Documentarista americano legato alla tematica dell'omosessualità nell'era contemporanea, Jeffrey Friedman è un cineasta indagatore che ama scavare nell'animo umano. Passa alla fiction vera e propria con Urlo sulla vita di Allen Ginsberg.

L'esordio con Epstein
La carriera nel mondo dello spettacolo comincia al fianco del documentarista Rob Epstein, del quale diventa fidato collaboratore. Nel 1989 dirige con lui Common Threads sui problemi legati all'AIDS, dopodichè realizza da solo Where Are We? Our Trip Through America (1993) seguito a breve da Lo schermo velato (1995), ispirato al libro di Vito Russo che guarda alla storia del cinema dal punto di vista degli omosessuali e della loro rappresentazione iconografica. Il sodalizio artistico con Epstein trova conferma anche successivamente, grazie al progetto Paragraph 175 (1999) sugli omosessuali sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.

Il passaggio alla finzione
Partecipa al film collettivo Underground Zero (2002) e dirige una parte della serie televisiva Crime & Punishment (2002), dopodichè ritorna a lavorare assieme ad Epstein ma questa volta per raccontare la biografia di Allen Ginsberg attravero la voce di attori veri e propri. Dal documentario passa così alla finzione con Urlo (2010), con James Franco nei panni del famoso poeta americano. Dalla Beat Generation ai film porno: collabora anche al progetto Lovelace (2010), biopic sull'attrice Linda Lovelace, protagonista di Gola profonda, divenuta poi fervente attivista e sostenitrice dei diritti delle donne.