Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Danimarca, Svezia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Morten K°hlert |
Attori | Sarah Juel Werner, Peter Jeppe Hansen, Lisbet Dahl, Erik Weders°e, Birthe Neumann Bent Mejding. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 novembre 2009
Larus, un giovane pastore di mucche, trova nella foresta una bambina sporca e affamata, Tinke. Dandole del cibo riesce a conquistare la sua fiducia e la piccola gli confessa che i suoi genitori sono morti e il corpo della madre è ancora in casa. Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni,
CONSIGLIATO N.D.
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Larus, un giovane pastore di mucche, trova nella foresta una bambina sporca e affamata, Tinke. Dandole del cibo riesce a conquistare la sua fiducia e la piccola gli confessa che i suoi genitori sono morti e il corpo della madre è ancora in casa. Larus decide di aiutare Tinke a seppellire la mamma e di portarla con sé alla fattoria dove lavora. Il padrone vuole sbarazzarsi di lei mentre la padrona intende tenere la bambina per insegnarle le regole della buona educazione. Tinke, con il suo carattere deciso, porterà un grande cambiamento nella fattoria prima di andare in cerca del nonno, l'unico membro della famiglia che le è rimasto.
Piccola grande Tinke è un elogio della diversità, della capacità di aprirsi ad essa e di rispettarla; è un apologo sulla libertà, un’esaltazione dell’anticonformismo e della ribellione agli schemi e alle imposizioni di ogni tipo. Un altro tema è l’importanza delle origini, delle radici biologiche e spirituali. Interessante è la contrapposizione tra due gruppi di personaggi: da una parte le donne (madri o nonne), istintive, passionali, legate profondamente alla loro discendenza, che si connotano come elemento positivo del racconto; dall’altra, gli uomini (padri o nonni), che non sono naturalmente inclini al legame con la discendenza, anzi lo rifiutano se si discosta dai loro schemi mentali e desideri, e si connotano così, a un primo stadio, come elemento negativo del racconto: elemento negativo che viene però assorbito e cambiato di segno dal legame biologico-spirituale, che gli uomini infine accettano. Le donne si aprono spontaneamente al legame spirituale-naturale-irrazionale, si liberano degli schemi razionali, da cui invece gli uomini sono – inizialmente – imprigionati e da cui riescono a liberarsi con difficoltà e non da sé, ma solo con intercessioni, elementi e interventi esterni. È da sottolineare la vicinanza del personaggio di Tinke al bambino protagonista di ll ragazzo selvaggio, di François Truffaut: entrambi sono rappresentazioni del modello del “buon selvaggio” teorizzato da Jean-Jacques Rousseau. Il legame tra Tinke e Larus ricorda quello tra Paulette e Michel, i due protagonisti di Giochi proibiti, di René Clément.