Sotto il segno dello scorpione |
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Un film di Vittorio Taviani, Paolo Taviani.
Con Gian Maria Volonté, Lucia Bosè, Samy Pavel, Giulio Brogi, Biagio Pelligra.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 1969.
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![]() In un imprecisato anno della preistoria i superstiti di un'isola distrutta dalle eruzioni vulcaniche tentano di convincere una tribù, sottoposta come loro a questo pericolo, a trasferirsi sul continente. Gli altri si schermiscono e li gettano in una fossa. I nostri si salvano, rapiscono le donne e raggiungono il loro obiettivo.
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DVD | Sotto il segno dello scorpioneUscita in DVD
Disponibile on line da martedì 22 novembre 2011
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di Georges Sadoul
Una fiaba politica sul linguaggio e la comunicazione: in un periodo situato fuori dal tempo, un gruppo di uomini fuggiti dalla loro isola per un cataclisma, approdano su un'altra isola dove già abitano uomini e donne. All'inizio legano rapporti di amicizia, poi emergono le tensioni che sfociano nel ratto e nell'omicidio. II tema fondamentale del film, condotto essenzialmente sulla base di una comunicazione gestuale, gira sulla ricerca degli strumenti per costruire una società che non si rassegna alle vecchie forme e vuole invece andare avanti. » |
di Adelio Ferrero Cinema Nuovo
Se Orsini tende ad aggredire senza tregua la misura dell'autobiografia negandole uno spazio privilegiato in un mondo battuto da laceranti antinomie, Paolo e Vittorio Taviani traspongono questo discorso al livello dell'apologo "favoloso" e distanziato, bruciando, in Sotto il segno dello scorpione, ogni residuo di intreccio e di psicologia. La favola preistorica delle due comunità scampate all'eruzione vulcanica e divise nei confronti del proprio destino - l'una tutta ripiegata nella cauta difesa e nella saggia salvaguardia della propria sopravvivenza; l'altra avventurosamente aperta verso la ricerca di una stabile e completa felicità, sempre cercata e lontana - si carica così di intense suggestioni che la struttura atemporale dell'allegoria domina ma non annulla. » |
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di Adelio Ferrero Cinema Nuovo
Non è dunque un caso, che nell'equilibrio instabile e continuamente rimesso in discussione di questo modo di fare cinema, l'approccio metaforico, in San Michele e Allonsanfan, ritrovi nella storia il suo punto di innesco e di applicazione. La "distanza" dalla immediatezza della contemporaneità viene riconfermata ma i materiali e i segni del racconto (la Restaurazione, come riscontro storico della crisi e del riflusso attuali; il ritorno al personaggio e la scansione temporale della sua parabola; il raccordo tra la sua e le altre voci) consentono una pregnanza e leggibilità di rimandi meno ardua, ma non meno tesa, del solito. » |
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