Titolo originale | Kûkai |
Anno | 2017 |
Genere | Biografico, Drammatico, Storico |
Produzione | Giappone, Cina |
Regia di | Chen Kaige |
Attori | Sometani Shôta, Xuan Huang, Yuqi Zhang, Qin Hao, Hiroshi Abe, Mason Lee Sandrine Pinna, Keiko Matsuzaka, Zhang Luyi, Tianai Zhang. |
MYmonetro | 3,01 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 22 aprile 2018
L'adattamento cinematografico di un romanzo best-seller di quattro volumi di Yumemakura Baku.
CONSIGLIATO SÌ
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Il monaco Kukai si reca dal Giappone in Cina per curare l'imperatore Dezong, afflitto da un male misterioso. Intanto a Chang'an crescono le morti per mano di un gatto demoniaco e Kukai indaga sul nesso tra i due fatti e la morte anni prima della principessa Yang Guifei, di impareggiabile beltà.
A costo di sfidare le convenzioni e affrontare le conseguenze di un fallimento, Chen Kaige osa sempre un po' più del lecito. Ormai lontano dal regista della quinta generazione, conosciuto in Occidente per Addio mia concubina, Chen è sempre più interessato alle potenzialità della computer graphics e a un percorso interno al cinema mainstream.
The Legend of the Demon Cat è per molti versi un progetto azzardato: 170 milioni di dollari di budget per un raro caso di coproduzione tra Cina e Giappone, con un protagonista nipponico.
Il regista adatta il romanzo di Baku Yumemakura che riprende, a sua volta, un episodio storico ammantato di leggenda, per trasformarlo in un mélo fantasy visivamente impressionante. Ma non si tratta di una coproduzione pilotata o forzata, in cui alterare il plot a seconda di altre esigenze: le star del Sol Levante Hiroshi Abe (Thermae Romae) e Shota Sometani (A Bride for Rip Van Winkle) si inseriscono perfettamente nel contesto culturale dell'epoca aurea della dinastia Tang.
Chen guarda a quello splendore attraverso gli occhi curiosi e ammirati del monaco nipponico Kukai, figura a cui è attribuita grande importanza nella diffusione del buddismo in Giappone. Testimonianze contraddittorie, illusioni e giochi di prestigio confondono l'investigazione dei protagonisti e aumentano il fascino di Yang Guifei, concubina dalla bellezza leggendaria, divenuta simbolo di sensualità per la tradizione cinese. Chen sceglie il tocco esotico della franco-taiwanese Sandrine Pinna per dare corpo a un ideale di bellezza, tanto irresistibile da suscitare amori e odi inconciliabili alla corte dell'imperatore Xuanzong.
Sono la meraviglia e la bellezza a dettare regole e ritmi del gioco, trasmettendo la sensazione magica ed eterea di stupore che si prova di fronte a un sogno, o un ricordo dai contorni sfumati. Soffermarsi sulla coerenza di sceneggiatura o la coesione dell'opera ha poco senso con un film come The Legend of the Demon Cat, destinato per la sua stessa natura a dividere, tra amanti estasiati e detrattori agguerriti. Proprio come Yang Guifei. Le straordinarie e gigantesche scenografie assemblate per ricostruire la capitale Chang'an hanno richiesto sei anni per essere completate e sono in seguito divenute un'attrazione turistica permanente.