Titolo originale | Howl |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Rob Epstein, Jeffrey Friedman |
Attori | James Franco, Todd Rotondi, Jon Prescott, Aaron Tveit, David Strathairn, Jon Hamm Andrew Rogers, Bob Balaban, Mary-Louise Parker, Heather Klar, Kadance Frank, Treat Williams, Joe Toronto, Alessandro Nivola, Jeff Daniels, Sean Patrick Reilly, Cecilia Foss, Allen Ginsberg, Paul Rudd, Alan Alda. |
Uscita | venerdì 27 agosto 2010 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 2,88 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 giugno 2018
Nella San Francisco del 1957 il capolavoro della lettaratura americana "Howl" fu portato sul banco degli imputati: il film racconta del processo e della riabilitazione del giovane autore Allen Ginsberg. In Italia al Box Office Urlo ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 227 mila euro e 37,1 mila euro nel primo weekend.
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Nel 1955 alla Six Gallery di San Francisco, il giovane poeta Allen Ginsberg recita per la prima volta in pubblico quello che diventerà il manifesto poetico dell'intera cultura Beat americana: "Howl". Nel suo ululato lamentoso e lacerante risiedono gran parte delle esperienze biografiche dell'autore e tutta la forza immaginifica della sua forma poetica. Qualche anno dopo, in seguito alla pubblicazione del poema da parte del City Light Bookstore, l'editore Lawrence Ferlinghetti e l'"ululato" di Ginsberg sono sotto accusa da parte della comunità americana per i contenuti osceni e il dubbio valore letterario.
Dopo essersi incrociati a distanza nel ricordo della figura di Harvey Milk, i nomi di Gus Van Sant e Rob Epstein (autore del documentario che ha dato vita al film con Sean Penn) si uniscono in un'opera che ha ancora una volta come sfondo il fermento culturale di San Francisco. Le quattro parti del lamento poetico e allucinato di Allen Ginsberg si convertono in altrettanti stili e formati all'interno di un'opera che somma alla passione letteraria, un biopic sugli anni giovanili del più importante poeta beat, un pamphlet storico-critico sulla libertà d'espressione e l'intenzione di contenere in immagini suggestive l'essenza dei versi poetici. I due documentaristi Epstein e Friedman utilizzano gli strumenti di ricerca del documentario a fini finzionali e costruiscono la struttura del loro lavoro su frammenti discontinui e paralleli, alternando così una messa in scena dal taglio documentaristico per ricostruire il celebre reading della Six Gallery e le interviste a Ginsberg, con una drammatizzazione del processo all'editore e delle dichiarazioni dei vari critici letterari intervenuti e una serie di sequenze animate.
La patina glamour e intellettualmente sommessa del Sundance Festival servirebbe a dare unità al progetto, ma né essa né la fotografia vintage di Edward Lachman (capace di adattarsi tanto alle esigenze del documentario, come ai tempi di Lampi sull'acqua di Wenders, che ai più recenti progetti "filologici" di Todd Haynes), riescono a dare una certa omogeneità al fluire dei frammenti. Fra i quali sono soprattutto le sequenze animate a ridare spirito ai versi del giovane Ginsberg attraverso una sorta di Fantasia che viaggia a tempo di metrica e fluisce fra le note di Gershwin e di Carter Burwell, muovendosi fra la terra e il cielo, fra gli amplessi e il dolore, fra il buio e la luce.
Ma nel complesso, l'impressione è quella di trovarsi davanti ad un ipertesto multimediale che sviscera in modo analitico il poema, cercando un dialogo virtuale con lo spettatore che non riesce ad andare oltre la didattica e la pedagogia.
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Howl fu per Ginsberg una traduzione in versi delle lunghe frasi di sassofono ascoltate nei club di jazz, “una enorme, triste commedia di fraseggi selvaggi, di immagini senza significato per la bellezza di poesia astratta ininterrotta che creavano combinazioni maldestre come il procedere di Charlie Chaplin, lunghi versi come ritornelli al sassofono di cui sapevo che Kerouac avrebbe sentito il suono”. [...] Vai alla recensione »
E' un bel film. Di quelli che ti prendono ignorante e ti lasciano arricchiti dando senso e significat0 a versi incomprensibili a una prima lettura. Così credibili le motivazioni che spingono Ginsberg a scrivere quello ha scritto in uno stile così scostante e apparentemente privo di logica. E invece dietro quell'affastelarsi di parole in libertà si nasconde una logica ferrea, profetica che sgomenta [...] Vai alla recensione »
Il film traspone un poema del beat generation in versione cinematografica...per la prima volta, credo, l'emozione di un poema recitato al cinema, emozione accompagnata da figure animate, da suoni, da musica...bellissimo...toccante. E' la storia del processo al libro per oscenità (la descrizione del processo è un po' di parte)....accompagnata dalle parole dell'attore che interpreta il poeta che raccontano [...] Vai alla recensione »
"Santo, santo,santo..oh santo Keruoac, santo Cassady..." recita Ginsberg nel'57 in un reading a San Francisco. Recita "Howl" il testo manifesto della Beat-Generation, la quale lo stesso Ginsberg ammetterà non esistere, bollandola come "Un gruppo di ragazzini che vogliono essere pubblicati". Siamo nell' America perbenista degli anni ''50, in pieno Maccartismo, in quell'America che ancora non riesce [...] Vai alla recensione »
Si narra dell’Urlo di Allen Ginsberg, innovativo poeta americano, e del processo che ne scaturì, per il tramite delle parole del poeta e di disegni allucinati che ne accompagnano i versi. La liberazione del linguaggio da ogni ipocrisia, la stigmatizzazione dello Stato/Moloch, la modernità espressiva a confronto con l’America degli anni 50, la poesia riletta accidentalmente lungo un percorso multiplo [...] Vai alla recensione »
che nel 1955 scosse la letteratura americana. Film sullo scrittore beat Allen Ginsberg, accusato di oscenità . Ricostruzione del processo alla poesia Howl (L'urlo). James Franco, bravissimo, interpreta Ginsberg durante un'intervista e le suggestive animazioni danno forma onirica ai versi letti. Davvero interessante!
Questo film narra di tre vicende legate alla vita del geniale scrittore Allen Ginsberg, facente parte della " "beat generation" termine da lui spiegato come "un gruppo di scrittori in cerca di un autore". le tre vicende che si intrecciano al'interno della pellicola sono: -Lui che parla della sua vita, profondamente segnata dalla situazione della madre, andante e venente continuamente da ospedali psichiatric [...] Vai alla recensione »
Questo film narra di tre vicende legate alla vita del geniale scrittore Allen Ginsberg, facente parte della " "beat generation" termine da lui spiegato come "un gruppo di scrittori in cerca di un autore". le tre vicende che si intrecciano al'interno della pellicola sono: -Lui che parla della sua vita, profondamente segnata dalla situazione della madre, andante e venente continuamente da ospedali psichiatric [...] Vai alla recensione »
Non sono un fan della beat generation, e forse questo mi rende di parte; posso dire però, con una certa obiettività, che questo film sia poco riuscito, indipendentemente dalle tesi che porta avanti. La storia è costituita dal processo che subì l'opera di Ginsberg "Urlo", ed è inframezzato da parti animate che tentano - con scarso rsultato, a mio parere [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto “ L’urlo “ diretto da Rob Epstein, Jeffrey Friedman. Finalmente un buon film, ottima sceneggiatura, originale regia, montaggio creativo, splendida fotografia, ottime la scenografie e i costumi, perfetto il cast. Film che si basa in fin dei conti sulla poesia di Allen Ginsberg “"Howl " ( Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte da pazzia, [...] Vai alla recensione »
America 1955..Allen Ginsberg uno tra i poeti e letterati di punta della Beat Generation lesse per la prima volta il suo poema Howl nella Six Gallery di San Francisco. Calorosamente accolto dalle giovani generazioni che si rispecchiavano nelle esperienze di vita dell'autore e dalla parte di intellettuali che ne colsero, almeno in parte, il valore sociale e letterario, il poema ottenne un'enorme [...] Vai alla recensione »
una buona mescolanza di letture, scene processuali, ed animazioni. un film per avvicinarsi ad Allen Ginsberg
Sicuramente quando si pensa a cinema e beat generatiuon non si può prescindere da "sulla strada": "urlo", però, è qualcosa di diverso, è la ricostruzione attraverso sequenze animate e grande musica del poema che fu il manifesto di tutta una sezione di quel confuso quanto rivoluzionario movimento che fu la beat generation, appunto" urlo" di allen [...] Vai alla recensione »
il film non l'ho ancora visto,anche se ho intenzione di andarlo a vedere.Ho però letto il libro in cui è scritto che alan fu condannato per oscenità non tanto per il sesso etero come scritto qui nella recensione, ma per il sesso omosessuale perchè in quegli anni l'omofobia era molto diffusa.
Ben recitato e molto approfondito sul piano posicologico. E bellissime le sequenze animate, che riescono a far sì che lo spetatore non si accorga che gli stanno leggendo TUTTO QUANTO un piccolo poema. Perchè alla fine del film lo si è sentito tutto, senza che il ritmo del film ci rimetta troppo.
E' senza dubbio un film imperfetto, forse persino un pò autocompiaciuto quando non ha tantissimo di cui autocompiacersi. Ma secondo me avrebbe anche meritato, perlomeno qui in Italia,un pò più di attenzione. Al di là di certi schematismi (nel mostrare le fasi processuali), e di una certa, paradossalmente, disomogeneità nel raccontare le fantasie di Ginsberg resta un manifesto contro i perbenismi, un [...] Vai alla recensione »
Un film per gli appassionati di Beat Generation, può essere faticoso da seguire per chi non conosce la materia. Buone interpretazioni e regia. Interessanti le animazioni che accompagnano la lettura della poesia.
Mosso dalla curiosità di rivedere, quello che era considerato l'emblema americano del Movimento, anzi ricordo pure di averlo visto alla fine anni 60 sperchè soggiornò in Riviera Ligure, io ero poco più che un ragazzo..Il film a mio parere una grande delusione, e verso la metà un fuggi fuggi generale, strenuamente sono rimasto fino alla fine....ero solo.
Il padre di Allen Ginsberg era poeta e insegnante, la madre era un'ebrea russa, comunista militante, ospite permanente di ospedali psichiatrici, lobotomizzata, morta suicida. Allen si scoprì omosessuale. Tutte premesse per un destino che non poteva che essere il suo, diventare un poeta che attaccava e ribaltava, stravolgeva regole e codici. Scioccava. E poi quegli amici, poeti e scrittori, come Kerouac e Burroughs.
Scelto come film d'apertura all'ultimo Sundance, Howl è finalmente in Italia ed è il film della settimana. Robert Redford evocò, presentandolo, una notte di tanti anni fa a San Francisco quando, sedotto dai suoni di quello che credeva un jazz club di jazz, si trovò invece in una libreria di nome City Lights, dove Gary Snider, Gregory Corso e Allen Ginsberg stavano declamando le loro poesie.
Un terzo di dramma giudiziario, un terzo di biografia, un terzo di cinema d'animazione. Il tutto impacchettato dentro l'iconografia arcinota di una delle epoche più mitizzate (e vendute, in ogni sua forma) del secondo 'Novecento: la San Francisco fine anni 50, quella che vide nascere e fiorire la controcultura beat in piena Guerra Fredda (con i suoi corollari: incubo atomico, segregazione razziale, [...] Vai alla recensione »
Se c'è un'epoca storica che ci indigna, quasi automaticamente, per il suo bigottismo, il suo reazionarismo, la sua sfregola censoria, questa è l'America degli anni '50. Ma se Howl , il poema chilometrico, testa d'ariete della beat generation, invece che nel 1955 fosse stato scritto da Allen Ginsberg oggi, quali effetti provocherebbe nell'opinione pubblica? Versi come "che si lasciavano fottere in culo [...] Vai alla recensione »
Ogni volta che il cinema affronta un testo letterario, si apre la difficile questione del "tradimento". Quasi mai gli autori amano veder violata la propria creatura, anche quando il passaggio da un linguaggio all' altro avviene con le migliori intenzioni. Prendete Howl - poema che tutti ormai masticano come un chewingum, grazie alle sue battute iniziali: «ho visto le menti migliori della mia generazione...» [...] Vai alla recensione »
Ci manca molto il parere della Pivano su questo film che riassume un momento fondamentale della beat generation, il processo per oscenità nella San Francisco 1957 della Donna che visse due volte, contro Allen Ginsberg. Il film di Epstein e Friedman gioca su più fronti in eccezionale sintonia, da una parte in aula, dall' altra ascoltando un' intervista dello scrittore (James Franco) e con alcuni cartoon. [...] Vai alla recensione »