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Non è mai troppo tardi per ricominciare

L'attore comico Daniel Prévost presenta Les Petits Ruisseaux.
di Luca Volpe

Daniel Prévost in conferenza stampa
Daniel Prévost - Bilancia. Interpreta Emile nel film di Pascal Rabaté Les Petits Ruisseaux.

sabato 23 ottobre 2010 - Incontri

Giubbotto di pelle nera e sciarpa rossa. Si presenta così Daniel Prévost, giunto a Firenze in occasione della seconda edizione di France Odeon, Festival del Cinema Francese che riprende la lunga tradizione di France Cinéma. Attore dichiaratamente comico e con alle spalle più di sessanta film – quasi tutti appartenenti al genere della commedia popolare – Prevost incontra la stampa per presentare il suo ultimo lavoro, Les Petits Ruisseaux, commedia drammatica diretta da Pascal Rabaté. La pellicola, tratta dall'omonimo fumetto di cui lo stesso Rabaté è autore, è incentrata sulle vicende di Émile, un vedovo in pensione che, dopo la morte del suo grande amico Edmond (Philippe Nahon), compie un viaggio nel suo passato per riuscire a trasformare l'attesa della morte nell'inizio di una nuova vita.

Un film sull'amore che parla del sociale
Come Mammuth, in cui Gérard Depardieu veste i panni di un neo-pensionato alle prese con le difficoltà burocratiche, anche Les Petits Ruisseaux affronta ironicamente il tema della terza età, un argomento d'attualità scottante che vede i cittadini francesi mobilitarsi ormai da mesi contro la riforma che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile. "Non è un caso che il cinema francese se ne occupi così tanto" è il parere di Prévost "Quello delle pensioni è un tema che interessa tutti noi. Tuttavia, questo non è un film che parla solamente di problemi sociali, ma è una vera e propria storia d'amore".

Un ruolo diverso dal solito
Per Prévost, conosciuto prevalentemente per la partecipazione a film comici – primo fra tutti La cena dei cretini (1998) la cui interpretazione gli è valsa il premio César come migliore attore non protagonista – questo nuovo progetto ha rappresentato qualcosa di innovativo, un'importante sfida contro cui misurarsi nonché un'ottima occasione per dimostrare come sia possibile trattare con ironia anche temi profondamente drammatici. Sulla riuscita dell'operazione Prévost sembra non aver mai avuto dubbi: "L'attore è come un idraulico che deve sapere far tutto" ha spiegato con una metafora "Non ho avuto grandi problemi a confrontarmi con questo ruolo, che è un po' tragico. Del resto, nella vita nessuno fa ridere 24 ore al giorno, mentre nelle nostre giornate c'è sempre qualcosa di drammatico".

Il ruolo del regista Pascal Rabaté
Il risultato – secondo l'attore francese – è sicuramente positivo ed il merito è soprattutto di Pascal Rabaté, regista, autore della sceneggiatura ma soprattutto creatore dell'omonimo fumetto da cui il film trae ispirazione: "Il suo apporto è stato fondamentale" ha dichiarato Prévost "Avrebbe potuto fare un film molto più leggero ma è riuscito nell'impresa di dosare perfettamente la giusta quantità di ironia e di drammaticità". "Pascal" ha proseguito "ha voluto che nessuno dei personaggi fosse cattivo ma che fossero tutti amici tra loro. Possiamo considerare questa scelta la perfetta traduzione della sua grande sensibilità".

L'influenza del fumetto e il ruolo della fisicità
L'origine fumettistica della storia, tuttavia, sembra non aver minimamente influenzato l'interpretazione dell'attore francese, che ha confessato di non aver letto la "bande-dessinée" di Rabaté: "Non conoscevo né il fumetto né il regista. Mi sono preoccupato della sola sceneggiatura e del fatto che raccontasse una storia interessante. Solo dopo aver letto le prime venti pagine della sceneggiatura ho incontrato per la prima volta Pascal".
Nessuna preoccupazione neanche per le scene di nudo, soprattutto femminile, che accompagnano Émile nella riscoperta della vita, della giovinezza e della virilità: "Le scene di nudo presenti nel film non sono per nulla erotiche. La questione del corpo non è stato un problema per noi, ma può esserlo per chi guarda il film. Noi interpreti ci siamo lasciati trasportare dalla naturalezza della storia".

Ciò che importa è iniziare la ricerca
Fondamentale per Prévost, al fine di una buona immedesimazione nel suo personaggio, è stato l'aver vissuto una vicenda simile a quella di Émile. Tuttavia, quando gli chiediamo in che modo pensa sia possibile, per un anziano, riuscire a riscoprire la voglia di vivere, evidenzia come la soluzione sia sempre diversa a seconda dei casi: "Non sono un sociologo" ci risponde "E non posso dare una risposta esaustiva. La porta è aperta e saranno le piccole cose a condurti sulla strada desiderata. Quello che è davvero importante è iniziare la ricerca".

Un filo diretto tra l'Italia e la Francia
L'ultima parola spetta a Jean-Marc de La Sablière, ambasciatore francese in Italia e – come da lui stesso sottolineato – grande amico di Daniel Prévost: "Sono molto contento" ha affermato "perché con Francesco Martinotti [il Direttore Artistico del Festival, ndr] si è riusciti a proseguire il lavoro di Aldo Tassone, ideatore di France Cinéma, e a portare a Firenze i migliori film francesi contemporanei. È una scelta importante perché il capoluogo toscano, insieme a Roma, è oggi la sola realtà che dà spazio a una cinematografia di rilievo come quella francese e ad attori sicuramente interessanti com'è proprio Daniel Prévost.

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