Titolo originale | Monsters, Inc |
Anno | 2001 |
Genere | Animazione, |
Produzione | USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Pete Docter, David Silverman, Lee Unkrich |
Attori | John Goodman, Billy Crystal, Mary Gibbs, Steve Buscemi, James Coburn, Jennifer Tilly Bob Peterson, John Ratzenberger, Frank Oz, Daniel Gerson, Steve Susskind, Bonnie Hunt, Jeff Pidgeon, Samuel Lord Black, Jack Angel. |
Uscita | giovedì 13 giugno 2013 |
Tag | Da vedere 2001 |
Distribuzione | Walt Disney |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,66 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 dicembre 2018
Argomenti: Pixar
Mostropoli è una città abitata dagli esseri più diversi., che sopravvivono grazie alle urla dei bambini opportunamente elaborate. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, In Italia al Box Office Monsters & Co. ha incassato 6,4 milioni di euro .
Monsters & Co. è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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I mostri che escono di notte dall'armadio non solo esistono ma sono anche ben organizzati. In un mondo parallelo i mostri vivono in una società civile tanto quanto la nostra (cioè ben poco), in cui spaventare bambini è un lavoro, il più importante di tutti, perchè dalle loro urla si genera l'energia che alimenta la città. Tra gli spaventatori di professione della Monsters & Co. Sulley e Mike sono la coppia più affiatata, quella che detiene il record di urla generate, un punto di riferimento per tutti, almeno fino a che per un errore una bambina non passa dal mondo degli uomini a quello dei mostri rischiando di metterne a repentaglio la carriera.
Al quarto lungometraggio la Pixar raggiunge il proprio zenith espressivo (confermato subito dopo da Alla ricerca di Nemo e Gli incredibili), mescolando un umorismo potente e sempre originale ad un sentimentalismo inavvicinabile anche per il cinema drammatico (l'immagine che chiude il film è tra le più poetiche e delicate di tutti gli anni 2000), continuando a puntare, come farà anche nei film successivi, su una coppia disfunzionale di protagonisti. Mike e Sulley dovranno prima gestire la bambina, poi cercare di liberarsene e infine riportarla sana e salva nel suo mondo. Dunque il modello dichiarato fin dai titoli di testa è il cinema degli anni '60 e in particolare le commedie fantastiche in cui dei ragazzi entrano in contatto con un mostro/alieno/entità soprannaturale da celare al resto del mondo e poi liberare (il medesimo modello alla base anche di E.T.), non a caso tutta la prima parte è orchestrata come un film adolescenziale, con la Monster's & Co. a fare da scuola, i direttori a fare da professori/presidi, le ragazze incontrate nei corridoi, le rivalità e le scene negli spogliatoi con gli armadietti. Il divertimento è tutto nella doppia dinamica del ribaltamento (nel mondo dei mostri le creature orrende che lo abitano sono terrorizzate dai bambini) e nel tipico adattamento pixariano di personaggi, luoghi e consuetudini umane nel corrispettivo mostruoso.
Nella seconda parte invece prende piede lo specifico dello studio, uno svolgimento dinamico che si fa forza dello spostamento, tradotto in una lunga corsa che (prima dello showdown finale con la bellissima sequenza delle porte) ha il suo culmine nel più classico esilio, ovvero quel momento che ricorre spesso nei film scritti da Andrew Stanton, in cui i personaggi di colpo si trovano separati dagli altri da una distanza per loro incolmabile e alla concreta impressione che tutto sia perduto si affianca una sensazione di solitudine ed ostracizzazione dal proprio mondo che nessuno aveva mai approfondito tanto, specie in film per l'infanzia.
Alla luce dei lungometraggi seguenti è impossibile non notare la coerenza con la quale, fin dagli inizi, la Pixar persegua una politica di svelamento delle verità attraverso il video. Solo quando vede se stesso attraverso la mediazione audiovisiva Sulley capisce quanto sia sbagliato ciò che fa, alla stessa maniera in cui Woody comprendeva le sue origini via tv Toy Story 2, Eve comprenderà l'amore di Wall-E rivedendo i propri ricordi registrati, Elastigirl i desideri del marito in Gli incredibili e via dicendo.
Rieditato in 3D a poco più di dieci anni dall'uscita originale, il film di Docter, Unkrich e Silverman è aggiornato anche nella risoluzione. Se il secondo processo non può che aver fatto bene sono più legittimi i dubbi sul primo. A differenza di quanto accaduto con Alla ricerca di Nemo, la dimensionalizzazione di Monsters & Co. lascia abbastanza indifferenti. Ambientato più che altro in luoghi chiusi e ambienti stretti, il film si presta poco al processo eppure anche le scene di più ampio respiro (l'inseguimento sulle porte) non sembrano beneficiare della terza dimensione.
Monsters & Co. indaga sulla diversità, sulla sua relatività, sull’importanza del contatto tra diversi. Mostra come la crescita sia il momento in cui si superano le paure e insieme si chiudono i ponti con la fantasia, il momento in cui il principio di piacere si fa sopraffare dal principio di realtà. Evidenzia la necessità di mantenere il contatto con la meraviglia, con la parte d’infanzia che, malgrado il crescere, può conservarsi in noi. Si basa sull’idea di rappresentare il mondo delle paure e fantasie dell’infanzia, e sull’idea che questo mondo sia un riflesso del mondo reale e del mondo adulto. Il mondo dei mostri e il mondo umano si specchiano l’uno nell’altro, e si ha il rovesciamento della divisione tradizionale dei ruoli tra spaventanti e spaventati: i mostri hanno paura degli umani, un essere umano come Boo non ha paura dei mostri. Il ribaltamento evidenzia la relatività della diversità, ha un effetto comico, spiazzante, che indica quale possa essere la via da seguire per superare i pregiudizi verso chi è visto ed emarginato come diverso. La diversità permane, ma il film ci dice che può essere fonte di arricchimento e che può nascondere una somiglianza intima, l’esistenza di uno stesso piano di affezioni per due esseri che sono tra loro molto diversi esteriormente, come il possente Sulley e la piccola Boo. Il film è dominato dalla figura della porta. La porta è il passaggio tra mondo dei mostri e mondo umano, il varco tra le diversità, il segno dell’incontro e della comunicazione; e può anche essere il simbolo dell’accesso al mondo dell’infanzia e della fantasia, che viene solitamente chiuso quando si cresce. Nel finale, Sulley apre la porta di Boo grazie alla scheggia che ha conservato (la parte d’infanzia che l’adulto può conservare e portare con sé), rivede la bambina, sorride: ma è negato il controcampo, vediamo solo il volto sorridente di Sulley, e non vediamo Boo e la sua stanza: l’apertura della porta di Boo schiude la speranza del mantenimento del legame con l’infanzia, ma la negazione del controcampo su Boo sottolinea il rimpianto per l’infanzia perduta.
Mostropoli è una città abitata dagli esseri più diversi. Sopravvivono grazie a una fonte di energia del tutto inusuale: le urla dei bambini opportunamente elaborate. Le creature hanno innumerevoli accessi che consentono di passare dal loro mondo al nostro. Ogni notte una squadra scelta entra nelle stanze dei piccoli per spaventarli e raccoglierne le grida. C'è però un problema: i mostri pensano che i bambini siano tossici e che quindi vada assolutamente evitato un contatto diretto. Finché non si prospetta una crisi prodotta dalle sempre minore 'spaventabilità' dei piccoli. Il principale incaricato della ricerca di urla è il corpulento Sulley che però una notte compie un errore aprendo un varco al contrario. Un'umana, la piccola Boo, entra in Mostropoli con tutte le conseguenze del caso. Così come per Toy Story il successo della Pixar è assicurato da un lavoro di squadra creativa che sa coniugare lo sguardo rivolto ai bambini con quello che cattura l'attenzione degli adulti. Perché in questo contatto tra mondi non ci sarà l'horror gotico alla Tim Burton, ma non manca la malinconica consapevolezza dell'inevitabile separazione. Dando alla vitalità delle situazioni un sottile retrogusto amarognolo.
MONSTERS & CO. disponibile in DVD o BluRay |
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Monsters Inc. (titolo originale del film) è senza ombra di dubbio il miglior film d'animazione del 2001 (a pari merito con Shrek), uno dei capisaldi del genere, che segna un ulteriore salto di qualità per la Pixar, dopo Toy Story, A Bug's Life e Toy Story 2, che proprio durante la produzione di questo film si trasferisce nell'ormai storica sede di Emeryville, California.
Sulley e Mike, i due mostri meno spaventosi mai apparsi sulla celluloide, sono i protagonisti di questa avventura targata Pixar diretta da Lee Ulkrich. In Monsters Inc. la Pixar confeziona un mondo rovesciato dove sono i mostri a temere i bambini, ma devono comunque interagire con il nostro mondo in quanto si servono delle urla dei piccoli umani (appositamente spaventati da "seri" [...] Vai alla recensione »
Ho visto questo film da adulta e ho rimpianto di non essere bambina.. o forse no. Non so quante volte l’ho rivisto senza mai stancarmi, l’idea creatrice è la cosa più geniale dopo l’isola che non c’è di Barrie. Un mondo parallelo di cui solo i bimbi hanno contezza, un’economia basata sulla paura come energia, un imprenditore che cerca scorciatoi [...] Vai alla recensione »
MONSTERS & CO. (USA, 2001) diretto da PETE DOCTER § Secondo voi, esistono i babau, i multiformi mostri che sconvolgono le fantasie diurne e notturne dei bambini? A quanto pare, la risposta è affermativa: ci sono, ma si tratta di alieni di una dimensione parallela al nostro universo che svolgono il benemerito mestiere di procacciatori di energia per il loro mondo spaventando i bambini [...] Vai alla recensione »
Nella città di Mostropoli, esiste una gigantesca azienda nota come Monsters e Company, nella quale i mostri più spaventosi o i più bravi a spaventare i bambini , entrano nel mondo degli umani tramite delle porte che li fanno arrivare nelle camerette dei bambini per spaventarli, perché le loro urla fungono d materia prima per l' energia elettrica indispensabile [...] Vai alla recensione »
Al di là dell'estrema originalità del plot, della trama, dell'ambientazione è veramente un capolvoro come Up, gli, Incredibili, Ratatouill...sono bellissimi tutti ma questi sono i miei preferiti
I film Disney realizzati dalla Pixar sono TUTTI bellissimi ma alcuni come Monsters & Co. sono dei veri e propri CAPOLAVORI, una marea di compliementi a tutti gli animatori, produttori e registi primo su tutti John Lasseter che riescono SEMPRE a mantenere un livello ALTO di qualità nei prodotti-gioiello che propongono con un costante miglioramento col passare del tempo, a differenza della [...] Vai alla recensione »
Film della Disney terribilmente geniale. Una trama così ricca, fantasiosa e originale difficilmente si trova in giro. Per non parlare della miriade di gag sfornate dai protagonisti. Ottimo doppiaggio. Voto: 9
è il primo film che ho visto al cinema!!!è veramente bello,originale,geniale e divertentissimo,personaggi originali e frasi bellissime.uno dei migliori cartoni animati del decennio,un capolavoro,da guardare assolutamente!!!voto:9 e mezzo
Secondo me è un capolavoro. Film d animazione che mi hanno divertito come questo non ne ho ancora trovati.
Monster e co è molto divertente, piacevole da vedere con tutta la famiglia e intrigante.
Mostropoli, la città abitata da mostri che per l'energia elettrica utilizza le urla di paura dei bambini che di notte vengono spaventati. A spaventarli sono mostri "professionisti" nel settore, uno di questi è Sulley che insieme al fido Mike Wazowski formano una coppia affiatata nel loro lavoro. Tutto scorre liscio sino a quando una bambina UMANA si ritrova in quel di Mostropoli, [...] Vai alla recensione »
C'è l'aria dei classici Disney in "Monsters & Co.". Un film d'animazione che assolutamente non annoia i più grandi; sempre arguto, brillante, divertente e profondamente interessante, costantemente imprevedibile, mai banale. La storia sorprende per l'innovativa ed originale idea; i personaggi, soprattutto i due protagonisti, trasmettono una straordinaria [...] Vai alla recensione »
MONSTERS & CO. (2001) Di Peter Docter , Lee Unkrich ,David Silverman Mostropoli città abitata da mostri di ogni sorte, dove la centrale (la Monsters & co.
Bello colorato e mostriciattoli davvero curiosi e davvero poco...mostruosi! Non il miglior prodotto Pixar anzi a dirla tutta una vera delusione. Colpisce quel dolceamaro che lascia in bocca dopo averlo visto.
Si dovrebbero organizzare marce a favore dei film d'animazione, ghettizzati agli Oscar in una categoria a parte dall'aspetto decisamente B. Mentre le storie con attori in carne e ossa, preferibilmente sofferenti, sono considerate cose da grandi, nell'immaginario dell'Academy l'animazione resta roba da bambini: invece Monsters & Co., con i suoi pupazzoni e mostri virtuali, è non solo più bello e divertente, [...] Vai alla recensione »
Divertente, graffiante, immaginoso, buffo, educativo, per gli adulti-bambini e i bambini-adulti. L'idea è semplice e centrata: i mostri, professionisti dello spavento che ogni piccino teme oltre la porta della sua stanza, lavorano in una dimensione parallela dello spazio-tempo nutrendosi dell'urlo dei ragazzini, di cui hanno a loro volta terrore. I personaggi sono fantasiosi e armoniosi: Sullivan, [...] Vai alla recensione »
Fare le cose semplici, nonostante le apparenze, è una delle imprese più difficili da realizzare, nella vita come nell'arte. Alla Pixar evidentemente conoscono il segreto della semplicità che da qualche anno garantisce a ogni loro film uno straordinario successo di pubblico e, perché no, anche di critica. A questo andamento non si sottrae ovviamente Monsters & Co.
"Non aprite quella porta", predicava il vecchio Tobe Hooper tanto tempo fa, quando gli incubi degli adolescenti restavano rigorosamente sotto chiave. Ventotto anni dopo, i mostri che dovrebbero terrorizzare i ragazzini in attesa di prender sonno che fissano la porta della loro cameretta sono i primi a spaventarsi al cospetto di un umano, seppur piccolissimo.
Torna uno dei capolavori Pixar, ora in 3D. Per chi non l'avesse ancora visto è uno dei più potenti e poetici racconti sulla diversità, nonché una specie di versione animata di "Freaks". Docter, Silverman e Unkrich dirigono un intelligente e sfrenato trattato sulla "paura" declinandolo in una necessità, portando, a ruoli inversi (mostri/umani), a capire che la vera forza energetica è la risata.