Titolo originale | Naniwa Hika/Naniwa Ereji |
Anno | 1936 |
Genere | Drammatico |
Durata | 66 minuti |
Regia di | Kenji Mizoguchi |
Attori | Isuzu Yamada, Seiichi Takegawa, Chiyoko Okura, Shinpachiro Asaka, Benkei Shiganoya Yoko Umemura, Kensaku Hara. |
Tag | Da vedere 1936 |
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CONSIGLIATO SÌ
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Per aiutare la famiglia, una giovane telefonista (Isuzu Yamada) si lascia sedurre dal padrone e viene abbandonata dal giovane che ama. Ritorna allora in famiglia, ma capisce che non può viverci, e si trova sola. Il film segna una svolta decisiva nell'opera di Mizoguchi, che diventa il capo della corrente del "nuovo realismo" i cui film sono realizzati nelle difficili condizioni create da un governo militarista. In questo film, che narra il triste destino di una giovane impiegata, si vede apparire il filo conduttore della parte migliore della sua opera: un processo alla società, che ha per tema la condizione della donna. Quando, sul finire della propria vita, disse: "Solo verso i quarant'anni ho trovato la mia strada", Mizoguchi pensava senza dubbio a questo film semplicissimo nella trama e nella realizzazione, a cui lavorò con lo sceneggiatore Yoshikata Yoda. Ha riconosciuto di dovere molto alla sua collaborazione, come a quella della grande attrice Isuzu Yamada, di cui apprezzava "la passione e la costanza". Il film fu proibito dopo il 1940 dai militaristi per le sue "tendenze decadenti ". È un capolavoro impareggiabile, del livello delle migliori opere realizzate da Jean Renoir in quel periodo, e ha, come queste, un senso vivissimo della realtà sociale contemporanea. La parte della donna fu scritta per Isuzu Yamada che ne diede un'interpretazione mirabile.
Pur non allontanandosi del tutto dal modello del cinema americano, dal quale la cinematografia giapponese spesso attinse sia esteticamente che come impianto industriale, Kenji Mizoguchi segue una linea autoriale propria temperata da un gusto per il naturalismo che, in occidente, avvicinerà le sue opere a quelle di Jean Renoir arrivando a segnare il cinema europeo delle “nuove ondate” e in primo luogo [...] Vai alla recensione »