Titolo originale | Beskonechnost |
Anno | 1992 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Russia |
Durata | 220 minuti |
Regia di | Marlen Khutsiyev |
Attori | Vadislav Pilnikov, Aleksei Zelenov, Anna Tchernakova, Marina Khazova . |
MYmonetro | 2,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un uomo a caccia del suo sosia che però lo porterà alla ricerca di se stesso. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO NÌ
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C'era una volta Vladimir Ivanovic, cinquantenne dalla stazza di un pachiderma, che seguì il suo alter ego, o meglio colui che ritenne essere il suo sosia, lungo alcune città della Russia. Paradossalmente, entrerà in una crisi d'identità quasi pirandelliana, facendo i conti con se stesso e con una vita interrotta.
Pellicola (inspiegabilmente) vincitrice di un premio alla regia e del Premio Ecumenico della Giuria al Festival di Berlino. Il classico film russo la cui visione potrebbe causare gli stessi danni che La corazzata Potemkin ha procurato a Fantozzi. Non è sufficiente la carismatica presenza di Pilnikov, protagonista dalla mole gigantesca, per aiutare questo film ad alleggerirsi dalla pesantezza che lo pervade. Gli altri attori al minimo dell'espressività. Senza ritmo, senza mistero. Qualunque spettatore intuisce dopo dieci minuti che qualcosa in questo film non funziona. Noioso e dispersivo, non sa regalare né un sussulto, né un'emozione. Inquietante, per certi versi!
Il destino di un uomo che si riscopre in quello della sua nazione, della sua gente, di un se altro da se: la ricerca che non ha fine, ne forse un fine se non è quello del gesto stesso della ricerca. Il vento, il corpo di Volodja, la natura e la storia, la fine che è prossima quanto tutto il passato vissuto o solo immaginato. Una regia poetica e lenta, orgogliosamente lenta, che non ha [...] Vai alla recensione »