Strade d'acqua

L'idea che molti hanno dell'Amazzonia è totalmente errata perché non si tratta solo di pura foresta o di uomini seminudi con le lance; di distese di alberi, ma lì vive una dignitosa popolazione che sta cercando, da anni, di integrarsi nella società, subendo ancora evidenti discriminazioni. Con il documentario sulle strade dell'acqua, Augusto Contento ci regala un viaggio autentico attraverso i racconti di questa popolazione, le loro storie di vita e la loro condizione personale. E' un'area vasta, che passa lungo diversi stati, animata dal corso del Rio delle Amazzoni. La città più vicina, in Brasile, è Manaus, la più eterogenea e caotica, ma la gente, spesso quella più povera, vive anche lungo il fiume (si chiamano rivieraschi). Questo viaggio, con gli occhi e il pensiero, è reso possibile proprio da una regia coinvolgente, che scorre come il fiume. L'acqua, appunto, bacino del Brasile, ma anche di tutto il mondo e che diventa il pretesto per raccontare una storia. Un racconto sudamericano sul fiume, quasi un modo di cullare lo spettatore, intervallato da riprese di vita sulla barca, al porto, tra la gente che lavora, che mangia, che si muove; i loro gesti sono sottolineati anche dalla sola musica, una continua colonna sonora padroneggiata dalla tromba. A parlare sono una maestra, un'archeologa, un geografo, un ambientalista, un farmacista, ognuno con la sua esperienza e con l'esigenza di far comprendere che la zona necessita di interventi, di essere riforestata, dopo il disboscamento di 72 milioni di ettari, di permettere l'uso di acqua potabile di cui esiste il contrabbando e che alcune aree si stanno impaludando. Raccontano dei cacciatori d'oro, dei minatori, che spesso si sono arricchiti per poi perdere tutto, anche se nessuno capisce che la vera ricchezza è sempre lei, l'acqua, di cui il governo poco si preoccupa. Raccontano della loro vita che va a tempo della corrente. Bisogna avere pazienza quando la propria strada è un fiume: ore e ore di navigazione per raggiungere la città. Ottima la fotografia e stimolante la sceneggiatura. Un'unica considerazione. Si parla di tutto in questo documentario: dell'acqua, del cibo, dei soldi, del lavoro, mai una volta che si affrontasse la questione legata al rapporto con l'altro, a quello tra un uomo e una donna per esempio, a quanto magari conta amarsi da queste parti. Un aspetto che, tra tanta poesia, davvero viene a mancare in questa, comunque, interessante opera. In Amazzonia c'è un mondo e va scoperto, soprattutto perché, al di là dei tanti problemi, qui la gente non ha mai smesso di sognare. 