Titolo originale | Ben o Degilim |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Turchia, Grecia, Germania, Francia |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Tayfun Pirselimoglu |
Attori | Ercan Kesal, Maryam Zaree . |
MYmonetro | 3,04 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 16 novembre 2013
Diretto da Tayfun Pirselimoglu, un dramma che ruota intorno al tema dell'identità. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Nihat è un uomo di mezza età che ha vissuto la prima metà senza intenzioni. La sua vita si svolge immutabile tra il lavoro e qualche amico che lo trascina in strada a comprare l'amore. Di Nihat si accorge e innamora Ayşe, una giovane collega che ha il marito da troppo tempo in prigione. Cuoca abile e carattere socievole, Ayşe lo invita a cena e sul suo divano, dove consumano un amplesso come un raptus. Frequentando la casa dell'amante, Nihat si accorge della somiglianza incredibile col marito e della volontà di Ayşe di sostituirlo. La lascia fare e il gioco cresce con l'amore. Ma una disgrazia in mare spezza l'idillio e radicalizza l'ossessione di Nihat di essere l'altro, di cui assumerà presto identità, abiti e fedina penale.
Da una vicenda ordinaria, una donna invita a cena un uomo, Tayfun Pirselimoglu innesca una vicenda esistenziale che ha la forma di un cerchio. I Am Not Him segue di fatto una trama circolare, che riporta il protagonista al punto di partenza. Dissociato ed estraniato dentro inquadrature meticolosamente composte e straordinariamente illuminate, Nihat crea (in)volontariamente il suo doppio, un alter-ego in prigione eppure libero dai vincoli oppressivi imposti dal vivere quotidiano. Attraverso i dialoghi, essenziali e primari, emergono i fattori umani, le crepe e le smagliature di un protagonista che cambia identità sperimentando un'altra porzione dell'Io. Io che affonda le proprie radici in un materiale rimosso e fuori campo.
Regista, scrittore e pittore turco, Tayfun Pirselimoglu mette in scena l'inquietante incontro con l'uguale, ragionando sulla complessità e sulla crisi del sistema sociale turco. Nel quadro del crescente processo di globalizzazione, dai tentativi di riforma delle strutture imperiali alle spinte secessioniste dei movimenti nazionali, dalla crisi violenta della coabitazione islamo-cristiana alla nascita di uno Stato nazione turco, si muove un personaggio che ha bisogno di uscire dalla propria vita e diventare un altro. Espressione di un'identità scissa e lacerata, il protagonista si guarda allo specchio e si abbandona a una ricerca che assume forti valenze metaforiche ed esistenziali, facendosi dissezione di un paesaggio, di un Paese, di un corpo e di una coscienza.
Nel cinema slow di Tayfun Pirselimoglu, il ritmo è dato dal respiro del dettaglio che si lascia contemplare dentro un film dilatato nel tempo, un tempo illimitato, un tempo fisico e mentale. Alle prese con le geografie della coscienza piuttosto che con le logiche narrative, I Am Not Him si specchia e si riflette uguale a se stesso. Fine e inizio coincidono. Nihat e il suo doppio si identificano al punto da tacere nell'epilogo il diniego del titolo. Perché Nihat è anche lui. E come lui la Turchia è luogo in cerca di determinazione, dove può solo muoversi di un moto perpetuo a bordo del ferry che collega le due sponde della baia e della sua esistenza. Una no man's land sull'acqua per non venire assegnato a nessun luogo, a nessuna definizione. Perche forse perdersi è il migliore modo di ritrovarsi.