Sinfonia d'autunno

Film 1978 | Drammatico 99 min.

Regia di Ingmar Bergman. Un film Da vedere 1978 con Liv Ullmann, Ingrid Bergman, Lena Nyman, Halvar Björk, Marianne Aminoff, Arne Bang-Hansen. Cast completo Titolo originale: Höstsonaten. Genere Drammatico - Svezia, Germania, Gran Bretagna, 1978, durata 99 minuti. - MYmonetro 3,16 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 aprile 2014

Argomenti:  Mamme al cinema

Il film narra di una madre, famosa concertista, che dopo tanti anni si reca a far visita alle figlie. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes,

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Consigliato sì!
3,16/5
MYMOVIES 3,25
CRITICA
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
Il film più manierista di Bergman il cui obiettivo è di spingere lo spettatore al dialogo con i propri fantasmi.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

In un villaggio tra i fiordi della Norvegia, Charlotte, affermata pianista, si reca dopo sette anni a far visita alla figlia Eva, sposata con un pastore protestante. La madre non sa di trovare anche l'altra figlia, Helena, malata da tempo, e che in passato aveva relegato in una clinica. Il dialogo tra Eva e Charlotte finirà col vertere su un doloroso passato di incomprensioni e mancanze, fino al momento in cui la madre deciderà di andarsene senza una reale conciliazione

Di produzione norvegese, Sinfonia d'autunno appare probabilmente come il film più manierista di Ingmar Bergman, fu lo stesso regista ad ammetterlo, un dramma da camera a porte chiuse il cui obiettivo è spingere lo spettatore al dialogo con i propri fantasmi, alla pacificazione con se stessi attraverso l'altro.

Da grande drammaturgo qual è, il cineasta orchestra una sonata d'autunno (nel titolo originale non compare la parola "sinfonia") per due strumenti da sempre male accordati tra loro, posti su due lunghezze emotive diverse. In certo modo, la loro divergenza nel percepire l'essenza delle cose è rintracciabile per intero nella splendida sequenza in cui Charlotte suona al piano il Preludio n. 2 di Chopin invitando, poi, la figlia ad eseguire lo stesso pezzo per finire col criticarne, in maniera sottile quanto ferma, l'esecuzione.

Come per il precedente L'uovo del serpente, realizzato sempre fuori patria, in Germania, l'ispirazione sembra essersi gelata in una concezione di spettacolo troppo chiusa, senza particolari slanci creativi, quasi fossimo spettatori di un riflusso di vecchie ossessioni. Tra i critici c'è stato anche chi si è intelligentemente chiesto se, nel rapporto dialogico tra le due donne, non vi fosse il desiderio di descrivere una sola unità: «Non potrebbe trattarsi di un esame di coscienza fatto dalla madre in forma allegorica? Le figlie allora rappresenterebbero l'una il suo fallimento come pianista, l'altra il suo fallimento come donna» (Alfonso Moscato, Ingmar Bergman. La realtà e il suo doppio, Edizioni Paoline, p. 68).

Come accade per quasi tutti i lavori del grande cineasta, i singoli contributi sono di primo piano, dalla fotografia di Sven Nykvist alla prova di due fuori classe della recitazione, sebbene un'insistita linearità, specie nell'organizzazione a flashback, tenda a licenziare un'opera senza particolare mordente espressivo. È il primo e unico film in cui Ingrid lavora con Ingmar: il loro rapporto lavorativo fu di grande stima, ma di non facile gestione.

Stefano Lo Verme

Charlotte Andergast, una celebre pianista di fama internazionale completamente assorbita dalla propria carriera, viene invitata a trascorrere alcuni giorni a casa della figlia Eva, che vive insieme a suo marito Viktor prendendosi cura della sorella handicappata Helena, e non vede la madre da sette anni. L'incontro fra Charlotte ed Eva sarà l'occasione per un drammatico confronto tra le due donne.
Scritto e diretto da Ingmar Bergman nel 1978, Sinfonia d'autunno è ricordato, all'interno della produzione del regista svedese, soprattutto per essere l'unica pellicola in cui Bergman e la Bergman (Ingrid) hanno lavorato insieme; inoltre, Sinfonia d'autunno è stato l'ultimo film per il cinema della leggendaria protagonista di Casablanca, che prese congedo dal proprio pubblico con uno dei suoi ruoli più intensi e memorabili. L'opera in questione prosegue la serie di drammi familiari realizzati dal regista nel corso del decennio; ma dopo l'analisi dei rapporti fra sorelle (Sussurri e grida, 1972) e del ménage fra marito e moglie (Scene da un matrimonio, 1973), qui Bergman punta l'obiettivo sulla relazione tra una madre e una figlia, interpretate rispettivamente dalla Bergman e dall'attrice-musa del regista, Liv Ullmann. Dopo un breve prologo, in cui il marito Viktor (Halvar Björk) si rivolge allo spettatore per introdurre la storia, il film si concentra sul confronto intimo e doloroso tra i due personaggi principali: Charlotte, una pianista di grande successo che ha sacrificato l'affetto dei propri familiari sull'altare della carriera, ed Eva, soggiogata dall'inarrivabile talento della madre e vittima di insicurezze e risentimenti repressi. Il tentativo di ricucire i rapporti familiari si risolverà ben presto in un aspro atto d'accusa da parte della figlia, per troppo tempo privata di quell'amore e di quelle attenzioni delle quali sentiva il bisogno, ma che l'egocentrismo di Charlotte le aveva sempre impedito di ricevere. La struttura per certi versi "teatrale" della pellicola, basata quasi interamente sui dialoghi, risulta funzionale anche grazie all'estrema semplicità della regia, che gioca sulla costante immobilità della macchina da presa offrendo alle due attrici un gran numero di splendidi primi piani.
Sebbene sia stato accolto con qualche riserva da alcuni critici, Sinfonia d'autunno è senza dubbio uno dei film più personali di Bergman, oltre che uno dei più commoventi. L'inevitabile staticità della narrazione è riscattata da almeno un momento di grande cinema: la sequenza in cui, dopo che Eva ha suonato un preludio di Chopin, sua madre esegue lo stesso pezzo evidenziando gli errori della figlia. L'amaro pessimismo del finale, con la definitiva rottura fra Charlotte ed Eva, viene in parte mitigato dal messaggio d'amore espresso da quest'ultima in una lettera alla madre, con un appassionato apologo della pietà e della comprensione; come dice Eva in una scena del film: "Dio ha creato l'uomo a sua immagine, e in Dio c'è ogni cosa. Ogni uomo somiglia a Dio". La sua primaria ragion d'essere resta, comunque, il meraviglioso duetto fra la Ullmann e la Bergman (candidata all'Oscar come miglior attrice): difficile stabilire quale delle due sia la più brava, in questo superbo doppio recitativo che in più di un'occasione non manca di strappare l'applauso.

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Recensione di Stefano Lo Verme

Il film narra di una madre, famosa concertista completamente assorbita dagli impegni della sua carriera, che, dopo tanti anni, si reca a far visita alle figlie. Una di queste le rimprovera il suo egoismo (soprattutto a causa della sorella, paralizzata, che cura nella propria casa). La donna riprende a viaggiare e la figlia le manda una lettera in cui le domanda di riappacificarsi.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 6 gennaio 2010
paride86

Resa dei conti tra madre e figlia, è questo il tema di "Sinfonia d'autunno". Si tratta di un film intenso e disturbante, ma in molti tratti criptico. Purtroppo questo compromette un po' del giudizio che lo spettatore si fa dei personaggi - in particolar modo sulle reali colpe della madre - e non permette una valutazione serena e appropriata della vicenda in sé.

martedì 13 maggio 2014
Luigi Chierico

Sono stati tanti i registi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del Cinema, tra questi emerge la figura dello svedese Ingmar Bergman,soprattutto per il contenuto dei suoi film da “Il posto delle fragole”,“Il settimo sigillo” a tutti gli altri,nessuno escluso. Ed ecco arrivare nel 1978 questo capolavoro al femminile,una madre con le sue due figlie,Charlotte Andergast, Eva ed Helena, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 20 luglio 2016
dario

Come per Scene da un matrimonio, uno stanco e deluso Bergman ripete il mantra, sino allo sfinimento, della solita incomunicabilità fra gli individui, i soliti egoismi, le solite gelosie. La vicenda ha uno sviluppo prevedebile (ovvero nessun sviluppo) in quanto centrale è il borbottio dei personaggi, tutti con il mal di pancia, come da copione.

martedì 8 luglio 2014
g_andrini

Gioca molto sui sentimenti, in particolare sul rapporto madre-figlia. La storia, in sé, non è particolarmente originale, ma si distingue per l'accuratezza dei dettagli. Buoni i dialoghi in italiano.

mercoledì 27 settembre 2017
Onufrio

Eva invita la madre a passare un pò di tempo nella sua casa insieme al marito, madre e figlia non si vedono da 7 anni. All'iniziale rapporto amorevole subentra sin da subito un astio fra i due personaggi, colpa del carattere della madre, da sempre assente come genitore, impegnata nel proprio lavoro in tourneè nel mondo come pianista acclamata, e di un doloroso passato che la figlia [...] Vai alla recensione »

Frasi
È la paura che ci ha fatto inventare i limiti e i confini. Il confine non esiste, né nei pensieri né nei sentimenti.
Una frase di Eva (Liv Ullmann)
dal film Sinfonia d'autunno
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alberto Crespi
L'Unità

La domanda della quale liberarsi immediatamente è: Sinfonia d'autunno è un film «alla Bergman»? È lo stesso regista a porsela, nel suo libro "Immagini" (Garzanti, 1992). Paragonandosi ad altri registi come Bunuel, Fellini, Tarkovskij e Kurosawa, che si sono qualche volta adagiati nella «maniera» di se stessi (tranne il giapponese, secondo Bergman), l'autore svedese si chiede: « È tempo di guardarsi [...] Vai alla recensione »

winner
miglior film straniero
Nastri d'Argento
1979
winner
miglior attrice straniera
David di Donatello
1979
winner
miglior film straniero
Golden Globes
1979
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