Sangue del mio sangue

Film 2015 | Drammatico, +13 107 min.

Titolo internazionaleBlood of My Blood
Anno2015
GenereDrammatico,
ProduzioneItalia, Francia, Svizzera
Durata107 minuti
Regia diMarco Bellocchio
AttoriRoberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Alberto Cracco, Bruno Cariello, Toni Bertorelli, Elena Bellocchio, Ivan Franek, Sebastiano Filocamo, Patrizia Bettini, Alberto Bellocchio.
Uscitamercoledì 9 settembre 2015
TagDa vedere 2015
Distribuzione01 Distribution
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,37 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 2015 con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi. Cast completo Titolo internazionale: Blood of My Blood. Genere Drammatico, - Italia, Francia, Svizzera, 2015, durata 107 minuti. Uscita cinema mercoledì 9 settembre 2015 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,37 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 21 settembre 2015

Bellocchio ha riunito in questo film la sua 'famiglia' cinematografica: da Herlitzka al figlio Pier Giorgio, da Lidiya Liberman alla Rohrwacher. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Sangue del mio sangue ha incassato 406 mila euro .

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Consigliato sì!
3,37/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 4,00
PUBBLICO 2,61
CONSIGLIATO SÌ
Enigmatico, svincolato e sfuggente, Sangue del mio sangue è un film che affronta la Storia e (ancora una volta) la biografia del suo autore attraverso una declinazione libera.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 8 settembre 2015
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 8 settembre 2015

Bobbio, ieri. Federico, uomo d'arme a cavallo, bussa alla porta di un convento per riabilitare la memoria di Fabrizio, il fratello sacerdote morto suicida. Del gesto estremo è accusata Benedetta, una giovane suora che secondo l'Inquisizione lo avrebbe amato, sedotto e condotto alla follia. Ma la vendetta di Federico volge presto in desiderio. Refrattaria al pentimento e agita dal piacere, Benedetta è condannata alla prigione perpetua e murata viva in una cella del convento. 'Graziata' trent'anni dopo da Federico, diventato cardinale, Benedetta incrocerà di nuovo il suo sguardo, piombandolo a terra. Bobbio, oggi. Federico, sedicente ispettore del Ministero, bussa al medesimo convento. Lo accompagna un miliardario russo che vorrebbe acquistare l'antico complesso. Apparentemente abbandonato ai capricci delle stagioni e all'incuria del comune, il convento è abitato da un enigmatico conte, che ha abbandonato i vivi per i redivivi. Coniuge 'estinto' di una vedova (in)consolabile, il conte lascia la sua cella di notte e attraversa il paese interrogando amici e nemici sullo 'stato delle cose'. Cose che cambiano sotto la spinta del 'nuovo'.
Enigmatico, svincolato e sfuggente, Sangue del mio sangue è un film che affronta la Storia e (ancora una volta) la biografia del suo autore attraverso una declinazione libera, una rielaborazione del materiale narrativo sganciata da qualsiasi aderenza o fedeltà. Traslocato di nuovo il suo cinema a Bobbio, estensione di un corpo individuale, familiare e sociale in procinto di esplodere ieri e di 'risolversi' oggi, Marco Bellocchio non è mai pago di sperimentare e di sperimentarsi, andando contro o rivedendo il sé che era. Sangue del mio sangue porta addosso i segni di questo lavoro paziente e faticoso di messa in discussione, sprigionando un'energia abbagliante, una sintesi di rigore, semplicità, essenzialità, movimento, fisica, chimica, storia, filosofia, mistero.
Per Bellocchio le immagini veramente vive nascono dal passato dimenticato e trasformato dalla nostra fantasia interna, che combina la vicenda di una monaca 'manzoniana', accusata di stregoneria nell'Italia del '600, con un lutto personale già drammatizzato ne Gli occhi, la bocca, un fratello morto per amore accende il desiderio erotico (e di vendetta) del sopravvissuto. Ambientato in una realtà indeterminata, in cui fluttuano situazioni contemporanee e squarci antichi resi anonimi dalla collocazione notturna ma esaltati da una fotografia che emerge i volti dal buio, Sangue del mio sangue è rapito dalla visione di un movimento e sedotto da una presenza femminile (Lidiya Liberman). Un femminile che ha funzione di anima, di chi, con buona pace dei tribunali inquisitori, può condurre alla luce, fuori dal buio delle costrizioni e degli schemi in cui è imprigionato (idealmente) Federico e viene imprigionata (letteralmente) Benedetta.
Come fu per La visione del sabba, Sangue del mio sangue suggerisce la strega come emblema della femminilità irriducibile agli schemi del potere maschile e poi si lascia sopraffare dalla forza delle immagini, magnetiche, ardenti e vere padrone del film. Perché Bellocchio, dentro uno spazio patologico dove la geografia finisce per coincidere con la psicologia sociale, torna al fiume, alla fonte, alle origini della vita, là dove le immagini si sono formate per la prima volta davanti ai suoi occhi. E nello spazio domestico, nel piccolo borgo che delineava nei suoi protagonisti un itinerario ripetitivo e un orizzonte bloccato, il suo Federico si libera del complesso armamentario di intelletto e pregiudizio, per lasciarsi trascinare dalla 'strega', partecipare delle sue visioni, del passato che attraversa indenne. Richiamo affettivo e sessuale irresistibile, Benedetta ha il 'passo' della Gradiva (L'ora di religione), che schianta l'inquisitore e rade al suolo l'orrore, imponendo grazia e bellezza.
Ambientato tra due epoche e 'interrotto' dal progresso (la statale 45) come il Ponte Gobbo, Sangue del mio sangue deflagra nel capitolo contemporaneo il campo di tensioni immanenti alla provincia e al provincialismo italiano. In quel sistema di tensioni familiari e sociali, Bellocchio accomoda figli e fratelli, attori professionisti e non per continuare una diagnosi su quella cellula territoriale imprescindibile, espressione di un modo di vivere e di concepire il rapporto tra il qui e l'altrove. Lungo il fiume, dentro inquadrature che scavano nella memoria e piani che affiorano un'intensità violenta, il cavaliere sonnambulo di Pier Giorgio Bellocchio incarna un'idea di battaglia, piuttosto che la battaglia, secondo un principio di economia radicale che fa eco alla regia paterna alla ricerca incessante di una forma di pace interiore.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 11 settembre 2015
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Ho avuto la fortuna (?!?!) di vedere questo film in sala grande a venezia. E non è educato uscire dalla sala con il cast presente. Quindi ho dovuto vederlo proprio tutto tutto. Si, proprio fino alla fine. La mancana di coerenza tra i racconti (che passano con voli pindarici dal medioevo a oggi al medioevo di punto in bianco) e i dialoghi isolati e sconnessi di questa non-storia infastidisce [...] Vai alla recensione »

mercoledì 9 settembre 2015
Peer Gynt

Considerandosi a 75 anni anarchicamente libero, Marco Bellocchio esprime questa sua libertà e la sua voglia di fare cinema per puro piacere con un film che risulta slegato e rigidamente impostato. I due racconti, quello ambientato nel passato (un 17. secolo inquisitoriale) e quello contemporaneo, sembrano due binari: ognuno per la sua strada.

giovedì 10 settembre 2015
Flyanto

 Nel corso dell'ancora in corso 72esima Mostra del Cinema a Venezia, compare l'ultimo film di Marco Bellocchio, "Sangue del mio Sangue" , a dispetto dell'abbandono alla regia pronosticato dallo stesso regista tempo fa.  La storia, alquanto scollegata, almeno in apparenza, si divide nettamente in due parti: una ambientata nel 1600 e l'altra ai giorni nostri.

lunedì 26 dicembre 2016
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L'intreccio, come la trama di un tessuto, si fa complicato. La storia con i suoi rivoli che si estendono a coprire tutto il percorso umano, riemerge per riaffondare ancora e riemergere di nuovo, in un gioco di ieri e di oggi che sembra non finire mai. Il tempo è una variabile che cambia e rimane immutata. Il tempo scandisce il battito dei cuori e rivela le verità.

mercoledì 16 settembre 2015
Alex2044

" Benedetta non confessa , Benedetta non vuole confessare " . In questa frase lapidaria pronunciata dal sadico capo del tribunale religioso che deve giudicare la reproba suor Benedetta , c'è tutto il significato di questo film , in particolare della prima parte . La citazione di questa frase è un violento atto d'accusa verso la religione e per estensione il potere [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 settembre 2015
foffola40

sconclusionato è l'aggettivo che mi viene in mente subito dopo la visione di questo film di Bellocchio. La prima parte, quella seicentesca con il Federico a cavallo, come nelle migliori pubblicità, molto statico nelle sue espressioni, non evoca nulla tranne la sensibilità dell'ottima fotografia del paesino di Bobbio il resto è scontato e noioso. La seconda parte molto misteriosa, con i morti vivi oppure [...] Vai alla recensione »

mercoledì 30 settembre 2015
mattiabertaina

Bellocchio torna a Venezia, dopo aver sbattuto la porta un paio di edizioni fa, in occasione della non premiazione del suo "Bella addormentata", film sicuramente meritorio per la tematica trattata, ma lontano dall'essere un grande film in grado di aspirare a primeggiare in Concorso. C'era dunque molta attesa per l'autore de "I pugni in tasca" e "Buongiorno, notte" che ne hanno fatto un nome importante [...] Vai alla recensione »

martedì 22 settembre 2015
lucy2015

Mi dispiace aver perso tempo al cinema per un film sconclusionato senza capo ne' coda. Passi la prima parte anche se lentissima e banale. Ma quando entriamo nella seconda parte del film con la virata al quasi comico tra musica e attori davvero non si può restare seduti. Tutto porta al nulla. L'unico elemento di pregio è il duca, attore di vero talento, purtroppo sprecato per questo [...] Vai alla recensione »

sabato 18 marzo 2017
emanuele marchetto

Il film nasce da un'idea per un cortometraggio da girare a Bobbio, piccola località amata dal regista e già palcoscenico di diversi film del regista. Il soggetto del corto doveva essere una variazione sul tema della Monaca di Monza(a detta del regista unica parte intrigante dei Promessi Sposi). Bellocchio racconta la vicenda di una giovane monaca martoriata dall'inquisizione in [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 ottobre 2015
enrico danelli

Il film si compone di due parti talmente differenti da sembrare frutto di due registi diversi. La cosa è talmente lampante, che in un primo momento disorienta, irrita e fa disprezzare il film come si disprezza una orchestra che suona senza direttore, ma poi, trovandone il perchè, lascia soddisfatti e appagati. La parte ambientata nel medioevo è grave e cupa [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 settembre 2015
Maramaldo

Di più se contiamo le tonalità plumbee e nerastre. Un film funereo, quindi? Può darsi, però è piaciuto. Il lungo applauso di Venezia deve pur aver avuto un motivo che non fosse  la claque organica d'antan. Son tanti ad essersi goduto quello che è il principale, se non l'unico, pregio del film: l'exploit  di un esercizio pittorico.

sabato 26 settembre 2015
rampante

Ci voleva Bellocchio per capire tutto dell'Italia di oggi e di sempre Una storia pensata per un esercizio estivo della scuola di cinema di Bobbio.  Un piccolo mondo, il paese natale Storia divisa in due parti nella prima parte Federico si reca al convento per riabilitare la memoria di Fabrizio, il fratello morto. Benedetta, una giovane suora è accusata di aver sedotto e condotto alla [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 settembre 2015
Siebenzwerg

Herlitzka è un gigante della scena e si sa. Qui la sua recitazione si staglia su quelle degli altri, tutto sommato opache quando non dilettantesche. La sua presenza vale la visione del film. Ma il resto? Certo il film si può vedere, ma poi? Il senso di questo film mi manca oppure rifiuto di vederne la banalità. Contenuti ormai scontati sull'inquisizione, sulla complicità [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 settembre 2015
catcarlo

Per una volta, forse, è il caso di dar retta a Bellocchio che nelle interviste ha parlato di un piccolo film fatto per divertimento: ci si può così lasciare andare a questa storia doppia che viaggia sul filo del fantastico e che – come ogni racconto del soprannaturale che si rispetti – racconta anche l’animo umano e la società in cui viviamo.

domenica 1 gennaio 2017
dario

Non si può pretendere di fare un film solo con la fotografza, nella quale Bellocchio è maestro. Qui manca un filo di logica, tutto è messo sotto un cappuccio di fdantasia euforica e presuntuosa,  Quella di Bellocchio è una presunzione da maestrino sveglio quanto inconcludente (a differenza del ciknema d Moreti, cha ha una morale scontata e ancora più presunzione). [...] Vai alla recensione »

venerdì 13 novembre 2015
AntonH

Thriller? Commedia? Fantasy? Tutto tranne che Drammatico. Il film si presenta molto fresco dal punto di vista della regia, visto che parliamo di un film ''Made in Italy'', ma delude moltissimo in alcuni punti, punti che penalizzano moltissimo il film. IL TEMPO: Il film ''sembra'' volersi ambientare in un era a cavallo tra il XV - XVI secolo, ma non è così.

martedì 22 settembre 2015
yeoman

Bellocchio non ha certo bisogno di ulteriori conferme, e anche questo film si segnala come un, ahimè sempre più raro, esempio di maestria nel gestire la tecnica narrativa cinematografica per raccontare una storia pungente e poetica allo stesso tempo. Bobbio piccolo mondo, gestito ieri come oggi da poteri oscurantisti e retrogradi, è l'immagine di un paese che ancora si muove senza neanche accorgersi [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 settembre 2015
toni mais

il filo conduttore tra i due episodi sta nella segregazione: involontaria per la monaca, volontaria per il Conte Dracula. La monaca viene murata viva ma il suo spirito è salvo. Subisce una violenza dal sistema,reagisce e vince. Il conte dracula erge a sistema parassitario,vampiresco la propria volontaria segregazione e soccombe.Una società asfittica la seconda contrapposta ad una libertà ideologica [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 settembre 2015
Guglielmo Colombero

   Come sempre, Bellocchio non dirige i suoi interpreti: li plasma, li trasfigura. Suo figlio Pier Giorgio è un Federico traboccante di desiderio represso, di furore impotente, di masochismo narcisista. Padre Cacciapuoti, il viscido inquisitore impersonato con subdolo sadismo dall’impeccabile Fausto Russo Alesi, spaccia Federico come il fratello redivivo, sperando di ingannare [...] Vai alla recensione »

sabato 19 settembre 2015
vanessa zarastro

Non sono sicura di aver capito del tutto il rapporto tra due storie diverse ambientate nello stesso luogo a distanza di 600 anni, ma probabilmente il nesso non c’è. Ci sono comunque delle analogie sul senso di enclave, sulla detenzione del potere, sulla chiusura al mondo esterno, sulle superstizioni. Mentre la parte seicentesca è molto ben girata con una bella luce caravaggesca [...] Vai alla recensione »

mercoledì 16 settembre 2015
pepito1948

Bellocchio, nelle sue più recenti produzioni, sembra  sempre più propenso a coinvolgere la famiglia, i luoghi di origine, accentuando i riferimenti autobiografici. Qui ritroviamo temi a lui cari, come la perversione del potere (religioso o politico, o tutt'e due insieme), il trionfo della vitalità libera da zavorre come modalità paradigmatica evolutiva dell'essere [...] Vai alla recensione »

martedì 15 settembre 2015
FabioFeli

In un racconto ellittico o, meglio, a spirale, ambientato in un micro-universo si inseguono passato e presente con personaggi fisicamente uguali come "Doppelgaenger" e con ruoli e nomi simbolici. Torna il tempo oscuro nel quale una donna (qui L. Liberman), le donne venivano forzate a prendere i voti ancora bambine e al risveglio della matura età la donna, le donne vivevano la drammatica [...] Vai alla recensione »

domenica 13 settembre 2015
FreeRider

Un film davvero mediocre: prima parte ambientata nel seicento molto modesta (dialoghi poveri, spiegoni continui, l'episodio delle due sorelle imbarazzante, gli approcci amorosi tra Federico e Bendetta maldestri, costruzione drammatica elementare), seconda parte totalmente fuori controllo, le pretese considerazioni sulla società odierna sono di una banalità inaccettabile.

giovedì 10 settembre 2015
giank51

Se togliamo dal film le belle immagini di Bobbio ed una interessante ricostruzione storica di un precesso dell'Inquisizione, resta una seconda parte del film caotica, spesso poco compresibile; in sostanza un'opera  pretenziosa. Resta da chiedersi come abbia ottenuto dieci minuti di applausi al Festival di Venezia. Veramente oggi basta poco per accontentare il pubblico!

mercoledì 23 settembre 2015
Pagol

per raccontare cosa? qualcuno ha parlato di fiction..sono d'accordo; 2 immagini: la radiografia de dente del Conte e relativa scena e  le auto della polizia che chiudono il film! .Si proprio fiction!!! I Pugni li ho stretti uscendo dal cinema.......

lunedì 14 settembre 2015
Charles Kane

Dispiace scriverlo, ma il nuovo film di Bellocchio è decisamente un buco nell'acqua: tra suore ninfomani, vampiri e atmosfere da peggior sceneggiato Rai, si dipana una trama caotica e, a tratti, involontariamente comica. Dispiace pure vedere coinvolti in questo caos attori del calibro di Timi e Herlitzka (rispettivamente nei panni di un pazzo e del conte/vampiro): 50 anni dopo "I Pugni [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 dicembre 2016
lucab

Non riesco a capire come facciano certi registi a diventare cosi ! Incredibile. Solo in Italia può succedere

venerdì 26 febbraio 2016
Kyotrix

Non è un film per il grande pubblico. E' un'opera d'arte e come tale per apprezzarla bisogna comprenderla ed amare il genere. Io non sono tra quelli. Unica nota positiva ero incuriosito nel continuare a vedere, pensavo che il film mi avrebbe fatto capire...ma col salto al presente e il finale, ho capito che non ci sarebbe stato nulla per me.

lunedì 1 febbraio 2016
pier delmonte

Bobbio ieri, quattro frati e suore patetiche, Bobbio oggi quattro bari e pazzi ridicoli. Marco Bellocchio mette in piedi una pellicola che fa cagare, una recitazione da commedia dialettale e suggestioni narrative da coca cola, cioe’ ti alzi dalla poltrona e vai a prenderti una coca cola, tanto non ti perdi niente.

lunedì 22 giugno 2020
Emiliz

Senza troppe aspettative mi sono lasciata trasportare dall'atmosfera e dalle storie incrociate che si rincorrono tra passato e presente. Il dialogo dal dentista è meraviglioso. Bellocchio come al solito non delude e non è necessario andare alla ricerca di una definizione di genere. Da vedere. 

domenica 13 gennaio 2019
Giorgio Zavagli

Sconclusionato. Non merita nemmeno un rating o tujtt'al più, a voler essere generosi, una stella. Il frate che ha il volto di Herlitzka e che poi appare tre secoli dopo come "conte" o vampiro notrturno è quanto di più insulso mente umana possa immaginare. Non riesco a capire come qualcuno abbia dato un piunteggio di 4 su 5.

sabato 24 ottobre 2015
silvana

Film che evidenzia li vizi dello strapotere della chiesa per favorire i potenti, e del mondo della politica passato e futuro uniti,   davanti alla bellezza o verità, alla fine la dei personaggi morte è un giusto sacrificio per pulire tutto questo dalle persone malvagie coinvolte.  non ho capito la scena finale quasi boccacesca della quasi vedova e del matto del paese, forse [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2015
Emanuele 1968

Veramente ero distratto per mie preoccupazioni, onestamente non ho capito niente.

domenica 17 gennaio 2016
bombetta

ho visto moltissimi films, tra cui diversi piuttosto brutti, ma questo "sangue del mio sangue" vince il premio oscar per il film più brutto di tutti i tempi. Mi dispiace molto che sia di un regista italiano. Quello che fa più rabbia è essere presi in giro in maniera tanto spudorata quanto irrispettosa. Nel guardare questo film, che più propriamente chiamerei video, senza capo ne coda, senza una benchè [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 settembre 2015
no_data

Ma con questo film, Bellocchio, che voleva dire?

sabato 12 settembre 2015
marcello1979

Ormai non mi stupisce più.. Allineato al Sorrentino-Style si salva per la la regia ,sempre in luce naturale, e per la capacità di osare.. In dIsaccordo su l'utilizzo di Timi, a mio parere sa scrivere e fare teatro ma il cinema non è per lui, e su tutta la famiglia Bellocchio a monopolizzare il set... Apprezzo la sua capacità di far riflettere il pubblico su temi attuali; [...] Vai alla recensione »

domenica 13 settembre 2015
brian77

Grande Bellocchio, purissimo cinema, sempre intensissimo in ogni immagine. Che è quello che conta. E che andando al cinema troviamo sempre più raramente.

Frasi
"La sincerità, altra cazzata"
Il conte (Roberto Herlitzka)
dal film Sangue del mio sangue - a cura di Armando
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Concita de Gregorio
La Repubblica

Anima gemella, sangue del mio sangue. Fratello. Come potrò perdonarmi la tua assenza, vivere in sua presenza. Cos'è il tempo, se non serve e non basta a guarire il vizio dell'infanzia? Se non chiude le ferite e ti mura vivo. Di quanti abissi parla, e quanto in profondità, questo potente imperfetto magnifico film di Marco Bellocchio, maestro di visioni capaci da sole di dire quel che la parola non [...] Vai alla recensione »

Emiliano Morreale
L'Espresso

Pensato come un piccolo film privato, un esercizio estivo della scuola di cinema di Bobbio da lui diretta, "Sangue del mio sangue" di Marco Bellocchio è una di quelle opere forse minori dei grandi registi, di cui conservano come in un riassunto tutti i temi. La storia è divisa in due parti, entrambe variazioni su temi del gotico: nella prima una strega, a Bobbio, viene sospettata di aver indotto al [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Ci voleva Marco Bellocchio per farci capire tutto dell'Italia di oggi e di sempre con un dialogo tra un dentista e un suo paziente. Ci voleva l'ex-ragazzo prodigio dei Pugni in tasca, 26 anni allora, 76 oggi, per riuscire in un film folle e coerente come Sangue del mio sangue. Ci voleva un regista che torna da sempre sugli stessi luoghi e gli stessi nodi, cavandone ogni volta suggestioni nuove, per [...] Vai alla recensione »

Lee Marshall
Condé Nast Traveller

A cinquant'anni da I pugni in tasca Marco Bellocchio non vuole darsi una calmata. In Sangue del mio sangue ad affascinarlo è sempre la bigotta e morbosa società provinciale italiana. Ciò che è nuovo, in questo dittico ambientato a Bobbio, è una vena di commedia. A metà il film cambia registro bruscamente, balzando dalla storia seicentesca di una monaca accusata di essere posseduta a quella contemporanea [...] Vai alla recensione »

NEWS
GALLERY
mercoledì 9 settembre 2015
 

È piaciuto alla critica Sangue del mio sangue di Bellocchio, presentato ieri in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e da oggi in sala. Un film ambientato tra due epoche, frutto di un lavoro paziente e meticoloso di messa in discussione da parte [...]

VIDEO
martedì 1 settembre 2015
 

Torna con un nuovo film il regista di Bobbio Marco Bellocchio, accompagnato da una schiera di attori di fiducia che include Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Herlitzka, Filippo Timi e Alba Rohrwacher. Sangue del mio sangue, di cui vediamo una clip in esclusiva [...]

NEWS
martedì 4 agosto 2015
 

Rilasciata la locandina ufficiale dell'atteso nuovo lavoro di Marco Bellocchio, Sangue del mio sangue, in Concorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale a partire dal 9 settembre. Con questo film Marco Bellocchio ha riunito attorno [...]

NEWS
mercoledì 29 luglio 2015
 

Marco Bellocchio con Sangue del mio sangue (in cui una suora tenta di sedurre il suo confessore; con Alba Rohrwacher, Filippo Timi, Roberto Herlitzka e Pier Giorgio Bellocchio), Luca Guadagnino con A Bigger Splash (cast internazionale: Tilda Swinton, [...]

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