chimed Ohin, Amgaabazar Gonson, Zeveljamz Nyam . |
Uscita | venerdì 27 maggio 2005 |
Tag | Da vedere 2003 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,32 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Una famiglia di pastori nomadi assiste Le nascite dei cammelli del branco. Dopo un parto difficile, viene alla luce un bellissimo cammello albino che la madre rifiuta però di allattare. In Italia al Box Office La storia del cammello che piange ha incassato 299 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Prova d'esame in una Scuola di Cinema tedesca di due giovani registi e candidato al Premio Oscar per il miglior documentario 2005. La nascita dei cammelli è un momento molto importante per una piccola comunità della Mongolia del sud. Uno degli ultimi nati viene rifiutato dalla madre che non lo allatta. Qualsiasi tentativo di convincerla risulterà inutile fino a quando due bambini non andranno a chiamare un musicista nella lontana città capoluogo. Il suono della musica riavvicinerà madre e figlio. Ricco di intensa poesia il documentario (che ha trovato una distribuzione in più di 70 Paesi)è di quelli che purificano il nostro sguardo occidentale corrotto da ritmi accelerati ed effetti speciali. Senza nulla togliere al piacere di seguire una storia.
E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo [...] Vai alla recensione »
E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo [...] Vai alla recensione »
Ciao a tutti, non ho visto il film ma mi attira molto. Vista la storia pensavo di poterlo mostrare anche a mia figlia che ha 13 anni, ma vedo che c'è l'indicazione kids+16. Qualcuno gentilmente mi può spiegare a cosa è dovuta e se è effettivamente meglio che non lo proponga a mia figlia? Grazie!
Nel deserto del Gobi, Mongolia del sud, la vita dei pastori nomadi è scandita da ritmi particolari. Uno dei momenti chiave è quello in cui i cammelli del branco partoriscono, ma quando, a seguito di un parto travagliato, una di loro rifiuta il piccolo appena nato, l'unica soluzione è tentare la via del rito «hoos», cioè andare a chiamare un musicista da un vicino villaggio per risvegliare, al suono [...] Vai alla recensione »
Un gioiello. Non attori ma una vera famiglia - quattro generazioni - di pastori nomadi del Deserto dei Gobi in Mongolia, e le azioni sono quelle della loro vita quotidiana. Ma per ridurre l'approssimazione della definizione "documentario" bisogna quantomeno aggiungere "poetico". La ricchezza di questa famiglia sono i cammelli, la loro elementare economia ruota intorno a questi animali simbolo di tenacia [...] Vai alla recensione »
Il vecchio Janchiv (Janchiv Ayurzana) raccoglie della legna secca sparsa tra i rovi. Nel deserto del Gobi inizia la primavera, e presto le cammelle partoriranno. Proprio d’un antico cammello - forse il primo mai venuto al mondo - Janchiv racconta ai suoi figli. Deposta la fascina che ha appena legato, guarda la macchina da presa e assicura che, per ricompensarIo della sua bontà, Dio diede all’animale [...] Vai alla recensione »
Aria, terra, fuoco, acqua. Un ritorno all’essenza della vita, agli elementi primordiali. E l’esperienza offerta da La storia del cammello che piange, girato da Luigi Falorni e Byambasuren Davaa in un angolo remoto della remota Mongolia. Minima la vicenda raccontata: nasce un cammello, il parto è lungo e travagliato, la madre, alla prima gravidanza, rifiuta il cucciolo.
Deserto dei Gobi, Mongolia del sud. Una famiglia di pastori nomadi aiuta a far nascere i cammelli del branco. Un parto si rivela terribilmente difficile, doloroso. Anche se viene alla luce un bellissimo cucciolo bianco, la mamma cammello lo rifiuta: traumatizzata, del suo puledro non ne vuole sapere. E gli nega brutalmente il latte e l’amore materno.
Documentario che ha già fatto il giro del mondo dei festival raccogliendo consensi e quasi l'Oscar, La storia del cammello che piange nasce come lavoro di fine corso della scuola di cinema di Monaco, firmata dagli «studenti» Luigi Falorni e Byambasuren Davaa. Gli appassionati dei film del deserto aggiungeranno anche questo al loro elenco, anche se sono abituati a un immaginario più magico.
Incredibile fenomeno da passa-parola, La storia del cammello che piangeva ha fatto pienone di attenzioni spettatorali e critiche nei festival in cui è stato presentato. Le ragioni sono abbastanza misteriose. Forse il manifesto, col faccione del cammello in primo piano. Forse la furbizia della promozione. Forse il bisogno di sentimenti edificanti, che negli umani oggi sembrano robotici, quindi è bene [...] Vai alla recensione »