Un'opera del 1976 che mantiene intatta tutta la sua importanza. Online all'interno del Festival Arkadiko.
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di Giancarlo Zappoli
Ungheria nel pieno della seconda guerra mondiale. Al potere c'è il collaborazionista Ferenc Szálasi. In un bar si ritrovano quattro bevitori. Sono un orologiaio, un falegname, il proprietario del bar e un venditore di libri. Vengono raggiunti da un reduce che di professione fa il fotografo d'arte. Tra una chiacchiera e l'altra a un certo punto emerge un quesito: se ognuno di loro dovesse morire per poi reincarnarsi e avesse a disposizione la scelta tra un tiranno privo di qualsiasi senso morale e un suo schiavo che ne è vittima, conservando però l'integrità, chi sceglierebbe?
Zandor Marai, in un film dal forte impianto teatrale, pone un quesito che riguarda tutti i regimi dittatoriali. Si tratta di un film che anche se risente in parte del passare del tempo conserva intatta l’importanza della riflessione che la sequenza finale sa come potenziare.