Star Trek

Film 1966 | Fantascienza

Una serie con William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley, James Doohan, Nichelle Nichols. Cast completo Genere Fantascienza - USA, 1966, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento venerdì 9 ottobre 2009

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,15
CONSIGLIATO N.D.

Spazio, ultima frontiera. Se è vero che l’immaginazione non conosce confini, l’astronave Enterprise ha “teletrasportato” la fantasia di milioni di telespettatori di tutto il mondo là dove nessun uomo era mai giunto prima. Una nave spaziale in viaggio per l’universo alla scoperta di nuovi mondi e sconosciute forme di vita, un capitano istintivo con tanto di ombretto e i capelli più immobili della galassia, uno scienziato con le orecchie a punta metà terrestre e metà vulcaniano che non conosce emozioni e predilige la logica aritmetica, un equipaggio variegato comprendente tutte le razze della lontana Terra, una divisapigiama comoda quanto ridicola, un mezzo di trasporto che frantuma le particelle umane per poi ricomporle nel luogo desiderato secondo coordinate, un phaser perennemente regolato per non uccidere viste le intenzioni pacifiche della missione, pianeti di cartapesta e mostri creati dai virtuosismi del make-up...: per i pochi infelici che non hanno mai visto una puntata di Star Trek, le ragioni di un successo trasformatosi con il passare degli anni in un culto sono apparentemente inspiegabili. Eppure il più celebre telefilm di space-opera di tutti i tempi vive da anni nella galassia del mito. Nato nel 1966 sugli schermi della NBC, nei primi tre anni di programmazione non suscitò affatto quegli entusiasmi che in seguito lo avrebbero contraddistinto. Ma quando il 3 giugno del 1969 venne trasmessa l’ultima puntata (per la cronaca, Inversione di rotta) il telefilm cominciò a... decollare: illustri personaggi come Nelson Rockefeller, Isaac Asimov (“il primo buon esempio di fantascienza televisiva”), nonché il presidente Gerald Ford, si proclamarono “Trekkies” sfegatati; nel giro di poche settimane un milione di lettere di protesta convinse i vertci del network a riprogrammare la serie; le repliche si rincorsero, a grande richiesta, nei palinsesti di tutto il mondo; fan club sempre più numerosi aprirono i battenti organizzando dibattiti fiume, party con sosia e visioniadunate dal sapore celebrativo; una galleria di lungometraggi ha tradotto in cinemascope le galattiche escursioni del capitano Kirk nel XXIII secolo. Un successo lungo più di 35 anni; più di 100 romanzi, una serie di cartoni animati, milioni di appassionati, un fan club ufficiale (più di 7000 soci solo in Italia, con membri dai 2 ai 70 anni), una collana di fumetti della DC Comics (editi in Italia dalla Play Press), un parco a tema a Los Angeles visitato da più di 2 milioni di persone, una mostra itinerante di 7000 metri quadrati in giro per il mondo da più di 5 anni: i numeri tanto cari al Signor Spock parlano chiaro e spiegano record d’ascolti “stellari”. Per i pochi che ancora non lo conoscono, eccovi svelato l’organigramma dell’equipaggio dell’Enterprise (numero di registro NCC 1701). Il capitano James Kirk (William Shatner), tutto istinto e buon senso, regola il phaser come il suo phon: per non uccidere; il vulcaniano dalle orecchie a punta, il Signor Spock (Leonard Nimoy), dotato di una logica disarmante; il sanguigno Leonard McCoy detto “Bones” (DeForest Kelley), l’ufficiale medico spesso in contrasto con le fredde analisi di Spock; il capomacchine Montgomery Scott (James Doohan) detto “Scotty”, l’ingegnerecapo capace di ripristinare in un baleno gli eventuali danni dell’Enterprise; il tenente delle comunicazioni Uhura (Nichelle Nichols) è una sorta di radar sonoro che capta tutto quello che si sente là fuori, nonché la prima donna di colore a sedere nella plancia di comando; il signor Sulu (George Takei) schiaccia l’acceleratore nei viaggi spaziali dell’Enterprise; il Guardiamarina Pavel Chekov (Walter Koenig) ci ricorda che sono passati anni luce dalla minaccia russa che serpeggiava in molte pellicole del filone sci-fi anni ’50. Proprio quest’ultimo personaggio venne introdotto nel cast dopo che la “Pravda” aveva notato che a bordo di un’astronave dotata di un equipaggio internazionale della Federazione Unita dei Pianeti non compariva neanche un russo. Non sono pochi coloro che attribuiscono il successo della serie alla situazione storica in cui esplose: alla fine degli anni ’60, nel periodo di maggiore dissoluzione dei valori, il telefilm anticipa il “riflusso” nell’epoca della contestazione; questo strano mélange temporale – l’anticipazione di una cultura che si fonda essenzialmente sul passato – trova riscontro nei molti riferimenti classici, da Milton a Blake e a Shakespeare, fino al capitano Kirk che si ricorda che un tempo recitava La bisbetica domata; le citazioni mettono ancora più disordine nel tempo, portando il telespettatore a una sorta di riflessione metalinguistica, di fronte a un mosaico in cui ieri, oggi e domani vengono riassunti in una dimensione unica e sfuggente; e così il viaggio dell’Enterprise ha uno scopo preciso, quello di “esplorare nuovi mondi”, non conquistarli, solo conoscerli. Ha fatto epoca e suscitato scandalo il primo bacio interrazziale della storia televisiva avvenuto tra Kirk e Uhura nel sessantasettesimo episodio: Umiliati per forza maggiore è stato trasmesso dalla NBC il 22 novembre del 1968 (in Italia solo il 26 giugno 1979). Nel corso delle puntate si alternano, quali produttori esecutivi, Gene Coon, John Meredyth Lucas e Fred Freiberger. Joan Collins, Julie Newmar, Teri Garr, Yvonne Craig, Diana Muldaur e Barbara Bouchet sono alcune delle seducenti guest-stars; tra i volti noti si distingue anche un giovane David Soul. Alexander Courage compone l’indimenticabile tema musicale, risultato il “migliore di tutti i tempi” secondo il sondaggio dell’Accademia dei Telefilm promosso nel 2004 per i 50 anni della tv italiana; nello stesso referendum, “Energia!”, l’esclamazione imperiosa che Kirk e compagni utilizzano per essere teletrasportati, è stata eletta come “frase più indimenticabile di sempre in un telefilm”. La serie è creata e prodotta da Gene Roddenberry, ex poliziotto ed ex pilota aereo le cui ceneri sono state “teletrasportate” nello spazio come da testamento; “mi accorsi” – ha detto l’ideatore prima di morire – “che creando un mondo a parte, un nuovo mondo con nuove regole, si poteva trattare con più facilità di sesso, religione, Vietnam, alleanze, politica, missili intercontinentali: è quello che facemmo in Star Trek...”. Tutto ebbe inizio quando Roddenberry, in seguito al rifiuto del progetto da parte della Metro Goldwyn Mayer, bussò alla porta del vicepresidente della Desilu, Oscar Katz, il quale sottopose l’idea prima alla CBS – che non ne rimase entusiasta – e poi alla NBC: Mort Werner, vicepresidente del network e responsabile della programmazione mise a disposizione di Roddenberry 20.000 dollari per scrivere tre storietest: una di queste, Lo zoo di Talos, venne scelta quale puntata-pilota del serial. La prima bozza è datata 8 settembre 1964. Nei panni del protagonista, il capitano Pike, Roddenberry scelse l’attore Jeffrey Hunter, che prima di allora era stato Gesù nel film del 1961 Il re dei re, nonché protagonista del telefilm La legge del Far West; al suo fianco apparve Numero Uno, la misteriosa primo ufficiale interpretata da Majel Barrett, futura moglie di Roddenberry. La puntata fu consegnata alla NBC nel febbraio del 1965: pur bocciandola “perché troppo cervellotica”, la rete decise di dare una seconda opportunità al suo ideatore. Fu la volta di Oltre la galassia, il più difficile e il più costoso dei tre soggetti proposti da Roddenberry. Il cast venne in gran parte cambiato: William Shatner prese il posto di comando; al suo fianco non c’era più Numero Uno ma un vulcaniano dalle orecchie “strane” interpretato da Leonard Nimoy (quest’ultimo e Shatner avevano già lavorato insieme nel serial Organizzazione U.N.C.L.E.). L’episodio venne recapitato a destinazione nel gennaio del 1966: verso la metà di febbraio Roddenberry seppe che la puntata-pilota era stata accettata e che il suo progetto sarebbe diventato un serial. Sulle note di Courage si sentì per la prima volta l’incipit televisivo che in seguito sarebbe diventato il più popolare della galassia televisiva: “spazio, ultima frontiera. Ecco i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima”. Alcune curiosità dal diario di bordo: Leonard Nimoy, alias Spock, è l’unico attore del cast originale ad apparire in tutti gli episodi del serial in prima fila; proprio il ruolo di Spock era stato precedentemente offerto a Martin Landau, il quale rifiutò perché “non credeva nelle potenzialità della fantascienza televisiva” (evidentemente qualcosa o qualcuno gli ha fatto cambiare idea se nel 1975 si è poi calato nei calzoni a zampa d’elefante del comandante John Koenig in Spazio:1999); anche per il capitano Kirk, William Shatner non fu la prima scelta: la produzione ha intascato oltre il “no, grazie” di Jeffrey Hunter pure quello di Lloyd Bridges; a riprova del budget minimal del telefilm, basti dire che gli strumenti di analisi medica utilizzati dal dottor McCoy furono realizzati adattando due comuni contenitori per sale e pepe; quando Nichelle Nichols si stufò di interpretare Uhura nel 1968, fu Martin Luther King a convincerla a continuare, quale simbolo popolare dell’emancipazione dei neri (si dice che quando l’attrice lo raccontò a Roddenberry, all’ideatore vennero le lacrime agli occhi). Inoltre, forse non tutti sanno che il cinquantacinquesimo episodio, Missione Terra, era stato inizialmente concepito per dar vita a uno spin-off con Teri Garr, Robert Lensing e Barbara Babcock. Nel giugno del 2004 il prestigioso settimanale “Tv Guide” ha eletto il telefilm “il programma più cult di tutti i tempi”. Il successo della serie, che in seguito ha dato vita al sequel Star Trek – The Next Generation (1987), è stato “teletrasportato” anche al cinema: Shatner e compagni hanno interpretato nell’ordine Star Trek (1979), Star Trek II – L’ira di Khan (1982), Star Trek III – Alla ricerca di Spock (1984), Rotta verso la Terra (1987), Star Trek V – L’ultima frontiera (1989), Rotta verso l’ignoto (1991) e Generazioni (1994), in cui Kirk e compagni cedono il testimone alla “next generation” di protagonisti.


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 24 febbraio 2012
Marco Petrini

Ha dato il via ad un epoca.

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