Sound of Morocco

Film 2009 | Documentario, 77 min.

Anno2009
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata77 minuti
Regia diGiuliana Gamba
DistribuzioneCinecittà Luce
MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Giuliana Gamba. Un film Genere Documentario, - Italia, 2009, durata 77 minuti. distribuito da Cinecittà Luce. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 novembre 2010

Giuliana Gamba, assieme al musicista Nour Eddine, ci guida in un entusiasmante percorso tra le sonorità e i cambiamenti del Marocco. In Italia al Box Office Sound of Morocco ha incassato 4,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Trailer
Un piano visivo concentrato sull'intimità del legame fra musica e natura.
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 18 novembre 2009
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 18 novembre 2009

Dalla scogliera di Tangeri, dall'altra parte degli antichi confini del mondo, ha inizio un viaggio attraverso le sonorità del Marocco in compagnia del musicista Nour Eddine Fatty. Durante il tragitto che conduce al suo paese d'origine, Zri Zrat, Nour Eddine conosce un giovane chitarrista delle bidonville, Abdellah Ed-Douch, e rimane incantato dalle sue melodie. Assieme, i due attraversano piccoli villaggi e grandi città, alla scoperta di un paesaggio musicale ricco e incredibilmente vario. Il rap della strada, la musica spirituale, la fusione di ritmi di Omar Sayed, uno dei fondatori dello storico gruppo Nass El Ghiwane, e la Gnawa, musica tradizionale degli schiavi delle colonie celebrata ogni anno dal festival di Essaouira, rappresentano le varie tappe di un road movie che con l'energia e la vitalità di un linguaggio universale ci accompagna tanto nel cuore della tradizione islamica quanto nelle molteplici forme della moderna società.
L'idea di attraversare una cultura a partire dalle sue diverse espressioni musicali, di delegare al potere primigenio della musica una funzione di ricerca antropologica, non è di per sé nuova. Ma questo non significa che non possa diventare un progetto interessante qualora si identifichi come un percorso di conoscenza e integrazione suggerito da una suggestiva armonia di immagini e suoni dal mondo. Sound of Morocco assolve in modo esemplare questo obiettivo, tracciando una linea continua fra musicalità e natura, fra le espressioni più genuine di una cultura e le magiche corrispondenze col suo paesaggio sonoro. Giuliana Gamba, che pure è alla prima esperienza con il documentario di ambito musicale, capisce che un tale percorso non si conduce con uno sguardo asettico, disintegrato e propriamente "documentaristico"; per questo si affida alle sonorità indigene di Nour Eddine come guida di questo particolare viaggio di scoperta, per mantenere sempre un registro di familiarità, un senso della collettività. Allo stesso modo, la regista si dimostra abile nell'utilizzare certi espedienti in funzione del racconto: la storia del musicista Abdellah fornisce quell'apporto di narrazione fiction che tende a rendere più gestibile la materia documentaria, così come il ritmo di montaggio si organizza in funzione della musica e contribuisce a dare un principio di armonia e di ipnosi alla babele di sonorità e di linguaggi che il documentario passa in rassegna.
Scelte strategiche che tuttavia non vengono meno ai presupposti naturalistici dell'idea del documentario, che tendono sempre a concentrare il piano visivo delle immagini sull'intimità del legame intimo fra musica e natura, a porre enfasi anche agli strumenti musicali, ovvero a quell'aspetto materiale della musicalità che, nella sua evoluzione da utensili rudimentali e tribali a complesse opere d'arte acustica, ricordano la loro composizione con gli elementi naturali e poveri come il legno e i resti animali. L'orizzonte musicale variopinto del Marocco ci ricorda che la musica è l'espressione genuina dello spirito, così come il grano e il pane sono un bene primario del corpo. Sono attività naturali per la sopravvivenza della propria interiorità, del proprio sentimento di gioia.

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