Titolo originale | Shu shan zheng zhuan |
Anno | 2001 |
Genere | Azione |
Produzione | Cina, Hong Kong |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Tsui Hark |
Attori | Ekin Cheng, Cecilia Cheung, Louis Koo, Ziyi Zhang, Sammo Kam-Bo Hung, Jackie Woo Patrick Tam (II), Kelly Lin. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 aprile 2017
CONSIGLIATO SÌ
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Hark Tsui torna sul soggetto che gli diede il primo grande successo (Zu: Warriors from the magic mountain) dando vita ad un remake dal budget altisonante e dagli effetti esplosivi. Zuppo di digitale fino al midollo, The Legend of Zu è un'opera visionaria, mix di filosofia orientale, arti marziali (poche ma certificate Yuen Wo Ping) e leggenda popolare. Sulle montagne di Zu vivono dei guerrieri immortali che proteggono il genere umano dagli attacchi delle forze oscure. Un manipolo di eroi dai poteri sovrannaturali si uniranno nel tentativo di annientare le forze del male pronte all'attacco, in un crocevia di relazioni personali e lotte interiori. Una cornice visiva decisamente barocca si unisce ad un narrato dal ritmo piuttosto frammentato: la sensazione è che ogni 10 minuti inizi un nuovo film. Nonostante i continui stacchi, i personaggi principali acquistano una profondità sussurrata, tipica delle atmosfere create dell'autore. Accanto al solito Sammo Hung, troviamo una Zhang Ziyi astro nascente, il simpatico Jackie-faccia da schiaffi-Wu (Tai Chi Boxer) ed il flemmatico Ekin Cheng (The Storm Riders): il cast, seppur di tutto rispetto, risulta a tratti impacciato in un contesto tanto artificioso. Eppure Hark Tsui si rivela uno sciamano capace di far affiorare poesia anche dal "freddo" digitale, e dopo un incipit confuso e poco promettente si sviluppa, inatteso, un fenomeno sinergico tra i fattori in gioco, capace di affascinare. Un'iperbole psichedelica da guardare come un dipinto, provando a calibrare le proprie percezioni sul lato visivo e non esclusivamente sul narrato, che a causa degli oggettivi limiti di fluidità è ben lungi dal proporre un intrattenimento di largo consumo.