Les Petits Ruisseaux

Émile ha settant'anni, è in pensione ed è ancora molto legato alla figura della moglie scomparsa. Trascorre il suo tempo tra il giardinaggio e la pesca, passione che condivide con l'amico Edmond (Philippe Nahon). La sua vita scorre tranquilla, almeno finché quest'ultimo - dopo avergli rivelato di avere una vita sessuale ancora soddisfacente - muore per un improvviso attacco cardiaco. La dipartita di Edmond suscita in Émile un turbamento tale da provocargli visioni poco consone alla sua età. Quando le allucinazioni diventano insostenibili, decide di riprendere in mano la sua vita e di mettersi alla ricerca di quei piacere ormai perduti.
Les Petits Ruisseaux, commedia drammatica tratta dall'omonimo fumetto di Pascal Rabaté (qui al suo esordio come regista e sceneggiatore cinematografico), indaga sui vizi, sulle virtù e sui tradizionali problemi della terza età. Lo fa con leggerezza ma anche con la doverosa attenzione che l'argomento richiede. Il registro è prevalentemente comico, ma l'uso della classica ironia francese si alterna repentinamente con il richiamo ai temi della solitudine, della morte e dell'inesorabilità del destino. È infatti proprio il destino che diventa, dopo l'inattesa morte di Edmond, il vero protagonista della storia: è il ritardo di un bus che consente ad Émile di incontrare Lucie; è l'incontro con i componenti di una comunità hippie che gli fa riscoprire il piacere della ribellione; è l'assurdo incidente d'auto che lo mette nelle condizioni di conoscere Lyse. Sono in generale questi episodi, ordinati da un fato invisibile ma sempre presente, che conducono il vecchio Émile alla riscoperta di se stesso. Eventi ed incontri certamente non ricercati ma che - come tanti piccoli ruscelli che confluiscono nel grande fiume della vita - permettono al protagonista di trovare ciò che più desidera.
Il viaggio di Émile passa attraverso un universo di simboli - spesso un po' troppo caricaturizzati - volti a richiamare la trasgressione tipica della giovane età: l'abuso di alcool (al quale il protagonista sembra inizialmente intollerante), il fumo e l'assunzione di droghe, i rave party (con tanto di allaccio illegale al cavo della corrente elettrica), ma soprattutto - ben inseriti nel quadro generale dei riferimenti allegorici - la nudità e la sessualità, temi che rapportati alla tradizionale concezione della terza età assumono inevitabilmente una forte valenza sociologica. La macchina da presa di Rabaté non esita dinanzi alla nudità del corpo anziano ma ne riprende le imperfezioni e le deformità, lo mette a confronto con quello più giovane dei ragazzi, lo ritrae incorniciato da una finestra aperta sul verde incontaminato, come a volerlo ergere a simbolo - l'ennesimo - della naturalezza insita nei piaceri della vita.
La fotografia è frizzante e colorata, curata nei minimi dettagli anche dallo stesso regista, che ha vissuto per anni nei luoghi in cui il film è ambientato (Bourges, Valle della Loira). L'interpretazione di Daniel Prévost è convincente, come lo è del resto anche quella dei co-protagonisti. Manca tuttavia un'adeguata caratterizzazione della personalità e del background di alcuni dei personaggi più rilevanti, a cominciare da quello di Lyse, il cui ingresso nella storia é forse troppo improvviso e tardivo.
Les Petits Ruisseaux è nel complesso una commedia divertente, ricca di spunti di riflessione, ma che sembra però soffrire dell'inesperienza - sul piano della sceneggiatura - di un Pascal Rabaté ancora tutto da scoprire. 