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Star Trek. 43 anni di vita sullo schermo

Un mito che torna a vivere al cinema.
di Mattia Nicoletti

Spazio nuova frontiera. Cinema nuova frontiera. Televisione nuova frontiera

lunedì 11 maggio 2009 - Televisione

Spazio nuova frontiera. Cinema nuova frontiera. Televisione nuova frontiera
Le parole della sigla della serie originale di Star Trek datata 1966 e durata fino al 1969 rappresentano uno degli incipit più affascinanti mai scritti, e grazie alla serialità sono divenute un vero cult. La frontiera era quella di realizzare una serie televisiva in cui i protagonisti viaggiassero nello spazio alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà. Questo avveniva tre anni prima dello sbarco dell'uomo sulla Luna. La serie originale di Star Trek, sebbene non seguita da un grande pubblico, segnò il passo e riuscì a innovare e a rinnovare il piccolo schermo.

Un equipaggio da secondo millennio
Il capitano Kirk, il comandante vulcaniano Spock, L'ufficiale medico McCoy, il comandante Scott e i tenenti Uhura, Checov e Sulu sono il primo esempio di equipaggio multirazziale della televisione, che al tempo, in periodo di guerra fredda, era considerato estremamente innovativo. D'altra parte l'obiettivo degli uomini dell'Enterprise era un obiettivo pacifista, ovvero quello di scoprire nuove serie di vita con le quali la terra (che aveva ormai risolto ogni problema) voleva instaurare contatto. Star Trek in tutto e per tutto è pacifista (l'astronave non attacca mai e si limita a rispondere al fuoco) e promuove l'integrazione razziale come nel caso del bacio fra Kirk e Uhura, primo bacio interrazziale apparso in televisione.

L'USS Enterprise. Il simbolo
L'astronave Enterprise è uno dei simboli di Star Trek. Prende il nome da una serie di navi che hanno segnato la storia. Dalla fregata francese Entreprise del 1700, all'HMS Enterprise della flotta britannica alla più famosa e lunga portaerei al mondo utilizzata anche durante la crisi di Cuba. L'USS che in origine significa United States Ship, per l'occasione si è trasformata in United Star Ship. L'Enterprise che è sicuramente l'astronave più conosciuta del genere fantascienza insieme al Millenium Falcon di Star Wars, ha ispirato la NASA che ha assegnato il nome della nave comandata da Kirk al prototipo dello Space Shuttle.

La tecnologia che non invecchia
In Star Trek la tecnologia utilizzata ha segnato un'epoca. Un esempio su tutti è il teletrasporto. La smaterializzazione della materia, graficamente rappresentata in modo unico, con le particelle luminose che si fondono con i corpi, è ancora oggi attuale. Questa tecnologia che è stata utilizzata anche nel film di J.J. Abrams modernizzata rispetto all'originale, mette in gioco le variabili spazio-temporali continuando ad affascinare gli spettatori. Immaginare Star Trek senza teletrasporto è come immaginare James Bond senza lo smoking.

L'evoluzione della serie
La serie originale è inarrivabile, di conseguenza, se si esclude la serie animata, ci vogliono 20 anni prima che una versione 2.0 veda la luce. Nel 1986 nasce quindi Star Trek – The Next Generation, come l'originale ideata da Gene Roddenberry, che dura 7 stagioni, è il turno poi nel 1993 dello spin-off Star Trek - Deep Space nine, nel 1995 Star Trek – Voyager e nel 2001 di "Star Trek Voyager". Tutte le serie successive all'originale, hanno paradossalmente alla loro prima messa in onda avuto più successo di Kirk & Co. Tuttavia le frequenti riprogrammazione in replica dell'originale, grazie anche ai film che ne sono stati tratti, hanno trasformato i personaggi del primo equipaggio in icone popolari.

Una nuova serie: realtà o fantascienza?
Proviamo a sognare. J.J. Abrams ha realizzato Star Trek tributando onore alla serie ma innovando attraverso la sua poetica filmica. La difficoltà di mettere in scena un classico utilizzando attori giovani e sconosciuti, di eliminare totalmente la colonna sonora, sebbene con dei riferimenti all'originale per amatori, lo ha portato a creare un nuovo punto di partenza. Immaginare che Star Trek possa essere l'episodio pilota di una nuova serie, coinvolgendo lo stesso cast (in cui c'è Zachary Quinto, il Sylar di Heroes, non è un'assurdità, e pensare che il genio di Lost possa reiventare una serie granitica potrebbe essere il migliore augurio per il comandante Kirk e compari, leggende assolute del piccolo e del grande schermo.

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