Titolo originale | Tai ji quan |
Anno | 1996 |
Genere | Azione |
Produzione | Hong Kong |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Woo-ping Yuen, Cheung Yam-Yin |
Attori | Jackie Woo, Christy Chung, Billy Chow, Sibelle Hu, Shun Lau, Chuen Hua-Chi Darren Shahlavi. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
CONSIGLIATO NÌ
|
Dopo il riuscitissimo Tai Chi Master eccone servito il sequel, o qualcosa di simile. Orfano di Jet Li e Michelle Yeoh, protagonisti del precedente capitolo, Tai Chi Boxer tenta di riproporre il classico canovaccio della commedia d'azione orientale. In un paesino della Cina di fine ottocento, un gruppo di trafficanti d'oppio stranieri fa il bello e il cattivo tempo. Jackie, figlio di un dispotico mestro di Kung Fu, è un vivace adolescente costantemente in fuga dai libri di scuola. Innamoratosi di Rosa, attivista rivoluzionaria contraria ai traffici stranieri, lo scapestrato giovane si troverà a dover fronteggiare la banda di trafficanti. La trama è di spessore impalpabile e le gag sono molto deboli in quanto a vena comica: si sorride più che altro per l'ingenuità di alcune sequenze. Dal punto di vista dell'azione (e non solo) Woo-Ping cita a più riprese se stesso, in un misto di Kung Fu e Wire Fu (botte con supporto di cavi per le evoluzioni) di livello quantitativo e qualitativo soddisfacente, seppur lontano dai fasti a cui il maestro aveva abituato i propri fan. Menzione per il funambolico debutto del giovane Jackie-faccia da schiaffi-Woo e per la presenza "random" (guadare per credere) di un esagitato Billy Chow. Indegno sucessore di un un'opera brillante e fresca come Tai Chi Master, il titolo vivacchia ballonzolando tra un duello e l'altro, per terminare su un combattimento brutta copia della celebre sequenza sulle scale di Once Upon a Time in China. Il risultato finale è uno sbiadito collage, si spera volutamente parodistico, di precedenti successi dell'acclamato regista-coreografo. Morale: anche ai più grandi capita di steccare.