FERNALDO DI GIAMMATTEO
Dopo Buñuel, è il maggiore regista che la Spagna abbia avuto. Il suo cinema, allegorico e complesso, è stato il «controcanto» della dittatura franchista, una sfida silenziosa alla censura, la spasmodica ricerca - spesso riuscita splendidamente - di un senso non ignobile, non provvisorio, della vita e della «ispanicità». Morto Franco, nel 1975, Saura comincia a sbandare, come avesse perduto il suo punto di appoggio. È ancora intenso e denso (di idee, di sentimenti, di delusioni, di allusività squisita del linguaggio) con Elisa vita mia (1976) ma già Mamà compie cento anni (1979) rivela incertezze che il tono satirico accentua, mentre il successivo Deprisa deprisa -In fretta in fretta, (1980) tradotto letteralmente -vince l'Orso d'oro al festival di Berlino ma poco convince. Una via d'uscita sembra essere l'incontro con il danzatore Antonio Gades; i due frutti migliori della loro collaborazione, «impaginati» con gusto, sono Bodas de sangre (1981) e Carmen (1983). Quel che segue è o inutilmente divagante, come Ay, Carmela! (1991), storielle (anche gustose) della guerra civile, o trucemente melodrammatico come Spara che ti passa (1993), stupri e omicidi che dovrebbero colpire ma che finiscono per lasciare indifferenti.
Il vero Saura è quello di prima. L'intellettuale figlio di un giudice, ingegnere mancato, fotografo, allievo di una scuola di cinema e, finalmente, regista. Los golfos, il suo primo film, ottiene un buon successo a Cannes nel 1960: è una storia implicitamente eversiva perché s'impernia sulle imprese di piccoli delinquenti di periferia, in uno stile neorealista. Alcune opere straordinarie confermano il valore del nuovo regista: La caccia (1966), ritratto di tre borghesi combattenti della guerra civile che si confrontano ferocemente durante una partita di caccia; Peppermint frappé (1967), aspra commedia di stile bunueliano; Ana y los lobos (1972), dove i simbolici lupi rappresentano i tre poteri - religione, morale, esercito - della Spagna franchista (ed eterna); Cria cuervos (1975), premio speciale a Cannes, Ie ossessioni di una donna che alludono al destino del paese.
Fernaldo di Giammatteo, Dizionario del cinema. Cento grandi registi,
Roma, Newton Compton, 1995