Un cuore in inverno |
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Un film di Claude Sautet.
Con Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussollier, Maurice Garrel, Jean-Luc Bideau.
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Titolo originale Un coeur en hiver.
Sentimentale,
durata 92 min.
- Francia 1992.
MYMONETRO
Un cuore in inverno
valutazione media:
4,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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E D'AMORE IGNAVIA...di Maria Cristina NascosiFeedback: 0 |
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domenica 11 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anche a distanza di 16 anni, UN COEUR EN HIVER / Un cuore in inverno o La violinista, che dir si voglia, il bel film di Claude Sautet, il suo penultimo capolavoro, prima che la morte lo ghermisse, rimane 'semplicemente' tale. Regista di non molti film, certo, regista di cinematografia da salotto, era stato definito, ma che pregnanza, che spessore, che capacità - quasi siderale - di introspezione in quegli incontri - scontri - dialoghi, a volte soliloqui - in cui tutto è detto con poco, semplicemente, per l'appunto, lievemente, ma con una 'levitas' tutta latina, così piena com'è, di tanto. I sentimenti, svelati a poco a poco, con sguardi, scambi di sguardi, di occhiate, furtive o stentoree, di sensazioni che arrivano ben oltre lo schermo del visivo fruitore, dello spettatore 'guardone' che invece rivive quanto mai 'in diretta' ciò che la vita ( e l'amore), almeno una volta, gli hanno riservato da vivere e da gustare o da dolersi, una sofferenza che va oltre lo sguardo della sala, che oltrepassa lo schermo in una mutua, vicendevole condivisione di sensazioni altrimenti inenarrabili. Ed ottimi gli interpreti, un Daniél Auteuil che con l'ultimo e tra i più recenti Caché - Niente da nascondere, ha raggiunto una delle migliori sue performances, da grande istrione del palcoscenico qual è che qui è il ritratto perfetto dell'ignavia d'amore, il non voler soffrire mai, a tutti i costi, perdendo quanto di meglio - e di peggio - la vita ti riserva a livello di sofferenza; e che dire di André Dussollier, l'equilibrio, l'eleganza del recitare per eccellenza, non a caso uno degli attori preferiti da decenni pure dal grande Alain Resnais, presente anche nel suo ultimo COEURS - Cuori, Leone d'Argento all'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Splendido il quasi cameo di Maurice Garrel, 'maschera' del sé nella 'sacra rappresentazione' di una morte annunciata. E brava anche la Béart, bella, certo, bellissima, ma sempre un po' monocroma, monocorde, a tratti monotona, se non fosse per la 'felinità' che, ogni tanto, accompagna qualche suo pur 'gracile' gesto attoriale. Non è certo Romy Schneider che, fino alla sua morte avvenuta nel 1982 - quest'anno saranno 25 anni - fu l'attrice-feticcio di Claude Sautet: il suo essere solo riempiva la scena, il suo essere drammaturgico era lei, piccola dolce 'solo' Sissi degli anni Sessanta, cresciuto con lei mano a mano, plasmata un po' da Visconti, un po' da altri grandi, un po' - tanto - dai dolori che l'amore portò, lancinanti, nella sua vita e che la fecero 'vento a scomparire' poco dopo i quarant'anni. E su tutto e tutti la musica di Ravel...
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