Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Ciro De Caro |
Attori | Rosa Palasciano, Valerio Di Benedetto, Fabrizio Ciavoni, Matteo Quinzi Leonardo Bocci, Cristian Di Sante, Francesco Dominedò, Samuel Leclerc. |
Uscita | giovedì 17 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Koch Media |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 febbraio 2022
Il percorso di una ragazza che sta cercando un posto nel mondo. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Giulia ha incassato 26 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Giulia vaga per le vie di Roma in cerca di lavoro. Priva di un'occupazione stabile, la protagonista non cede alle difficoltà del suo cammino e dimostra di volersi aggrappare fermamente alla vita. Dopo una relazione finita male, insegue un sogno illusorio di maternità desiderando allo stesso tempo sentimenti di libertà, leggerezza e amore. Con il suo zainetto in spalla, trova casa ovunque lei vada. Gli incontri che farà colmeranno le sue giornate dandole un tetto e molto sostegno. Questa torrida estate romana è, per lei, un periodo di speranza e di ripresa dove finalmente capisce che deve essere lei il motore della sua vita.
Dal successo di Spaghetti Story, Ciro de Caro non fa che mettere alla prova il suo acuto talento. Per questa terza avventura cinematografica, il regista colloca la storia in un'epoca contemporanea caratterizzata da mascherine, gel igienizzanti, crisi economiche ma, soprattutto, crisi interiori.
L'opera fa parte del macrogruppo di film girati in periodo di Covid ma la pandemia, qui, non interferisce con la trama e non prende il sopravvento. Le allusioni al covid sono tradotte mediante l'adozione di abitudini ormai assimilate da tutti noi. Non può non scapparci un sorriso quando i personaggi non sanno quando togliere la mascherina, o come salutare per la prima volta uno sconosciuto. Questi dettagli aggiungono tangibilità all'opera, già di per sé molto realistica.
Il realismo è, infatti, l'elemento che più colpisce. Il film tenta di catturare la verità e di trasmettercela, riuscendoci pienamente. Il tema dell'incapacità di stare al mondo è complesso, tanto quanto il personaggio di Giulia, ma la camera a mano riprende fedelmente le situazioni di crisi mentali e affettive senza mai scivolare nell'esagerazione o nell'eccessiva costruzione. Le attrezzature di ripresa sono state ridotte al minimo, non c'è stato trucco per gli attori e la musica interviene solo quando i personaggi danzano e cantano canzoni. Lo stato naturale e puro delle cose dona al film una rara bellezza.
Più che un film d'introspezione lo si può definire un film d'esplorazione. Giulia rappresenza una forza in movimento, maggiormente nell'azione che nella riflessione. Con la sua leggerezza e spontaneità, impara facendo. I personaggi che le gravitano attorno capiscono le sue particolarità e nonostante le differenze di personalità, si instaurano dinamiche di sostegno e di protezione. Gli amici di Giulia sono un po' disorientati, tutti con delle piccole crisi interiori. Anch'essi, faticano ad avere una vita normale ma è proprio questo che li salva dalla disperazione.
Se non fosse stato per il modo originale di affrontare l'esistenza, Giulia avrebbe già abbandonato l'idea di vivere. Essa rifiuta, inconsciamente ed istintivamente, di aderire ai principi sociali. Dopo tutti questi attimi di ricerca, riesce finalmente a liberarsi e riconnettersi con se stessa e con ciò che le circonda. Sono particolarmente impressionanti le scene dove raggiunge questi apici di serenità, dove libera un cavallo, dove canta, dove nuota sola in mezzo al mare per poi...
Il film è una concentrazione di disagi e dolci malesseri che si accumulano sfociando in momenti di libertà idilliaca, proprio dove serve e solo dove serve.
I giochi di tensione sono minuziosamente calibrati e, così, il film non stanca mai. Se Giulia ci tiene sulle spine fino alla fine, è anche merito dell'attrice nonché co-sceneggiatrice Rosa Palasciano. La sua voce sincera, il suo sguardo espressivo e i capelli scompigliati che vanno dove decide il vento, ci catturano subito. Con Ciro de Caro forma una coppia vincente. Il film è, indubbiamente, un delizioso invito ad uscire dagli schemi e a prendere la vita di pancia.
GIULIA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – | |||
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Straniante, per certi versi kafkiano, immerso in uno spazio-tempo torrido, teso tra torpore e reazione; stasi, necessità domestica e un istinto animalesco a muoversi, Giulia - una selvaggia voglia di libertà, è un film sfuggente come la sua protagonista, difficile da classificare, se si pensa alla prima parte, quasi documentale, con una macchina da presa inquieta, nervosa, che fa pensare ai Dardenne [...] Vai alla recensione »
Cenni di realtà, assaggi di verità dei sentimenti resi instabili dalla fragilità della vita, personaggi inframmezzati nella loro consapevole inconclusione, che li spinge in avanti per approssimazione esistenziale: Spaghetti Story, Acqua di marzo e ora questo Giulia, così preciso nel suo sfarfallio di ritratti trasparenti, colti in controluce estiva.
Donne nel cinema italiano 1: la combattente solitaria contro la 'ndrangheta. "Fimmina ribelle", nel titolo del libro di Lirio Abbate che fornisce il canovaccio. Paesino calabrese più che cadente, tutto viottoli e scale. Poche ca- se e un cimitero, ottimo per piazzare la battuta "i morti sono meglio dei cristiani". Una ragazza consegna a domicilio pacchi con la spesa e le medicine.
È da subito al centro dell'inquadratura, in un colloquio di lavoro che serve a definirne i contorni. Giulia è disoccupata, o sottoccupata, o lavoratrice interinale - il che non cambia la sua situazione di precarietà esistenziale. È uscita da una relazione sentimentale, benché lei fatichi a comprenderlo; passa da un espediente all'altro, per guadagnare qualcosa, per non perdere tutto.
Giulia sta cercando lavoro. Fa fatica anche ad accettare che la sua storia d'amore sia finita, tormentando l'ex come se nulla fosse. Ha anche voglia di avere un figlio, ma non si priva del suo desiderio di libertà. Così, vagabonda con lo zainetto per Roma, incontrando varie persone, in cerca di un centro di gravità permanente. Che brava Rosa Palasciano a dar spessore a questo complesso personaggio [...] Vai alla recensione »
Zainetto in spalla, futuro illeggibile. Questa ventenne romana in cerca di senso prima che un posto nel mondo, tra anziani da badare, fidanzato borghesuccio e coetanei disorientati, è un personaggio-filtro: con Giulia, abbandonata alla corrente del suo sguardo perplesso, incontriamo un Paese ignaro che la giovinezza interroga subito il mondo disposto prima.
La spontaneità del côté indie con cui sembra diretto, scritto (da De Caro insieme all'attrice protagonista Rosa Palasciano), recitato (con un'attenzione ai caratteristi, alcuni qui ritornanti, che il regista dimostra di saper valorizzare sin dall'esordio, il piccolo cult Spaghetti Story) non inganni: Giulia è un film dalla struttura più complessa di quanto lasci trasparire la leggerezza, un po' d'area [...] Vai alla recensione »
Da subito si è distinto per aver saputo raccontare la tragedia di una generazione precaria e sempre in bilico. Al suo terzo lungometraggio, dal titolo GIULIA, il regista romano Ciro De Caro prosegue nella direzione intrapresa con Spaghetti Story (2013) e con il successivo Acqua di marzo (2016) e consolida ancora di più il suo stile e la sua poetica.
Girato e ambientato durante l'estate 2020, quando la prima ondata pandemica aveva allentato un po' la sua morsa sulla vita sociale, e il paese stava riprendendo fiato (con cautela) dopo il primo duro lockdown, questo Giulia è tuttora uno dei pochi film in cui il tema del Covid - e quello del suo impatto sulle esistenze - viene inglobato compiutamente nella vicenda.
Giulia di Ciro De Caro è il primo, vero film italiano sul post-Covid: la protagonista, la Giulia di Rosa Palasciano, non sappiamo esattamente da dove proviene, cosa le è successo di preciso e perché si trova così oggi. Certo, abbiamo degli indizi: la giovane è strana, irrimediabilmente weird, il suo equilibrio mentale sembra vacillare a seguito della fine di un rapporto.
"Il suo è un modo di vivere folle ma anche poetico, che può essere visto come folle, ma anche perché lei ci prova in ogni modo a vivere bene: ha dei valori molto forti, è un po' bambina, e un po' idealista e questo le impedisce di trovare il luogo della sua normalità." Rosa Palasciano Queste le parole con cui Rosa Palasciano descrive Giulia, il personaggio che interpreta nell'omonimo film di Ciro [...] Vai alla recensione »
"Non sono depressa" risponde bruscamente Giulia durante un colloquio di lavoro nella prima scena del film. Anche se gli altri la vedono come un aliena. Siamo ai tempi del covid, tra la prima e la seconda ondata, in una Roma assolata ed estiva che ricorda vagamente quella di Ecce bombo. Per motivi di sicurezza chiude il centro anziani dove la ragazza - che ha appena interrotto una relazione sentimentale [...] Vai alla recensione »
Alle Giornate degli Autori, nella sezione "Notti Veneziane", approda una commedia triste e centrifuga, sospinta in avanti da un moto perpetuo ma privo di direzione: il regista Ciro De Caro (Spaghetti Story, Acqua di marzo) realizza un film episodico, dotato di grazia e naturalezza, che riesce a essere molto drammatico ma con soave amarezza e attingendo alla tradizione di un cinema ormai lontano, quello [...] Vai alla recensione »