Titolo originale | Un coeur en hiver |
Anno | 1992 |
Genere | Sentimentale |
Produzione | Francia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Claude Sautet |
Attori | Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussollier, Maurice Garrel, Jean-Luc Bideau Élisabeth Bourgine, Brigitte Catillon, Myriam Boer, Stanislas Carré de Malberg. |
Tag | Da vedere 1992 |
MYmonetro | 3,98 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Per molti una sorpresa. Non per chi ama e segue il cinema francese, escluso dalla grande programmazione ma capace di suscitare rare emozioni, solo che... Ha vinto 2 David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Per molti una sorpresa. Non per chi ama e segue il cinema francese, escluso dalla grande programmazione ma capace di suscitare rare emozioni, solo che lo voglia. Claude Sautet ricama cinema da una ventina d'anni e sulla soglia dei 70 trova la tardiva affermazione. Per meglio comprendere l'ingiustizia patita sarà opportuno non lasciarsi sfuggire il suo film precedente, Qualche giorno con me. Sarà più facile comprendere il successo di Un Cuore in inverno, che narra le vicende di Maxime e Stéphane. Legati da vincoli professionali, sono liutai apprezzati dalla raffinata clientela, hanno caratteri diversi. Maxime è l'amministratore, Stéphane un artista dalle mani d'oro sanno costruire strumenti musicali e automi dai complicati meccanismi. Maxime ha una storia importante con Camille, una giovane e affascinante violinista. Stéphane, con il suo carattere schivo, sembra ignorare una vicenda che non gli appartiene. Ma è proprio la sua sobrietà che attira l'attenzione di Camille. La donna non nasconde la sua attrazione. Stéphane sembra ricambiare. Infine ed inspiegabilmente si ritrae. Lascia che tutto finisca, compresa l'amicizia con Maxime. Tutto qui. Eppure il triangolo Maxime, Camille e Stéphane è una delle geometrie più fragili e resistenti del cinema d'ogni tempo. Se Maxime è una figura necessaria al racconto, Camille è inesorabilmente donna. Appassionata, capace di compiere salite e discese che denotano il prodigarsi della sua anima. Infine Stéphane, che lo straordinario Daniel Auteuil ci rende caro per la sua reticenza. Così chiaro il suo disegno, che ognuno di noi ha vissuto o desiderato di attuare. La reticenza di fronte alla possibilità di amare non è un atto di vigliaccheria, ma la sublimazione di un sentimento ibernato, affinché si conservi per sempre. Questo progetto di non amore è narrato da Sautet con un ingrediente rivoluzionario e temerario: il sussurro dei sentimenti. E tutto nei terribili anni Novanta. Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia.
UN CUORE IN INVERNO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€12,99 | – | |||
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UN COEUR EN HIVER “… Per me il cinema è …musica” (Claude Sautet è …la vita – François Truffaut); “…la musica è sogno…” – dice Stéphane, il protagonista maschile di Un coeur en hiver , secondo film della trilogia finale del rimpianto regista francese scomparso da pochi mesi [...] Vai alla recensione »
Stephan invecchia tra il suo lavoro di liutaio, frequenti visite al vecchio maestro di conservatorio e tiepidi scambi d’opinioni con una confidente libraia. Qualcosa in lui si smuove quando conosce la violinista Camille, fidanzata poco convinta del di lui collega Maxim. Involontariamente o per gioco cinico, lentamente la fa innamorare. Dopo l'iniziale diffidenza, lei si lascia conquistare dalla cupa [...] Vai alla recensione »
La storia è tratta da una novella di Michael J. Lemontov e ruota su tre personaggi: un liutaio, Stéphane, un collega di lavoro, Maxime, ed una suonatrice di viola da gamba, Camille. Maxime e Camille si amano. Stéphane sembra tendere una trappola a Camille e fa nascere tra loro un amore che, una volta dichiarato da Camille a Stéphane, viene da lui respinto.
E' soffio, è incanto, è finezza di macchina e straordinarietà dei suoi interpreti (soprattutto di Auteuil e della Beart, che un anno dopo generano la piccola Nelly e andarono a vivere nella stessa Provenza ambientazione del film; e che poco dopo si separarono concordi: "siamo troppo uguali"; e che, tra l'altro, generano anche altro: il successivo movie di Sautet [...] Vai alla recensione »
E' soffio, è incanto, è finezza di macchina e straordinarietà dei suoi interpreti (soprattutto di Auteuil e della Beart, che un anno dopo generano la piccola Nelly e andarono a vivere nella stessa Provenza ambientazione del film; e che poco dopo si separarono concordi: "siamo troppo uguali"; e che poco dopo, tra l'altro, generano anche altro: il successivo movie [...] Vai alla recensione »
E' soffio, è incanto, è finezza di macchina e straordinarietà dei suoi interpreti (soprattutto di Auteuil e della Beart, che un anno dopo generano la piccola Nelly e andarono a vivere nella stessa Provenza ambientazione del film; e che poco dopo si separarono concordi: "siamo troppo uguali"; e che poco dopo, tra l'altro, generano anche altro: il successivo movie [...] Vai alla recensione »
Un pugno nello stomaco. Grandissimi attori. Ma che rabbia... non si capisce chi è innamorato di chi o di che cosa e neanche perchè, le origini del rifiuto (se di rifiuto si può parlare), la matrice di tale ibernazione sentimentale. Inizialmente sembra Stephane non voler rovinare la storia di Maxime (che però non è suo amico). Ma poi ingiustamente Maxime lo umilia pubblicamente e Stephane continua passivamen [...] Vai alla recensione »
«Sono preoccupato per il loro futuro», dice Stéphane a Camille. I due seguono e quasi spiano il litigio di una coppia seduta di fianco a loro in un bar. Stéphane è sarcastico, cattivo. Questo è l’amore, intende: un farsi male, un aggredirsi, un darsi indifesi alla crudeltà dell’altro. Della dimensione del cuore, dunque, vede solo il lato oscuro, doloroso.
Stéphane (Daniel Auteuil), Maxime (André Dussolier) e Camille (Emmanuelle Béart): Un cuore in inverno, di Claude Sautet, racconta un triangolo amoroso. Stéphane e Maxime sono amici e colleghi da lunga data: appassionati di musica, gestiscono una liuteria molto apprezzata. La loro specialità sta nel “ridare la voce” ai vecchi violini, attività nella quale eccelle Stéphane; a Maxime va soprattutto il [...] Vai alla recensione »