Labyrinth of Cinema

Film 2019 | Drammatico 179 min.

Regia di Nobuhiko Ôbayashi. Un film Da vedere 2019 con Tadanobu Asano, Takuro Atsuki, Yoshihiko Hosoda, Takahito Hosoyamada, Shinnosuke Mitsushima. Cast completo Genere Drammatico - Giappone, 2019, durata 179 minuti. - MYmonetro 3,59 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 18 giugno 2020

Un gruppo di giovani viaggia indietro nel tempo ripercorrendo grandi eventi storici.

Consigliato sì!
3,59/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,67
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Il testamento del re degli eccentrici: un omaggio al cinema e alla vita, un groviglio inestricabile di comico e tragico.
Recensione di Emanuele Sacchi
martedì 17 novembre 2020
Recensione di Emanuele Sacchi
martedì 17 novembre 2020

È l'ultimo giorno di apertura per una sala cinematografica giapponese, che decide di chiudere con una maratona di proiezioni di film di guerra. La macchina del tempo, guidata da Fanta G, si reca qui per permettere ad alcuni spettatori di attraversare lo schermo e vivere le vicende narrate, legate ad alcuni momenti emblematici e tragici della storia del Giappone.

Prima di avvicinarsi a Labyrinth of Cinema occorre conoscerne anche marginalmente l'autore, regista tra i più eccentrici mai partoriti da un luogo ad alto tasso di eccentricità come il Giappone.

Anche perché Labyrinth, uscito postumo, rappresenta un testamento creativo, l'ultima opera di una carriera, girata da un regista già consapevole del fatto che molto probabilmente non ci sarebbe stato un seguito. Il nome del cineasta è Nobuhiko Obayashi, dai più associato a Hausu, delirante horror psichedelico anni '70 diventato oggetto di culto imperituro.

L'estetica fai-da-te tipica di Obayashi - in cui non solo si fa di necessità virtù, ma si supplisce a ogni mancanza di budget con ingenti dosi di folle e insensata creatività - ritorna, adattata all'era della computer grafica, in Labyrinth, con ardite sovrapposizioni tra realtà parallele, in un interscambio continuo tra le diverse scatole cinesi rappresentate da cinema e realtà (o erratiche e ingannevoli percezioni di ambedue).

La cornice è rappresentata da una poesia di Chuya Nakahara, sullo scetticismo verso un futuro di modernizzazione coatta e indiscriminata: "La chiamano modernizzazione, io la chiamo barbarie", dice il poeta. Ma quella di Obayashi non è una posizione luddista o banalmente conservatrice: il suo è un estremo tentativo di conservare una naïveté così profondamente legata alla sua idea di cinema, per provare a raccontare il complesso passato di una nazione secondo un'estetica nuova.

Attraverso le guerre intestine dello shogunato, tra i samurai della Shinsengumi, o la seconda guerra mondiale e la tragedia di Hiroshima, Obayashi trova il modo di citare e omaggiare i grandi maestri del passato, quali Ozu, Kurosawa e altri meno conosciuti in Occidente (Hiroshi Inagaki di L'uomo del riksciò), traendo da loro lezioni attualissime sulla natura umana, invitandoci a non commettere i medesimi errori. Il cinema come macchina del tempo, il cinema come maestro di vita, che ci rappresenta la violenza della guerra per insegnarci a fuggirla e cercare altre vie.

Un'opera fortemente personale e insieme universale, a cui è impossibile non volere bene, nonostante le sue prolissità o le sue consapevoli ingenuità. Obayashi non ha mai interagito con la nostra sfera razionale, ma mai come in Labyrinth of Cinema ha cercato di comunicare sul piano delle sensazioni più immediate e più semplici, fino a un omaggio-sberleffo a Kubrick che nessun altro avrebbe avuto il coraggio di mettere in scena.

Mancherà molto al cinema il suo spirito libero e umile, ma rimane questo addio unico, personalissimo, come monito semiserio sui valori da preservare per il futuro dell'uomo.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 11 dicembre 2020
Mark Shilling
The Japan Times

Nobuhiko bayashi è morto il 10 aprile 2020, dopo una grave malattia che gli era stata diagnosticata nel 2016. In questi quattro anni ha portato a termine due film. Hanagatami, un dramma ambientato a Kysh intorno al 1940, uscito nel 2017. E Labyrinth of cinema, del 2019, che ha girato diversi festival in tutto il mondo. È un film pieno di energia, passioni, invenzioni oniriche e un forte messaggio [...] Vai alla recensione »

martedì 3 novembre 2020
Giona A. Nazzaro
Film TV

«Le guerre cominciano perché complichiamo le cose». Nobuhiko Ôbayashi, regista nipponico noto soprattutto per la fantasmagoria Hausu, horror sui generis nel quale s'intrecciano ironia pop, citazionismo e uno spirito iconoclasta influenzato dal surrealismo, si diletta con una personalissima rilettura della storia e del cinema nipponico. Il film inizia a Onomichi, città della prefettura di Hiroshima, [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 luglio 2020
Davide Di Giorgio
Duels.it

Scomparso lo scorso aprile, Nobuhiko Obayashi lascia dietro di sé una filmografia corposa di 44 titoli e una totale indipendenza stilistica e commerciale, che lo aggrega al novero dei grandi outsider e "sabotatori" del cinema giapponese: al pari di un Seijun Suzuki, infatti, la grandezza di Obayashi sta nel modo in cui sovvertiva i codici della narrazione tradizionale esaltandone le possibilità stilistiche [...] Vai alla recensione »

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