4a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 35 film genere documentario. Roma - 15/23 ottobre 2009. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Ad aprile, Gianfranco Pannone, con gli allievi dell'Accademia del Cinema de L'Aquila, stava preparando un documentario dedicato a Ignazio Silone. Il sisma di aprile ha fermato tutto, anche la scuola che ha subito ingenti danni. Così è nato Immota manet, documentario breve dove convivono le immagini del terremoto e i brani tratti da "Uscita di sicurezza" di Silone. Lo scrittore abruzzese racconta del terremoto del 1915 in cui perse la madre ed altri cari e lascia, infine, un monito rivolto a tutti coloro che approfittarono di quella catastrofe per rimediare affari con i fondi economici destinati alla ricostruzione. Un monito che ci riporta ai timori dei nostri giorni. Recensione ❯
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Mark Kostabi oggi, dopo gli anni da artista scapigliato, l'eredità warholiana e tanta fame, è diventato un imprenditore che non dipinge più ma vende quadri che firma solamente come fossero panini Espandi ▽
Mark Kostabi è un artista di livello internazionale, capace di vendere più di mille opere all'anno. I suoi quadri hanno tutti una caratteristica unica e stravagante: non sono dipinti da lui, bensì dalla sua factory composta da decine di "impiegati di bottega" che realizzano i suoi progetti. Michael Sladek racconta con ironia e velocità da fumetto, la cavalcata inarrestabile di Kostabi verso il successo. Dai colori della pop-art all'esplosività del post-punk, una vita in bilico tra talento e astuzia, provocazione e profitto, il plauso degli esordi e la definitiva emarginazione dai salotti buoni, dalle gallerie di SoHo approda a Frascati dove Kostabi inaugura una scultura dedicata al Santo Padre. Recensione ❯
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Pin2011 crea installazioni sui muri di Berlino. La sua esistenza artistica è in perenne conflitto con la città patinata voluta dalle autorità Espandi ▽
PiN2011 è il tag - ovvero il nome d'arte che i writers utilizzano per firmare i propri graffiti - di un geniale e misconosciuto artista tedesco che il documentario segue incessantemente e di cui cela fino alla fine il volto. Una sorta di fuorilegge dell'arte di strada, capace di immaginare graffiti tridimensionali e di disseminarli su pareti urbane fino in Portogallo. Un pedinamento avvincente e febbrile che si interroga in continuazione sul senso del fare arte contro un sistema che emargina e distrugge: il diario di un creatore isolato e clandestino su cui incombe un senso di minaccia e fatalità. Il finale tragico e inaspettato trasforma la sua stessa vita in un messaggio allarmante. Recensione ❯
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Sulle pendici delle Ande boliviane, un gruppo di indomite donne locali organizza un campionato femminile di "lucha libre" - l'equivalente del wrestling americano - scontrandosi con la diffidenza e i pregiudizi del paese intero. In poco tempo, però, diventano le beniamine del pubblico e si ritrovano a dover affrontare il combattimento più ostico, contro la gelosia e l'avidità di chi vuole sfruttarne l'immagine vincente. Lo sfrenato talento visivo della regista Betty M. Park integra con animazioni in stop-motion una storia di riscatto femminile dai colori sgargianti, in cui la dignità e la tradizione, il documento e la caricatura, si coalizzano contro ogni sopruso. Una incursione unica nel suo genere. Recensione ❯
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Un gruppo di attivisti, capitanati dal rinomato addestratore di delfini Ric O' Barry, si infiltra in una caverna vicina a Taijii in Giappone per far scoprire uno scioccante abuso di animali e una seria minaccia per la salute degli esseri umani. Espandi ▽
Un eco-film che svela il motivo per cui forse, dal traghetto, avvistiamo di rado questi splendidi cetacei perché finiscono ad esibirsi in piscine di parchi acquatici. The cove è stata ribattezzata una laguna sulle coste di Taiji, un parco nazionale che si trova in Giappone, un luogo paradisiaco dove però accade qualcosa di agghiacciante. Qui, per sei mesi all'anno, da aprile a settembre, si danno appuntamento i cacciatori di cetacei riuscendo ad accaparrarsi ben 23 mila delfini. Recensione ❯
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Un documentario che illustra i devastanti effetti che la pesca intensiva provoca sull'ecosistema dei nostri mari. Espandi ▽
Fortemente sostenuto dal WWF (che ha partecipato alla produzione del film), la pellicola inglese è un viaggio nel mondo per registrare la fauna ittica. Risultato? Nel 2048 non ci saranno più pesci, ma soltanto fango e vermi e ciò provocherà il surriscaldamento del globo, così l'uomo non avrà soltanto di che mangiare, ma anche di che respirare. Recensione ❯
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Dal referendum del 1987 ad oggi, la cultura, la società e la politica italiane continuano a interrogarsi sull'energia nucleare. Una laureanda decide di incontrare personaggi di spicco in ogni campo - ambientalisti, economisti, medici, premi Nobel - al fine di comprendere la tematica in ogni sua implicazione, conseguenza, e scoperta. Viaggiando tra l'Italia e la Francia, tra lo scetticismo degli ambientalisti e l'entusiasmo di chi crede nella costruzione di nuove centrali, Erica scopre che il futuro dell'energia in Italia è tutt'altro che scontato. Recensione ❯
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Il picchio dal becco d'avorio si è estinto molti decenni fa, ma un gruppo di appassionati ornitologi di Brinkley, Arkansas sembra non voler accettare questa idea. Avendo come unico indizio una fotografia sfocata, prendono le mosse per presentare un programma di salvaguardia da milioni di
dollari. L'uccello fantasma, che nessuno può giurare di aver mai visto, diventa un ossessione (e un business) che richiama centinaia di visitatori da tutti gli Stati Uniti. Recensione ❯
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Le "strade d'acqua" sono talvolta le uniche vie percorribili nella foresta dell'Amazzonia. Anche per gli abitanti del luogo, vivere il fiume vuol dire percorrerlo e preservarlo dai danni ambientali che la deforestazione sta causando. Recensione ❯
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Nella rigogliosa regione dell'Alberta, in Canada, si sta consumando uno dei peggiori disastri ambientali della storia recente. Le compagnie petrolifere continuano ad estrarre greggio senza sosta e senza limiti, consumando ed inquinando le preziose riserve d'acqua della zona. H2Oil
racconta una serie di storie legate a questo "scomodo" paradosso: che cosa è più importante? L'acqua o il petrolio, l'ambiente o il guadagno? Recensione ❯
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Quanto è importante la vita di un baobab pluricentenario posto in un villaggio a 30 kilometri a ovest di Dakar, per l'esistenza dei suoi abitanti? Espandi ▽
Quanto è importante la vita di un baobab pluricentenario posto in un villaggio a 30 kilometri a ovest di Dakar, per l'esistenza dei suoi abitanti? Le sue foglie nutrono gli animali, con i suoi rami caduti alimentano i falò, la sua polpa è la base di medicinali e tutti coloro che vi vivono vicini sentono di condividere con lo spettacolare arbusto lo spirito dei morti che vi abita. Da un autore giapponese specializzato in ieratiche ma toccanti esplorazioni ambientali, un ritratto di una umanità che ha conservato con la natura un legame che ci è ormai estraneo. Recensione ❯
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Una piccola comunità rurale del Galles centrale, a circa 50 miglia a nord di Llareggub, il villaggio immaginario di Dylan Thomas, è il luogo in cui i genitori di Koppel, entrambi rifugiati, si sono stabiliti. Un luogo che sta cambiando rapidamente con la progressiva scomparsa della piccola agricoltura e della generazione che ha abitato un mondo pre-meccanizzato. Il cineasta compie così un viaggio poetico e profondo all'interno di un mondo di inizi e conclusioni; un mondo di gufi imbalsamati, pecore e incendi. Recensione ❯
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Di Franco Cristaldi parlano i chilometri di pellicola prodotti in tanti anni di passione e impegno che, a partire dagli Anni Cinquanta, raccontano la storia del miglior cinema italiano ed europeo. Premiato con i più prestigiosi riconoscimenti internazionali a Cannes, Venezia e Hollywood, Cristaldi soleva dire che "ogni film deve essere un prototipo", per questo ha sperimentato percorsi diversificati, esplorando temi e storie in cui i generi si mescolano e si rincorrono, senza mai sconfinare nella ripetitività generata dal successo e dal mercato. Recensione ❯
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L'Italia di Adriano Panatta trionfa a casa di Pinochet indossando una provocatoria maglietta rossa. Un campione e un uomo con un solo obiettivo: vincere Espandi ▽
Per la finale di Coppa Davis tra Italia e Cile, nel 1976, Adriano Panatta indossò una maglietta rossa, e convinse il suo compagno Paolo Bertolucci a fare altrettanto. Nel Cile del generale Pinochet il gesto aveva un suo significato. Più provocatorio che politico, forse. Il regista Mimmo Calopresti torna al documentario, filmando lo stesso Panatta mentre racconta i due mesi che precedettero la sua consacrazione nell'olimpo del tennis mondiale e l'incontro giocato con la maglietta rossa, ripreso in Super8 dagli italiani presenti. Le parole del tennista e le immagini di repertorio sulle manifestazioni e i dibattiti che in quel periodo affollarono la radio, la tv, e i giornali ricostruiscono il clima culturale e politico di quell'Italia che mise in discussione la retorica nazionalista e qualunquista dello sport. Recensione ❯
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